La casa da gioco pubblica un concorso a invito, cerca una nuova gestione della ristorazione e vuole affittare gli spazi commerciali
L’imperativo per il casinò di Campione d’Italia è irrobustire il bilancio per onorare gli impegni (pagare i debiti e aumentare l’organico) previsti nel piano concordatario che, dopo una chiusura di tre anni, ha consentito di riaprire la casa da gioco dell’enclave. Lo hanno ricordato anche i due commissari giudiziali nel loro ultimo rapporto ai giudici del Tribunale fallimentare di Como. Un rapporto con molte luci, ma anche qualche ombra. Gli incassi, per quanto è dato sapere, anche se mancano dati ufficiali, dovrebbero essere in linea con le previsioni, ma ancora non si parla di nuove assunzioni, per cui l’organico continua a essere di 173 unità.
Per imprimere un’accelerazione agli incassi, la Casinò Campione d’Italia, presieduta dall’ex magistrato Mario Venditti, ha deciso di ripristinare il gioco online che prima della traumatica chiusura della casa da gioco contribuiva in modo significativo alla formazione del bilancio della più importante azienda dell’enclave, con il maggior numero di dipendenti, anche se fortemente ridimensionati (erano 500 nell'estate 2018). In questi giorni, il casinò di Campione d’Italia, per valorizzare “sinergie tra il poker online (...) e il poker terrestre svolto nella casa da gioco” ha diramato un invito a presentare un'offerta, entro il prossimo 23 novembre, nell’ambito del piano che la società sta valutando “per riconfigurare e ammodernare la propria offerta di gioco a distanza nel contesto di un più ampio progetto aziendale”.
Questo significa che la Casinò Campione d’Italia punta a “ricevere offerte per la gestione e l’organizzazione di giochi pubblici”, da parte di società (di primaria importanza), che già operano nei settori dei giochi “in possesso di regolare concessione rilasciata dall’Agenzia dogane e monopoli”. Tale ‘invito’ a quanto pare nel mondo del gioco online era atteso, perché sarebbero numerose le offerte già presentate. La società di gestione della casa da gioco dell’enclave è impegnata su altri due fronti. Innanzitutto, la gestione della ristorazione del casinò, che nel luglio dello scorso anno sembrava cosa fatta. Gestione poi revocata. Revoca che alla Casinò Campione d’Italia, dopo il pronunciamento dei giudici di Como è costata 300mila euro. Altro fronte: l’affidamento degli spazi commerciali nella “cattedrale laica” di Mario Botta. Un analogo tentativo lo scorso anno si era risolto in un nulla di fatto.