Il decano dei socialisti nel legislativo di Lugano: ‘Sono disponibile per la lista 2024 per l’esecutivo’. E su un’alleanza con Mirante: ‘Poco possibile’
Il seggio della sinistra nel Municipio di Lugano è a rischio, ma una lista unica con Amalia Mirante e il suo movimento Avanti non sarebbe «possibile né giusta». Piuttosto, il Partito socialista (Ps) e i suoi alleati, devono prepararsi alla battaglia con una lista «la più forte possibile». Una rosa di nomi che comprenda anche la municipale uscente Cristina Zanini Barzaghi, alla quale andrebbe concessa la deroga. Questo, in pillole, il pensiero di Raoul Ghisletta. Il 62enne consigliere comunale è giunto al termine della quarta legislatura in Consiglio comunale (Cc): lo abbiamo sentito per un bilancio e per fare il punto in uno dei momenti più delicati per la sinistra luganese da decenni, che la vedrà in trincea alle prossime elezioni comunali di aprile. Uno scontro che Ghisletta non intende disertare: «Ho dato la mia disponibilità per candidarmi».
Eletto in Consiglio comunale nel 2008, per sei legislature è stato granconsigliere e anche capogruppo nel parlamento cantonale, oltre che presidente sezionale. Una lunga esperienza politica accompagnata da una costante attività sindacale, grazie alle quali è oggi di fatto uno dei volti più riconoscibili del socialismo ticinese. Che bilancio di tutti questi anni nei due legislativi più importanti del cantone?
Il Cc di Lugano è piuttosto ordinato, efficiente e di milizia: e questi sono certamente pregi. Tra i difetti, mi sembra che sia troppo succube del Municipio nelle questioni politiche e che raramente sia in grado di avviare dei dibattiti sull’orientamento politico della Città, il che per un ‘parlamento’ è paradossale. Il Gran Consiglio, nel male e nel bene, è andato in direzione opposta. Come riflesso del cambiamento sociale entrambi gli organi legislativi in questo ventennio si sono democratizzati e non sono più dominati da una ‘casta politica’: anche in questo caso nel bene e nel male, perché la ‘casta politica’ esprimeva anche uno spessore culturale, oltre che a tratti una certa arroganza.
Come socialista, inevitabilmente, si è trovato frequentemente in minoranza. Qual è una sconfitta che le brucia aver riportato? E viceversa, quale la battaglia vinta che le sta più a cuore?
La sconfitta più bruciante non l’ho subita in Cc, ma come giovane progressista sull’iniziativa popolare contro il traffico pendolare a Lugano, che la ‘casta politica’ riuscì a far bocciare di pochissimo trent’anni fa. Se si fosse cominciato a ridurre i posteggi per i pendolari già allora e a potenziare subito i trasporti pubblici, oggi la qualità di vita in città sarebbe notevolmente superiore. E invece aspetteremo ancora anni per avere il primo braccio della Rete del tram-treno del Luganese. Assurdo rispetto alle altre città svizzere! Sicuramente una vittoria interessante è stata l’introduzione nel Regolamento comunale dell’articolo a favore della protezione ambientale a seguito di una mozione fatta assieme ai Verdi. Un articolo che va progressivamente concretizzato, come anche il bilancio ambientale della Città.
La sezione di Lugano del Ps è la più grande del cantone, in termini di elettori. Eppure, proprio a Lugano, il partito sembrerebbe essere particolarmente in crisi. Come mai a suo giudizio?
Credo che sia perché il contesto politico è particolarmente difficile. Lugano è stata il laboratorio politico della destra: il neoliberismo di Marina Masoni, il leghismo di Giuliano Bignasca e il ‘Mattino della Domenica’ di Lorenzo Quadri sono nati e sono qui. La sinistra si è indebolita giocoforza a causa del successo di queste ideologie, soprattutto del leghismo, che pesca voti tra i ceti medio-bassi, facendo furbescamente leva sull’ideologia antifrontaliera e antistraniera. Da segnalare anche un fenomeno recente: la trasformazione dell’elettorato leghista in democentrista sulla spinta di Marco Chiesa, che potrà avere prima o poi un impatto sul Municipio. Poi sottolineerei che tanti ‘proletari’ residenti a Lugano sono stranieri: a chiedere il passaporto a Lugano sono soprattutto gli stranieri benestanti che votano a destra, non certo a sinistra. In questo contesto non facile, nella sezione Ps luganese ci sono state sicuramente persone politicamente molte brave, altre brave e altre meno. Ma questo fa parte della normalità.
La flessione elettorale del partito, negli ultimi anni, ha coinciso con la rappresentanza in Municipio della municipale Cristina Zanini Barzaghi, che ha ricevuto critiche dalla sua stessa area per il fatto di essere ritenuta troppo moderata. Come valuta il suo operato in queste tre legislature?
