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Post elezioni, Adriano Venuti al Ps: ‘Non mi avete sostenuto’

Il vicepresidente cantonale accusa la sezione di non averlo adeguatamente supportato come candidato al Nazionale. La replica: ‘Disponibili genuinamente’

Alcuni sassolini nella scarpa
(Ti-Press)
27 ottobre 2023
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Federali amare per i socialisti in Ticino, e si sapeva. Ma a Lugano forse un po’ di più. Lo dimostra il colpo di coda polemico innescato dalle dichiarazioni del candidato al Consiglio nazionale Adriano Venuti, che accusa la sezione di non averlo sostenuto adeguatamente per la campagna. L’ex municipale di Massagno su ‘Facebook’ ha infatti parlato “di una sezione socialista completamente disinteressata a sostenere il proprio partito di riferimento cantonale e ancor meno il proprio candidato”.

Il casus belli: la ‘luganesità’

Il casus belli è stata l’intervista rilasciata da Filippo Zanetti a ‘laRegione’ all’indomani dell’ultimo risultato elettorale. Il copresidente del Ps luganese, fra le altre cose, per spiegare la flessione (-2% circa) dei voti ottenuti dal partito in città ha detto che “quattro anni fa in lista avevamo due luganesi che possiamo definire doc, come Cristina Zanini Barzaghi e Chiara Orelli; mentre questa volta avevamo un solo candidato, Adriano Venuti, che fino a poco fa era residente a Massagno”. “Per un attimo ho creduto che fosse domenica e che tra le mani mi fosse malauguratamente capitato il Mattino” ha commentato Venuti sul suo profilo social, spiegando poi la propria biografia personale e professionale. «È vero, ho vissuto a lungo a Massagno – ci dice il diretto interessato – ma sono cresciuto a Grancia frequentando le scuole a Barbengo, che fa parte di Lugano, da un anno vivo a Breganzona e da oltre vent’anni lavoro per la Città».

‘Non hanno voluto sovraespormi in vista delle Comunali’

“Non avevo nessuna ambizione elettorale e quindi il risultato personale va benissimo così – scrive ancora su ‘Facebook’ Venuti –. Ma di farmi trattare da straniero a casa mia anche dai compagni luganesi, oltre che dai leghisti, non mi va tanto bene”. Il vicepresidente cantonale punta il dito poi contro il presunto inattivismo della copresidenza. «Li ho cercati io per capire se volessero fare qualcosa assieme per la campagna e da parte loro c’è stato un disimpegno completo o quasi. A parte assumersi i costi di un aperitivo e poco altro, non è stato fatto nulla. Addirittura, durante l’assemblea molto ben partecipata, non hanno né fatto un appello a votarmi, né mi hanno chiesto di dire due parole né tantomeno mi hanno anche solo presentato. Un peccato per me, unico candidato della sezione, e soprattutto per il partito». Come mai? «Non lo so. La mia impressione è che, siccome sono in arrivo le elezioni comunali, non abbiano voluto sovraespormi per non favorire una figura come la mia per una possibile candidatura per il Municipio».

Un campanello d’allarme

Critiche dure. Ma Adriano Venuti candidato avrebbe potuto fare di più per la propria campagna? «Tutto quel che c’era da fare l’ho fatto, con una bambina appena nata a fine agosto. Il mio obiettivo era sostenere Bruno Storni. La sezione del Mendrisiotto ha organizzato un sacco di eventi per i propri candidati, lo stesso a Bellinzona. A Lugano questo non è successo». Un campanello d’allarme in vista di aprile? «Sì, perché il contesto è delicato: ci si trova a confrontarsi con una candidata come Amalia Mirante e i Verdi non hanno intenzione di allearsi con il Ps. Se in quella lista luganese si vogliono mettere i soliti ‘luganesi doc’ che non si sono differenziati in niente in questi quattro anni dalla maggioranza di destra, le prospettive non sono delle migliori. Deve esserci un progetto di rottura con l’attuale politica. Bisogna togliersi la puzza da sotto al naso».

La replica: ‘Nostra disponibilità genuina’

Per una replica a queste posizioni, abbiamo risentito il copresidente Filippo Zanetti. «Premesso che io stesso ho origini poschiavine, sono sicuro che ci sia stato un fraintendimento sulla questione dei ‘luganesi doc’. Il riferimento era alla notorietà a Lugano delle persone citate, tutto qui. Non c’era nessuna intenzione di offendere qualcuno». La critica forse più rilevante è che il sostegno della sezione sarebbe stato scarso. Si sarebbe potuto fare di più? «Di principio, si può sempre fare di più e siamo sempre aperti alle critiche. Ci siamo resi disponibili quando da parte sua c’è stata la richiesta di un sostegno. Va ritenuto che tendenzialmente la campagna è centralizzata a livello cantonale e di base sono i candidati a occuparsi dell’organizzazione della propria campagna. Da parte nostra abbiamo dato spazio sull’ultima edizione del nostro periodico distribuito a tutti i fuochi, abbiamo organizzato una bancarella, e sostenuto un aperitivo. Mi spiace che pensi che ci sia stata l’intenzione di non sostenerlo. Per noi il rispetto è alla base di tutto e l’apertura dimostrata nei suoi confronti è stata genuina. Con Tessa (Prati, la copresidente, ndr) abbiamo sempre cercato di non promuovere singole persone ma di portare avanti il gruppo e di mantenere un’equidistanza e questo per noi è molto importante».

Seggio a rischio?

Il contesto, tuttavia, per il Ps luganese è davvero molto delicato e su questo tutti concordano. Tre elementi concorrono a mettere addirittura a rischio il seggio: la municipale uscente che verosimilmente non si ripresenterà, i Verdi che non hanno intenzione di allearsi con il Ps e da ultimo l’irruzione del movimento di Amalia Mirante sulla scena. «Vero, ma la decisione dei Verdi l’abbiamo subìta – replica Zanetti – e il fatto che Avanti probabilmente presenterà una lista a Lugano è notizia recente. Ne prendiamo atto e i prossimi mesi saranno di ponderazione. Il nostro obiettivo è confermare il seggio in Municipio e rimpolpare la rappresentanza in Consiglio comunale. Ritenute le alleanze con Partito comunista e Forum Alternativo, siamo confidenti di potercela fare. Se saremo bravi nel costruire una lista con personalità eterogenee, conosciute e profilate, possiamo fare bene. Ci metteremo sicuramente attenzione, accortezza e impegno».

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