Ampia maggioranza per il nuovo raccordo autostradale, che dovrebbe veder la luce entro il 2027, nonostante un rapporto di minoranza
Semaforo verde allo svincolo autostradale di Sigirino. Dopo una lunga discussione, la maggioranza dei granconsiglieri – 56 sì contro 24 no e 2 astenuti – ha approvato il messaggio governativo che chiede lo stanziamento di un credito di circa 15,2 milioni di franchi e l’autorizzazione alla spesa di 26,2 milioni quali contributo cantonale alla progettazione e alla realizzazione dell’opera. Non senza aver suscitato dibattito: il tema ha diviso la Gestione, che si è presentata con un rapporto di maggioranza e uno di minoranza, sostenuto sostanzialmente dalla sinistra.
Il progetto, ricordiamo, è stato elaborato dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) ed è stato approvato dal Consiglio federale il 27 maggio 2020 dopo una gestazione lunga diversi anni. Le prime riflessioni risalgono infatti al 2011 e furono avviate dalla Commissione regionale dei trasporti del Luganese, ha ricordato Alessandra Gianella (Plr), in sostituzione dell’assente relatore di maggioranza Bixio Caprara (Plr). «Il progetto attuale tiene conto delle due consultazioni cantonali del 2019» ha aggiunto la deputata. L’obiettivo del credito è quello di trasformare lo svincolo provvisorio costruito nel 2002-03 in concomitanza con i lavori preliminari per la galleria di base del Ceneri di AlpTransit in uno svincolo definitivo. Il costo è stimato in 32,8 milioni di franchi: per il 20% a carico della Confederazione e per il restante 80% del Cantone. «La sua realizzazione è parte del Programma di agglomerato del Luganese di terza generazione ed è coerente con gli obiettivi del Piano direttore cantonale – ancora Gianella –. Alcuni aspetti sono particolarmente significativi».
Tra questi: la possibilità di scaricare dal traffico lo snodo autostradale di Lugano Nord e delle vie affluenti «riducendo anche il traffico da e per la Capriasca»; il miglioramento della qualità di vita degli abitanti della zona dato che «ci si attende una riduzione del traffico parassitario (sulla Cantonale, ndr) del 60% fra Rivera e Sigirino e del 20% da Taverne a Lugano Nord»; la sostenibilità dettata «dall’ottimizzazione di una strada esistente invece che dalla realizzazione di una nuova»; la complementarietà con il trasporto pubblico «in relazione in particolare alla realizzazione della Rete tram-treno del Luganese»; la salvaguardia della mobilità dolce e delle piste ciclabili nonché il riutilizzo di materiali; infine le prospettive di sviluppo soprattutto industriale dell’area «come indicato anche dal Master Plan del Vedeggio». Una serie di vantaggi o presunti tali non condivisi dalla minoranza.
«Questo dossier non è distinto per gli approfondimenti commissionali – ha esordito la relatrice Samantha Bourgoin (Verdi) – e il rapporto di maggioranza è stato firmato dai colleghi prima ancora che potessi entrare in possesso della documentazione richiesta. In questa piccola porzione di territorio passa di tutto: la strada cantonale, l’autostrada, la ferrovia, la pista ciclabile, le strade di accesso ai cantieri e quelle per le infrastrutture moleste. Tutto questo ha già compromesso il paesaggio e il territorio. Rendere permanente lo svincolo significa dare una scorciatoia ai 15’000 lavoratori che lavorano nella valle peggiorando la situazione, il tutto considerando che alle 17 da Taverne verso Sud le colonne sono già oggi all’ordine del giorno in autostrada». L’ecologista si è detta perplessa anche su altri due aspetti: «La valenza ecologica non è proprio data, perché viene rifatto tutto, non rimarrà niente dell’infrastruttura attuale. Inoltre, solitamente Ustra interviene con investimenti completamente o quasi a proprio carico per le opere di sua competenza. Stavolta invece solo per il 20%. Vuol dire che non considera l’opera un contributo importante per la risoluzione del traffico?».
