Luganese

Condannati per aver trafficato oltre 200 chili di marijuana

I due imputati, i primi a essere processati in questa inchiesta, avrebbero agito in banda, ritirando la droga a Chiasso e distribuendola nel Luganese

I due hanno ammesso tutti i fatti
(Ti-Press)
11 gennaio 2024
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Avevano espressioni un po‘ confuse e spaurite, i due imputati apparsi oggi di fronte alla Corte delle Assise criminali in Lugano, a processo per aver trafficato e in parte spacciato ingenti quantitativi droga. I due, lui un cittadino italiano di 50 anni residente nel suo Paese, lei cittadina svizzera 37enne domiciliata nel Luganese, sono stati condannati a due pene sospese per aver trafficato oltre 200 chili di marijuana e hashish, tra l'estate del 2020 e settembre 2022. L'uomo avrebbe inoltre spacciato, un ingente quantitativo di cocaina, pari a poco meno di 500 grammi.

Nell'inchiesta, coordinata dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier, è emerso che gli imputati avrebbero collaborato con almeno altre tre persone, delle quali una non è ancora stata identificata, contro i quali si procederà separatamente. Accusa e difese, rappresentate dagli avvocati Yasar Ravi e Stefano Camponovo, si erano accordate prima del processo sulle richieste di pena, corrispondenti a 36 mesi per l'uomo (dei quali 20 sospesi condizionalmente per due anni, mentre i restanti corrispondono al carcere già sofferto), e 14 mesi per la donna, anche questi sospesi per due anni. Per il 50enne è inoltre prevista l'espulsione dal territorio svizzero per sette anni. La Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha aderito alle pene concordate dalle parti.

‘Testa annebbiata dalla droga’

Gli imputati, entrambi ex tossicodipendenti, hanno ammesso di aver agito senza lucidità, in un periodo durante il quale facevano largo uso di stupefacenti, in particolare cocaina. La donna addirittura, al momento dell'arresto, era talmente alterata da non potere essere interrogata e da rendere necessario un ricovero. Secondo quanto emerso, la droga veniva consegnata ai due imputati dai complici a Chiasso, e poi questi procedevano con il distribuirla nel Luganese e altre imprecisate località del cantone. Si tratterebbe di pesci piccoli dunque e al momento non è noto quanto sia effettivamente ampia la rete nella quale sono stati attratti, dato che l'inchiesta è tutt'ora in corso.

Oltre allo spaccio, il 50enne è stato inoltre condannato per aver soggiornato illegalmente in Svizzera e per aver guidato senza licenza di condurre. Anche per questi reati, la 37enne avrebbe funto da complice, nel primo caso ospitandolo a casa sua, e per avergli prestato la propria macchina, cosciente che lui non aveva la patente.