L’Mps interroga il Consiglio di Stato riguardo agli accordi intrapresi con i lavoratori che hanno causato una riduzione del salario del 7%
Prima un potenziale licenziamento collettivo, poi un accordo tra la direzione e la commissione d’azienda. E ora un’interrogazione dell’Mps.
La situazione all’Alcar Ruote Sa secondo Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini (i due firmatari), non sarebbe a norma di legge: “In realtà la ditta non ha mai avuto intenzione di procedere a un licenziamento collettivo. Come correttamente segnalato dal sindacato Unia, l’annuncio della procedura di licenziamento aveva quale unico scopo di mettere pressione sul personale e riuscire a imporre delle riduzioni di salario al personale”. Con questa convenzione, continuano i due firmatari, “l’elemento fondamentale consiste in una riduzione dei salari effettivi del 7% e un trattamento salariale differenziato in base al criterio di residenza”.
La retribuzione di un dipendente “è frutto di una contrattazione individuale tra datore di lavoro e dipendente e non può essere imposta da una decisione assembleare”. Pertanto, i due granconsiglieri chiedono al Consiglio di Stato che cosa abbia intrapreso l’Ufficio del lavoro una volta presa conoscenza dell’accordo quadro di Alcar Ruote; se l’Ufficio del lavoro abbia segnalato alle autorità competenti di vigilanza del mercato del lavoro e all’ispettorato del lavoro; se la situazione sia stata segnalata alla commissione del personale e cosa intenda fare ora, sempre l’Ufficio del lavoro, per sanare tale negligenza.