L’amarezza di Marco Bortolin, tra i fautori dell’emendamento che ha inserito i 140 posteggi poi bocciati dal Consiglio di Stato nella variante StazLu2
«Sicuramente posso dire che si tratta di una decisione miope». È amareggiato Marco Bortolin (Lega). Il consigliere comunale era stato uno dei principali fautori dell’emendamento che nel giugno 2020, con una maggioranza risicata a trazione leghista e democentrista, ottenne di inserire la richiesta di 140 posteggi in più sul comparto nord della Stazione Ffs di Lugano nell’ambito della variante di Piano regolatore (Pr) StazLu2. Istanza che, come da noi anticipato, è stata respinta dal Consiglio di Stato (CdS) che ha approvato la pianificazione con significative limitazioni.
Tra queste, la bocciatura dell’istanza, in quanto l’incarto inviato nell’autunno del 2020 al Dipartimento del territorio non contiene una valutazione tecnica degli accresciuti bisogni di posteggi pubblici e pertanto per il CdS la richiesta è da considerarsi immotivata. Tuttavia, per i fautori dell’emendamento il mantenimento di un numero maggiore di posteggi è cruciale, in quanto «è prevista la creazione di un nodo intermodale alla stazione, e in una regione come la nostra è necessario avere una connessione per tutti i mezzi, comprese le auto private. A me piacerebbe avere una stazione interconnessa dove le persone che arrivano possano parcheggiare l’auto, per poi prendere il treno e muoversi per tutta la Svizzera» spiega Bortolin.
«Posso immaginare che il Municipio non si sia dato un gran da fare per difendere questo emendamento» ha commentato da parte sua il capogruppo in Consiglio comunale della Lega, Lukas Bernasconi. Ricordiamo infatti che l’idea di ridurre il numero di posteggi nel comparto della stazione era già stata portata avanti dal Municipio nell’elaborazione del messaggio, sulla base di uno studio specialistico che aveva commissionato e che negava l’esigenza di nuovi parcheggi pubblici in virtù sia dell’avvenuto potenziamento dei trasporti pubblici negli ultimi anni sia del fatto che il progetto della Rete del Tram-Treno del Luganese è entrato nel vivo. Pertanto, l’esecutivo aveva presentato una variante che stimava che 260 posteggi fossero sufficienti. Un asse trasversale a guida Lega-Udc riuscì tuttavia a raggiungere una maggioranza risicata e a far approvare l’emendamento, che chiedeva di portare il totale dei parcheggi a 400.
«Ricordo che era stata una votazione risicata – dice Bortolin –, e che c’era stato un piccolo attrito tra legislativo ed esecutivo. Io sicuramente ritengo che limitare il numero di posti auto in un progetto di questo genere sia veramente un po’ miope. Come Lega vogliamo spingere veramente la mobilità, quindi se io devo ad esempio andare a Bellinzona e preferisco prendere il treno, devo poter arrivare in macchina. Questo è un po’ il concetto che secondo me manca. Dalla stazione di Lugano passano più di due milioni di persone all’anno, quindi è veramente un punto importante della mobilità pubblica, e oggi come oggi l’infrastruttura pubblica purtroppo non riesce a coprire tutto questo fabbisogno». Da Bellinzona tuttavia è arrivata una doccia fredda. Per la variante StazLu2 e per il Pr intercomunale Campus universitario e Trincea ferroviaria di Massagno (TriMa) erano stati presentati sei ricorsi. Oltre a questi, ad aver diritto a impugnare le decisioni del CdS fino al Tribunale cantonale amministrativo sono anche i Comuni. «La via del ricorso va sicuramente valutata», osserva Bortolin. Uno scenario, vista la posizione iniziale stessa del Municipio, che non appare però probabile.
Qualora non si dovesse intraprendere la via giuridica, ci sarebbero delle soluzioni alternative? Non secondo il consigliere comunale leghista, o almeno non pubbliche. «Il problema è che l’alternativa sarebbero i parcheggi privati. So che ci sono dei privati che si stanno muovendo per fare in modo che il fabbisogno di posteggi in zona stazione venga soddisfatto. Questo è un peccato, perché la stazione diventerà un posto estremamente importante per Lugano, dato che oltre al nodo intermodale è prevista anche la costruzione di un (o più, ndr) campus della Supsi. Si vuole sempre costruire ma poi non si offrono vie di trasporto alternative ai cittadini».