Abbiamo intervistato i fondatori e collaboratori dell'associazione Amélie i quali ci hanno esposto i loro progetti per propagare la cultura a Pregassona.
Bambini, tanti bambini. E poi ragazzi, adulti, anziani. Persone di tutte le età e anche di svariate etnie. Assieme, in piena estate, in uno dei quartieri più difficili della città, purtroppo spesso alla ribalta per casi di cronaca nera o giudiziaria. È questa la forza di Cult Amélie, festival culturale organizzato dall’associazione Amélie di Pregassona. Si tratta del più grande festival di quartiere in Ticino: per tre mesi, grazie alla variegata offerta di proposte anche molto diverse fra loro, la Casetta Amélie nel parco giochi di via Industria diventa punto di riferimento per la comunità. È un afoso venerdì sera di fine luglio quando ci rechiamo sul posto per il nostro reportage. È qui che incontriamo Marco Imperadore e Ihsan Alpen, rispettivamente presidente e vice dell’associazione, e la collaboratrice Loredana Maresca.
Quali sono gli scopi e gli obiettivi del vostro festival?
Imperadore: Il nostro scopo è offrire gratuitamente la cultura a tutti coinvolgendo il più possibile gli abitanti del quartiere. Vogliamo promuovere e propagare la cultura e presentare un festival che ha l’intento di proporre tantissimi appuntamenti di ogni tipo come il teatro, spettacoli con le marionette, concerti, laboratori e molti altri. Non ci basiamo su un tema stagionale preciso e ogni evento cambia di volta in volta come anche gli artisti. È stato tutto calibrato per fare in modo che la popolazione possa godere di un’ampia cultura.
Dato che si tratta di un evento gratuito come vi finanziate?
Imperadore: Per coprire i costi, soprattutto per pagare gli artisti, oltre ai finanziamenti pubblici siamo gentilmente sostenuti da privati.
Come coinvolgete gli abitanti del quartiere?
Imperadore: La comunicazione e il passaparola sono molto importanti. Cerchiamo di coinvolgerli tramite post e storie su ‘Instagram’ e ‘Facebook’ e attraverso cartelli, locandine e bacheche esposti in giro per il quartiere.
Cosa vi distingue dagli altri eventi culturali in Ticino?
Imperadore: Il nostro è un evento unico nel suo genere perché è un festival di quartiere con una lunga durata di tre mesi. Proponiamo inoltre una vasta e ampia scelta di attività.
Come selezionate gli artisti?
Maresca: Io vengo dal mondo del teatro e ho avuto modo di collaborare con molti artisti, per questo motivo alcuni li conosco già personalmente. Preferisco prima ingaggiare artisti del territorio. Mi baso quindi dapprima sulle mie conoscenze e successivamente estendendo la ricerca ai loro contatti. Come terzo step, mi avvalgo delle piattaforme d’ingaggio degli artisti. Organizzo sia gli spettacoli musicali che quelli teatrali e cerco di amalgamare e bilanciare un po’ il tutto per raccogliere il maggior numero di persone possibile. L’intento è quello di portare la cultura là dove qualche volta non si ha la spinta per andare a cercarla.
Allargando il discorso all’associazione, nata nel maggio 2020: che bilancio potete trarre?
Imperadore: Siamo cresciuti molto bene e attualmente siamo in fase di espansione. Siamo partiti con poco e il nostro motto era ‘lasciamoci sorprendere’. In questi tre anni possiamo dire di esserci estesi molto bene raggiungendo un buon livello sia come utenza sia come numero di volontari: inizialmente eravamo quattro/cinque e ora siamo circa quaranta! Tutto ciò è stato possibile anche grazie al coinvolgimento degli abitanti del quartiere. Grazie all’impegno di tutti abbiamo anche vinto diversi riconoscimenti (fra i quali quelli conferiti dalla Società svizzera di utilità pubblica e del Percento culturale Migros per il vicinato, ndr). Dobbiamo sicuramente fare ancora dei passi in avanti, quindi incrementare il numero di aiutanti e di utenti del nostro centro di socializzazione (in via Ceresio 43, ndr) e naturalmente speriamo che il prossimo anno ci saranno ancora più presenze al Cult Amélie. Siamo solo alla seconda edizione. Già rispetto all’anno scorso abbiamo avuto un incremento. È un seme culturale che abbiamo gettato nel quartiere, un po’ come un bambino che sta crescendo pian piano.
Come intendete farlo crescere?
Imperadore: La nostra intenzione è di ripresentare il festival ogni anno cercando di proporre al pubblico nuove attività e spettacoli. A settembre verrà pubblicato un libro per bambini con ambientazione nel quartiere. Prossimamente verrà aperto in via Fola un negozio che fungerà da laboratorio e produrrà oggetti con recupero di vestiti usati. A breve sarà sul sito web la vendita online di gadget dell’associazione per sostenere le nostre attività.
In agosto proponete anche delle colonie estive per i bambini. In che cosa consistono?
Imperadore: Le organizziamo assieme all’associazione Kreiamoci e alla Commissione del quartiere. La colonia estiva ViviLugano è presente solo fino a fine luglio, c’è stata dunque una richiesta da parte della popolazione di coprire questo vuoto per agosto. Lo scopo è quello promuovere la socializzazione e far vivere questa esperienza ai bambini anche ad agosto.
Durante l’anno, invece, quali attività proponete?
Imperadore: Vengono offerti corsi come ad esempio lezioni di italiano, informatica e utilizzo smartphone per la terza età, yoga, attività sociali, calcio e molti altri. Questi hanno luogo perché c’è stata una grande richiesta da parte della popolazione e sono infatti molto partecipati.
Chi volesse diventare volontario che requisiti deve avere?
Alpen: Attualmente siamo una quarantina di volontari con età che varia dai 19 ai 55/60 anni e di varie nazionalità. Questo è un vantaggio per il nostro progetto cosicché ognuno di noi possa portare il proprio passato e le proprie conoscenze per arricchirlo. Per diventare volontari bisogna iscriversi tramite il sito dell’associazione – https://associazioneamelie.ch/lavora-con-noi/ – dove talvolta pubblichiamo degli annunci a seconda di cosa abbiamo bisogno. Valutiamo le persone in base ai loro interessi ed è molto importante per noi che i nostri futuri colleghi abbiano i nostri stessi scopi e ideali. Sono inoltre richiesti grande impegno, dedizione e costanza. Siamo volontari e dedichiamo il nostro tempo alla comunità. Ci sono molti genitori che lavorano con noi. Un altro dei nostri obiettivi e quello di far vivere ai bambini emozioni ed esperienze che noi non abbiamo vissuto durante la nostra gioventù.