L'esecutivo in questa fase delicata di dialogo, richiama la realtà in città da oltre 25 anni. Gli autonomi: ‘L'occupazione era temporanea dall'inizio’
Autogestione: il Municipio di Lugano ne ha discusso nella seduta di stamane, senza prendere decisioni, confermando solo “la volontà di continuare il dialogo con l’autogestione”. Nella nota stampa diffusa da Palazzo civico, si informa che in questa “delicata fase di dialogo non verranno rilasciate ulteriori dichiarazioni”. L’esecutivo, “consapevole del fatto che l’autogestione è presente in città da oltre 25 anni, ha incaricato la municipale Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani, di proseguire il dialogo avviato con l’autogestione nella notte tra venerdì 30 giugno e sabato 1° luglio alle ex scuole elementari di Viganello, nel frattempo liberate volontariamente dagli occupanti”.
Prende invece posizione attraverso un comunicato stampa il Soa Il Molino che comincia tirando in ballo il meteo: "Degne delle migliori tradizioni estive, le tenTAZioni di questi liberi e intensi giorni si sono concluse con uno sferzante temporale sopra la città. Difficile sapere cosa rimarrà alla luce del sole, improbabile che i castelli di parole posticce della politica possano reggere l’urto del diluvio”. Non poteva mancare una critica alla Città: “Le ex scuole elementari di Viganello sono uno dei molti esempi – probabilmente tra i migliori – di quanto sia deleteria la politica edilizia della smart city ticinese che ambisce a essere una grande città, ma nel concreto funziona come un paesotto di provincia, con i suoi intrallazzi familistici, di consorteria o di partito, con le sue demenziali interpellanze e le sue pericolanti perizie (...)”.
Il Soa Il Molino ribadisce “che l’occupazione era stata dichiarata come temporanea da subito e il tempo della sua durata, andato oltre le aspettative iniziali, è stato definito in modo assembleare e attraverso la creazione di un rapporto di forza nel quale è stato ritenuto poco opportuno dover infliggere l’ennesimo sgombero alle persone che hanno attraversato lo spazio in questi giorni e a un quartiere che in gran parte ha accolto e sostenuto questa occupazione, non mancando al contempo di far emergere perplessità legittime”. Nella nota, si precisa che l’occupazione è finita non per “le ennesime minacce ricattatorie di uno sgombero né a presunte e farlocche perizie di inabitabilità delle ex scuole” e si richiama la parola data a Valenzano Rossi per “un’uscita imminente anche per non esacerbare un clima andatosi pian piano a distendere”.
Stamattina, il tema è stato discusso dalla Commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio. Il relatore Stefano Tonini (Lega dei ticinesi) farà gli approfondimenti del caso. Alla luce di quanto emerso durante la seduta di Consiglio comunale di Lugano martedì sera, ci spiega il deputato «su incarico della commissione incontrerò la titolare del Dicastero sicurezza di Lugano Karin Valenzano Rossi e il mozionante (il municipale di Lugano Tiziano Galeazzi)». Non pare necessario farsi troppe illusioni, tuttavia, almeno per il momento, in merito a un possibile coinvolgimento del Consiglio di Stato. Nel rapporto sulla mozione, risalente al 18 agosto 2021, il governo cantonale, da una parte, aveva confermato “la propria volontà di collaborare a trovare un’alternativa di localizzazione dell’autogestione luganese” rilevando, d’altro canto, che è stata “la stessa Città ad aver di fatto sciolto la convenzione nella quale era contenuto l’impegno del governo”.
Tra le risposte negative, ne spicca una: “Per uscire dall’impasse, come pragmaticamente già si fece 20 anni or sono, è però possibile chiedere agli autogestiti stessi di non opporsi alla creazione di una nuova associazione dei cui rappresentanti legali essi possano avere piena fiducia, la quale potrà nei fatti fungere da loro rappresentante indiretto. La nascita di questa associazione, che sarebbe l’interlocutrice degli enti pubblici, e la fiducia riposta in essa da parte degli autogestiti, sarebbe un passo importante per dare delle reali possibilità di riuscita a una mediazione effettiva”.