Cristina è certamente una brava municipale: collegiale, come impone la Legge organica comunale peraltro, e capace nella gestione. Lugano, contrariamente ad altri Comuni, non ha mai avuto grossi sorpassi su crediti di esecuzione e credo che il merito sia suo e dei suoi funzionari. Cristina ha promosso anche lo sviluppo sostenibile e i quartieri periferici con la realizzazione di opere concrete. Purtroppo questo non basta a far arrivare voti a palate al Ps.
Cosa dovrebbe fare allora il Ps?
Probabilmente a Lugano un partito di minoranza come il Ps deve riuscire a fare una narrazione di opposizione anche su altri argomenti: Cristina lo ha fatto sull’aeroporto, tema sul quale l’area rossoverde aveva raccolto le firme per un referendum importante (poi non votato a causa prima del Covid e poi della liquidazione della Lugano Airport Sa, ndr), e sulla demolizione dell’ex Macello, altro tema sul quale l’area rossoverde ha sviluppato un importante discorso di apertura culturale. Per vincere elettoralmente bisogna ampliare la narrazione di opposizione, ma per farlo occorre tessere una rete con soggetti della società civile e della politica, che sappiano sviluppare nuove idee e progetti: altrimenti si resta isolati. A mio parere municipale, consiglieri comunali e responsabili politici rossoverdi devono discutere e lavorare assieme per creare elementi di una cultura politica alternativa a Lugano, che fondino un discorso di opposizione politica costruttiva. Non è un compito facile in una città profondamente di destra, dove pecunia non olet, come dimostra l’incredibile e scandaloso accordo tra la Città e Tether: un accordo di promozione delle criptovalute, malgrado le messe in guardia che giungono da mezzo mondo sui rischi della criptofinanza. Solamente in una realtà eticamente e culturalmente povera può accadere una cosa simile.
Zanini Barzaghi dunque una buona municipale, ma che è agli sgoccioli con quella che da statuti socialisti sarebbe la sua ultima legislatura. Avrebbe bisogno di una deroga per ricandidarsi, che la diretta interessata vorrebbe ma nella sezione il tema non fa l’unanimità. A suo giudizio, le andrebbe concessa?
Sono a favore di una lista forte con tutte le persone politicamente forti, quindi anche Cristina Zanini Barzaghi. È necessario per la riconferma del seggio di sinistra in Municipio nella situazione difficile in cui ci troviamo e per dare una possibilità di scelta alle elettrici e agli elettori.
Ecco, a proposito di situazione difficile. Capitolo Amalia Mirante: al ballottaggio per gli Stati a Lugano ha totalizzato oltre 2’700 voti preferenziali. L’eventualità di una sua candidatura al Municipio, pubblicamente prospettata da lei stessa, fa paura? È plausibile, auspicabile e credibile un’alleanza con Avanti per salvare il seggio di sinistra?
Dubito sia possibile e giusto fare una lista tra il Ps e i suoi alleati (Partito Comunista, Forum Alternativo e Partito operaio popolare, ndr) con Avanti, e questo per entrambe le parti. Non è che un anno dopo che si è litigato di brutto ci si ricompatta tranquillamente, come se nulla fosse successo. È vero che il duro scontro è avvenuto a livello cantonale, ma comunque esso pesa anche nella prima città del cantone. Mi spiace invece per la mancata lista unica Ps-Pc-Fa-Pop con i Verdi, perché tra queste forze la convergenza politica su tanti temi nel legislativo c’era, c’è e ci sarà. Ognuno ha le sue peculiarità, ma sarebbe stato politicamente possibile fare una lista unica per il Municipio: sappiamo che i Verdi non intendono presentare una lista per il Municipio e questo è oggettivamente un aiuto per la nostra lista e li ringrazio, ma ovviamente non è la stessa cosa di una lista unica rossoverde come era avvenuto in passato, che dava una prospettiva di raddoppio e cambiamento politico, questo soprattutto nella campagna per le elezioni comunali annullate a causa del Covid. Ripeto, l’area rossoverde dovrà cercare di lavorare in futuro per ricompattarsi e credo che questo passi dallo sforzo di tutti per creare elementi di cultura alternativa in città, che coinvolgano il più possibile soggetti della società civile che hanno idee nuove e progressiste.
Viste la sua esperienza e le sue competenze, si rincorrono le voci su una sua possibile candidatura al Municipio. Cosa c’è di vero?
Confermo che ho espresso la mia disponibilità alla Commissione cerca del Ps, nell’ottica di dare il mio contributo a una lista forte per il Municipio.