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Accessi al lago, il Cantone si mette di traverso

La Città vuole sistemare il muro e l’apertura all'acqua del parco calistenico, ma c’è chi dice no. Valenzano Rossi: ‘Approccio troppo prudenziale’

Il parco calistenico molto frequentato in estate
(A. R.)
15 settembre 2023
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Occorrono interventi strutturali di consolidamento al muro all’inizio di via Riviera, dopo piazza Emilio Bossi e alla piattaforma a lago, al parchetto calistenico, dove tanti cercano refrigerio in estate. La domanda di costruzione è stata pubblicata dalla Città di Lugano, ma alcuni servizi cantonali hanno presentato opposizione. Motivo: non ci sono i 100 metri di distanza dalla rotta dei battelli della Società di Navigazione del lago di Lugano, come prescritto dalla normativa per la balneazione.

‘Non è un nuovo lido’

Fatica a comprendere la posizione contraria di alcuni servizi cantonali Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano: «Abbiamo allestito il progetto affinché si potesse consolidare il muro e abbiamo fatto in modo di aumentare a 90 metri la distanza della traiettoria dei battelli, anche se non sarebbe necessario visto che non c’è un punto di balneazione. Non vogliamo infatti realizzare un nuovo lido, ma dare la possibilità di accedere all’acqua. L’accessibilità al lago non significa via libera alla balneazione. Il progetto prevede la posa di segnaletica con tanto di cartello che indica il divieto di fare bagni. Dovessimo ragionare così, la balneazione sarebbe da vietare in tutto il golfo di Lugano, perché ci sono davvero poche aree, Lido comunale compreso, dove ci sono i 100 metri prescritti dalla normativa».

‘Non vogliamo vietare tutto’

Alla municipale di Lugano appare troppo rigido e prudenziale l’approccio di alcuni servizi cantonali, con i quali si sta rivelando più complicata del previsto l’interazione su argomenti particolari. «La questione forse è stata mal interpretata – ipotizza Valenzano Rossi –. Riteniamo che accessibilità e balneazione siano due situazioni diverse. Con la piattaforma vogliamo creare un accesso al lago, non consentire di nuotare. Tanto è vero che è prevista la segnalazione». Eppure, in questo caso sembrerebbe che, per il Cantone, non bastino più gli avvisi... La titolare del Dsu considera questa un’esagerazione: «Non sono d’accordo con questa impostazione che pretende di mettere i cittadini sotto tutela. Le persone sono dotate di libero arbitrio, noi li avvisiamo sui potenziali pericoli ma vorremmo permettere a tutti coloro di buon senso la possibilità di accesso al lago. Non possiamo e non vorremmo vietare tutto, per pochi che non rispettano le regole o prendono rischi eccessivi».

Aprire al pubblico, richiesta annosa

Da decenni, sono numerose le richieste di estendere le possibilità di entrare in contatto con il lago di Lugano. Sia da parte della popolazione che da parte dei politici. Riassumendo, erano state parecchie le proposte, tra le quali spiccano quelle dell’allora Ppd, che proponeva, tra l’altro, di creare una passeggiata dalla sponda sinistra del Cassarate, almeno fino alla Lanchetta. Si discusse parecchio anche dell’ipotesi di consentire alla popolazione di transitare all’interno del Lido comunale durante la sua chiusura da ottobre a marzo. Si ipotizzò pure di costruire una passerella nel lago davanti a Villa Favorita per raggiungere Cortivo, come richiesto da un’interrogazione Plr. «Stiamo cercando di recuperarne il più possibile di aperture al pubblico di spazi a lago, ma ci scontriamo con questo atteggiamento eccessivamente rigoroso di alcuni servizi cantonali che evocano il rischio residuo che vorrebbero eliminare. Non esiste il rischio zero e la cittadinanza dev’essere avvisata del rischio potenziale».

Altre zone compromesse

Alla luce del viavai di battelli attraverso il lago, l’approccio ritenuto esagerato o eccessivamente prudenziale da parte di alcuni servizi impedirebbe, di fatto, l’accesso al lago in tutto il golfo di Lugano dove, in effetti, sono davvero poche le zone in cui ci sono cento i metri di distanza dalle rotte dei natanti, come richiesto dalla normativa. Il problema potrebbe porsi, anche per il consolidamento dei sei accessi creati direttamente all’acqua e altrettante piattaforme galleggianti sul lago. Strutture, queste, installate dalla Città di Lugano, per accompagnare le misure di sostegno e quelle di promozione dello spazio pubblico introdotte durante e dopo il periodo di chiusura determinato dalla pandemia da Covid-19. Queste costruzioni sono state pensate quale intervento complementare alle misure applicate alla Foce e a quelle a favore della mobilità lenta, per ampliare le possibilità di fruire del lago e consentire a residenti e turisti di scegliere luoghi di svago diversi da quelli più conosciuti e frequentati, senza per forza dover nuotare.