Luganese

In carcere per droga, gli sequestrano beni per oltre due milioni

Protagonista un 46enne italo-svizzero, da anni residente a Lugano, arrestato col padre nell'agosto dello scorso anno

Sotto sequestro
(archivio Ti-Press)
4 dicembre 2023
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Un 46enne italo-svizzero, residente da anni a Lugano, è stato ‘spogliato’ di tutti i beni di sua proprietà, o intestati ai suoi genitori, non solo nel varesotto, ma anche in Canton Ticino e a Tenerife. Il sequestro di beni, per oltre due milioni di euro, è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Varese, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Varese.

L'uomo è in carcere dall'agosto dello scorso anno dopo che, assieme al padre, era stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Varese nell'ambito di un'operazione antidroga, che aveva portato alla scoperta a Cassano Valcuvia di una vasta piantagione di marijuana (sequestrati 2'200 piante, 73 chili di erba dalla quale sarebbe stato possibile ricavare 623mila dosi). Piantagione che era gestita dall'uomo (precedenti e condanne al di qua e al di là della frontiera per spaccio) e dai genitori, pure loro in possesso di doppia cittadinanza italiana ed elvetica. Sono finiti nei guai anche per essersi allacciati abusivamente alla rete elettrica per garantire luce e clima adatti alla crescita delle piante.

Al 46enne e ai genitori, agricoltori in pensione, abitanti nel luinese, sono stati sequestrati cinque immobili (uno dei quali alle Canarie), otto terreni, tre autovetture di grossa cilindrata e ventinove conti correnti (tre in riva al Ceresio e due a Tenerife). A insospettire gli investigatori varesini è stato il loro tenore di vita. L'uomo in più occasioni ha dichiarato di non avere beni e di aver sperperato, nel tempo, tutti i suoi averi. Il lavoro certosino degli investigatori, coordinati dalla magistratura varesina, ha però fatto emergere il tesoro.

L'analisi della movimentazione da parte dei genitori dell'uomo di somme di denaro, una frenetica attività (andava avanti da molti anni) lungo il triangolo Varese-Lugano-Tenerife, ha consentito di accertare che sui conti correnti, posti sotto sequestro, sono confluiti ingenti somme di denaro senza pezze in grado di giustificarne la provenienza. Nessun dubbio da parte della Questura di Varese: “Sono i proventi illeciti derivanti dalla attività delittuosa di cui il figlio era il principale responsabile“. Tesi che ha convinto anche i giudici milanesi, che hanno quindi disposto il sequestro del tesoro dell'uomo e dei genitori.

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