Sul tema, un’interrogazione di Fabio Schnellmann, segretario del consorzio che si occupa della manutenzione del lago. Preoccupa la mole di farmaci
Detriti di fango. Ghiaia. Legname sul fondo e sullo specchio d’acqua. A cui si aggiungono i cianobatteri e la mucillagine. E, in gran numero, gli scarti dell’industria farmaceutica. La foce del Vedeggio ad Agno non pare in ottima salute. Ne abbiamo parlato con chi si occupa di pulire il lago Ceresio.
A occuparsi di quest’importante compito, limitatamente al territorio svizzero, c’è il Consorzio pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Ceresio creato a tal proposito nel 1976 con lo scopo, oltre che di pulire la superficie delle acque, di tagliare le alghe segnatamente delle zone balneabili, come ci conferma anche il segretario Fabio Schnellmann. E per i fondali? «Noi non ci occupiamo del dragaggio. Quando abbiamo questa necessità ci rivolgiamo a esterni anche se la procedura è spesso abbastanza lunga con autorizzazioni speciali rilasciate dal Cantone». Difatti, continua, «l’ultima volta che ciò è avvenuto è stato due anni fa e lungo una striscia di soli 40-50 metri quadrati, esclusivamente per permettere alle imbarcazioni di arrivare a riva». Per questioni di pulizia generale dei fondali questo non viene fatto, secondo il segretario: «Il Cantone è abbastanza reticente a rilasciare autorizzazioni, infatti la foce del Vedeggio è l’argomento di una mia recente interrogazione parlamentare. La foce andrebbe veramente dragata. Addirittura in questi giorni il fiume quasi torna indietro a causa del troppo materiale che si è depositato sul fondo e di conseguenza il fiume non riesce a sfogare al largo il materiale inerte (principalmente legname, ndr) che trasporta».
Nell’interrogazione il granconsigliere liberale radicale, membro anche della Commissione ambiente, territorio ed energia, sottolinea che “si tratta di una situazione che si protrae da svariati anni e che oggi è insostenibile a causa della gran massa di detriti (fango, sabbia, ghiaia e legname sul fondo) depositati dalle diverse piene avvenute nel corso del tempo che hanno modificato il naturale flusso della corrente. Da non dimenticare inoltre che la presenza a monte dei cantieri per la sistemazione del Vedeggio, ha causato ulteriori immissioni di detriti di ogni genere nel fiume in aggiunta a quelli che già arrivano con le piene naturali”. A precisa domanda su ogni quanto bisognerebbe dragare la foce, Schnellmann è perentorio e afferma che «si deve fare tutti gli anni, soprattutto ora che piove di meno, poi però ogni volta c’è una scusa nuova da parte del Cantone e intanto la gente non fa più il bagno e i turisti scelgono altre mete». Nel luglio 2022, aggiunge, «venne anche indetto un incontro sul posto, ma per le lunghissime procedure che non permettono mai uno sviluppo di un progetto, fino a oggi nessun esito positivo sembra essere all’orizzonte».
E intanto l’inquinamento persiste. La recente presenza di mucillagine nel lago è anche dovuta al materiale naturale accumulato. La mucillagine in effetti, spiega la Treccani, “è una sostanza affine alla gomma presente in molte piante nelle quali ha la funzione di assorbire e trattenere l’acqua rigonfiandosi enormemente”. Ma tra le possibili cause della presenza di questo polimero ci sono anche le imprese farmaceutiche, come continua il vocabolario: “Nella tecnica farmaceutica, liquido che si ottiene facendo agire l’acqua su gomme o sostanze mucillaginose contenute nei vegetali, usato per emulsionare sostanze oleose, per sospendere o agglomerare polveri”. Questo legame con i medicamenti emerge anche da uno studio effettuato dall’Ufficio federale dell’ambiente sui microinquinanti nei corsi d’acqua di piccola dimensione, tra i quali anche il Vedeggio. Dopo i fiumi Furthbach (Zurigo) e Landgrabe (Sciaffusa), il Vedeggio è quello con più misurazioni oltre il limite consentito riguardo ai valori ‘ecotossicologici di medicamenti’. Per il granconsigliere è colpa «della marea di aziende che si sono insediate nel Medio Vedeggio. Tra troppi incidenti e la malagestione riguardo allo scarico dei prodotti che usano, la situazione è triste». Ma una possibilità per porvi, almeno parzialmente rimedio, c’è. Palla dunque al Consiglio di Stato.
Ufam
Il Vedeggio è uno dei fiumi più inquinati