Bourgoin ha terminato chiedendo, come indicato nel rapporto di minoranza, che il messaggio venga ritirato dal Consiglio di Stato per essere aggiornato allo scopo di proporre un progetto che preveda che lo svincolo venga utilizzato unicamente per i mezzi pesanti. Diverse tuttavia le voci critiche nei confronti della minoranza. «È vero che alle 17 l’autostrada è già intasata, ma proprio per questo tutti quelli che abitano nel Luganese e provengono da Nord escono a Rivera creando a loro volta lunghe code sulla Cantonale – ha detto Roberta Passardi (Plr) –. Questo invece è un progetto nell’interesse dell’intera comunità, non di specifici gruppi industriali. La nostra valle non può continuare a vivere in questo modo. Ed è sostenuto dalla Confederazione, che ricordiamo ha approvato il Piano direttore».
Oltre a Passardi, in zona vive anche Daniele Piccaluga (Lega), che ha ribadito quanto lo svincolo sia «fondamentale per la qualità di vita di tutti i residenti. È una necessità fattasi impellente negli ultimi anni con l’aumento del traffico». Traffico che sì, è probabile che aumenti, ma «l’autostrada ha maggiori riserve rispetto alla Cantonale per gestire una crescita del flusso veicolare». Dello stesso avviso anche Paolo Pamini (Udc), che ha messo l’accento sul fatto che lo svincolo creerà opportunità di sviluppo per la già importante area industriale del comparto. Dopo aver bollato le critiche espresse dalla sinistra come «convinzione ideologica che più strade creano più traffico», Marco Passalia (Centro) ha ricordato che il progetto nasce dal basso, ossia dai Comuni promotori dell’iniziativa. Favorevoli infine anche i Verdi liberali: «Da un punto di vista ambientale rappresenta un compromesso accettabile» secondo Sara Beretta Piccoli, per la quale le ricadute positive sul traffico parassitario e sul traffico in direzione Sud in generale sono positive.
Più esigue le fila dei contrari. A cominciare dai Verdi. Mentre Matteo Buzzi l’ha definito uno svincolo di lusso con un’utilità dubbia se non controversa, Bourgoin ha replicato che «la qualità di vita è anche il nostro obiettivo. Quando ci sentiamo dare degli ideologici perché esprimiamo delle preoccupazioni, questo non ci invoglia a rispondere perché si tratta di preconcetti. Quando qui è chiaro che manca un approccio completo alla gestione del territorio, a cominciare dall’assenza di un binario industriale in valle». Aspetto ripreso da Cristina Zanini Barzaghi (Ps): «Bisognerebbe sostenere maggiormente la ferrovia anche in ambito industriale, soprattutto in un contesto paesaggistico pregevole come questo. Come viene fatto in altri agglomerati svizzeri, si potrebbe portare avanti un concorso di progettazione per una riorganizzazione territoriale a favore di uno sviluppo più armonioso e che porterebbe anche a progetti più parsimoniosi». Di soldi ha parlato anche Giuseppe Sergi (Mps): «Riservare finanziamenti importanti a opere come questa non aiuta a realizzare una politica che promuova meglio il trasporto pubblico. Considerando il fatto che oltretutto, nonostante le proteste e gli atti parlamentari, il problema dell’offerta di posti nei Tilo non è stata risolta e le tariffe sono pure aumentate. Questo rende il traffico pendolare più difficile e non incoraggiano il trasporto pubblico».
Nonostante le critiche, il messaggio è stato dunque accolto con ampia maggioranza e ora è previsto che il cantiere prenda avvio fra circa un anno per terminare alla fine del 2027. La conformazione del nuovo svincolo è piuttosto classica: quattro rampe, con le bretelle autostradali di entrata e di uscita nelle due direzioni, che si eleveranno formando un sovrappasso. Su questo s’inserirà una grande rotatoria che da un lato si collegherà alla strada cantonale esistente verso Sigirino, dove verrà creata un’altra rotatoria, e dall’altro verso la sponda destra del Vedeggio.