La fondazione riceve i contributi dalla Città e dal Cantone per riparare il tetto, ma il complesso monumentale resta tuttora senza una destinazione
Trovati i fondi per rifare il tetto dell’ex masseria San Maurizio. I soldi necessari, 250’000 franchi, sono giunti dalla Città di Lugano e dal Cantone, attraverso la chiave di riparto definita dalla legge cantonale sui beni culturali. Resta aperto il discorso legato alla destinazione del monumento. Intanto, però, la buona notizia è che l’impasse si è sbloccata e che gli interventi edilizi dovrebbero cominciare in questo mese di gennaio, dopo che la domanda di costruzione era stata presentata nel corso dell’estate del 2022.
Il complesso è situato in cima alla collina che segna il confine tra Lugano e Savosa (dietro l’ospedale Civico). Alcuni mesi fa, c’è stato un sopralluogo, durante il quale i responsabili del Consiglio di fondazione, presieduto da Giuseppe Aostalli-Adamini, hanno accompagnato Luigi di Corato, direttore della Divisione attività culturali di Lugano. Il bene culturale tutelato a livello cantonale si trova in territorio del quartiere cittadino di Molino Nuovo. La Città lo ha ritenuto meritevole di conservazione e ha contribuito al rifacimento del tetto, assieme all’autorità cantonale, con un sostegno finanziario stabilito in base dei parametri definiti della legge cantonale, così come succede anche per i privati possessori di beni culturali ritenuti meritevoli di tutela.
Un contributo quasi obbligatorio, ci spiega il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, che considera eccezionale la posizione in cui sorge il complesso: «La struttura, purtroppo, si trova in stato di degrado. Come Città, siamo intervenuti per sostenere i lavori. Come bene culturale, è sicuramente importante, meriterebbe di essere valorizzato e contiene manufatti di notevole bellezza, come alcuni affreschi di assoluto valore». Assieme alla ex masseria di Cornaredo, continua il vicesindaco, «sarebbe un altro luogo di pregio, che potrebbe avere una destinazione basato su un progetto in grado di far rivivere l’edificio, simile, come portata, a quello dell’ex Masseria di Cornaredo. Occorrerebbe determinare un obiettivo chiaro che potrebbe tradursi in un’iniziativa culturale, una residenza o atelier per artisti, oppure un centro per le arti visive». Siamo a livello di ipotesi di lavoro, è comunque prematuro parlare di possibili destinazioni. Con l’autorità comunale non è stato avviato, al momento, alcun discorso rivolto al futuro del monumento, che è considerato molto interessante dal punto di vista culturale, ma necessiterebbe di interventi edili alquanto costosi e milionari.
Proseguendo sulla linea del parallelismo con l’ex masseria di Cornaredo, ricordiamo che quest’ultima è rinata diversi anni dopo il rifacimento del tetto, il cui lavori vennero cominciati nel 2009 su impulso del compianto consigliere comunale leghista di Lugano Angelo Paparelli. Lavori poi sfociati nella ristrutturazione e riconversione della struttura, finanziata in gran parte da privati, in quella che viene definita come cittadella sociale inaugurata lo scorso ottobre e gestita dalla fondazione Francesco. Dal canto suo, il presidente della fondazione San Maurizio in Rovello Giuseppe Aostalli-Adamini si dice soddisfatto: «Finalmente, è stato compiuto un piccolo passo a protezione dell’edificio, il cui tetto altrimenti avrebbe rischiato di crollare». La fondazione, però, non possiede i fondi per finanziare una ristrutturazione del bene, del quale esistono tracce che risalgono all’anno 1078, come risulta da un documento pubblicato sul sito di Savosa. Manca ancora, invece, uno studio storico approfondito sul complesso monumentale, che in origine potrebbe aver avuto una funzione diversa rispetto a quella comunemente conosciuta di oratorio, ossia quella di rocca o castello, come ha azzardato Luigi Di Corato durante il sopralluogo.
Il complesso comprende un oratorio, probabilmente, come detto, di origine medioevale, la cui edificazione in quel posto potrebbe anche trovare una spiegazione nell’esistenza, in questo sito di un luogo energetico, legato ad antichi riti pagani. Un’ipotesi, questa, che troverebbe fondamento nella presenza, a poche decine di metri a sud, di un grosso masso erratico cuppellare. Annesso alla masseria vi è anche un cimitero, che rappresenta un unicum, ed è anch’esso tutelato.