Luganese

Violento pestaggio in pensilina, condanne senza espulsione

Protagonisti in negativo due giovani residenti nel Luganese, facenti parte di un raid punitivo

Un punto caldo della movida
(Ti-press)
2 agosto 2023
|

Di giorno potevano sembrare, probabilmente erano, un esempio di bravi ragazzi, nonché di integrazione, data la recente immigrazione dall'Africa: il lavoro, la scuola, le attività sportive. Nessun precedente penale. La sera, una scintilla ed ecco scattare l'effetto-branco. L'aggressione, i calci e i pugni al rivale già caduto per terra. Scene già viste, purtroppo, anche con esiti nefasti come fu il caso di Damiano Tamagni. Due protagonisti di questo ennesimo episodio di violenza giovanile, entrambi soggiornanti nella periferia luganese, sono stati processati e condannati dalle Assise correzionali: un 23enne del Ciad si è visto infliggere 20 mesi di detenzione, mentre un 22enne cittadino etiope ha preso 15 mesi pure sospesi con la condizionale. E, fatto per loro più importante, la Corte (presieduta dal giudice Siro Quadri) ha deciso di non decretare l'espulsione dalla Svizzera, che sarebbe potuta scattare in ragione della gravità del caso.

Scena del delitto, tanto per cambiare, la pensilina dei bus Tpl in centro a Lugano, zona notoriamente calda dopo una certa ora. Successe il 20 marzo del 2021 verso le 23.20. Le immagini che scorrono sul maxischermo dell'aula penale, colte quella sera dalle videocamere di sorveglianza, sono eloquenti. Un gruppetto di giovani si avventa su un malcapitato, che cade, e viene investito da una gragnola di colpi. Un'azione convulsa e rapida: si notano anche calci, cinque, di cui due in direzione della testa. Da qui il reato di “tentate lesioni gravi” oltre a quello di lesioni semplici.

L'agguato

In realtà quella sera tutto sarebbe iniziato nella zona della Foce del Cassarate, altro punto a rischio dopo l'imbrunire. Un amico dei due sarebbe stato colpito per futili motivi, sembra ci fosse di mezzo una ragazza. Giro di telefonate e si forma un gruppo punitivo nel quale i due giovani africani vengono cooptati, pur non essendo stati in alcun modo coinvolti da quanto successo alla Foce. I membri dell'altro gruppo, una quindicina di ragazzi, vengono individuati lungo Corso Pestalozzi e affrontati all'altezza dell'Hotel Zurigo. A uno di loro viene scippato lo zainetto. Una volta raggiunta la Pensilina Botta, ecco l'agguato. Anzi, i due agguati, il primo non ripreso dalle telecamere e ricostruito delle testimonianze. Due le vittime, entrambe minorenni al momento dei fatti. Il referto medico parlerà per entrambi di varie contusioni, nessun danno grave per fortuna, uno dei due si sarebbe protetto la testa con le mani e sarebbe stato colpito alle stesse. «Una violenza gratuita, senza motivo, una persona che reagisce così non può non preoccupare. La ricostruzione del procuratore è corretta. Le vittime potevano farsi molto più male» ha commentato il giudice Siro Quadri.

Il procuratore pubblico Simone Barca ha chiesto, codice alla mano, l'espulsione dalla Svizzera, di entrambi i giovani, giunti nel Paese rispettivamente nel 2015 e nel 2017. Oltre a una condanna a 24 mesi. Le difese, rappresentate dagli avvocati Giang Vinh e Anna Grümann si sono battute con successo per evitare il rimpatrio dei due ragazzi. La giovane età, la frequentazione di una scuola per uno e il lavoro nel campo della pavimentazione stradale per l'altro, e l’assenza di precedenti penali sono gli elementi che hanno giocato a loro favore. Per uno dei due la Corte non ha ravvisato prove della partecipazione al primo pestaggio, ma una maggiore intensità della violenza nel secondo episodio, quello ripreso dalle videocamere.

Cosa resta di questa storia, nella loro mente? «Ho sbagliato, per quello che è successo alla Foce avrei dovuto chiamare la polizia. Ho tirato dei calci, più che altro per fargli paura (all'aggredito ndr) ho preso lo stomaco ma non ho colpito la testa perché so che è pericolosissimo» ha detto uno di essi. Quanto agli aggrediti, hanno riconosciuto gli aggressori che quindi sono subito finiti sotto inchiesta, anche se una delle vittime non ha presentato denuncia penale, mentre l'altro otre alla denuncia ha presentato una richiesta di risarcimento danni, alcune migliaia di franchi, che è stata accordata. Oltre ai due giovani africani altri tre aggressori, minorenni, sono stati identificati, nei loro confronti si è proceduto in separata sede.