La sezione della Lombardia della Corte dei Conti ha stabilito le responsabilità di alcuni politici e funzionari nel dissesto finanziario del Comune
Contesteranno le condanne gli ex amministratori e revisori dei conti, per il dissesto finanziario del Comune di Campione d’Italia. La sentenza è contenuta nel decreto pubblicato nei giorni scorsi dalla sezione della Lombardia della Corte dei Conti. Ne ha riferito ieri gioconews.it che ha chiesto all’ex sindaca di Campione d'Italia, Maria Paola Mangilli Piccaluga, di commentare la decisione di sanzionarla, assieme con la sua amministrazione, per alcune delibere e decisioni che avrebbero infine portato, nel 2018, alla dichiarazione di dissesto.
Piccaluga ha ribadito che è sempre stato onesto, trasparente e mai mosso da alcun interesse personale, il comportamento della sua amministrazione: “È difficile comprendere come sia possibile che una amministrazione venga decretata colpevole quando ha agito dopo aver avuto pareri favorevoli dai funzionari di revisione dei conti e sotto l’occhio attento del ministero, che comprendendo le difficoltà causate anche dal cambio tra euro franco aveva stabilito un contributo annuo di 10 milioni di euro legati al cambio che ancora oggi il Comune riceve”, ha dichiarato l’ex sindaca.
Nel decreto, la Corte dei Conti ha stabilito la responsabilità dell’ex sindaca, dell’ex vicesindaco Florio Bernasconi e di Armando Bresciani, Mariano Zanotta, Diego Gozzi e Pierantonio Montagnini, respingendo invece la domanda che la Procura aveva formulato nei confronti dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi, dell’ex vicesindaco Alfio Balsamo e di Antonella D’Aniello, Salvatore Palmi e Giovanni Toninelli, per i quali si è anche disposto che sarà il Comune di Campione a pagare le loro spese legali. Come si legge su gioconews.it, Piccaluga “è stata condannata a pagare 117’132 euro a favore del Comune, Armando Bresciani 1’057 euro, Mariano Zanotta 18’871 euro, Diego Gozzi 1’030, Florio Bernasconi 18’220 euro e Pierantonio Montagnini 16’952 euro. Il dispositivo ripercorre vicende che si intrecciano tra Comune e casinò a partire dal 2012. Le difese hanno sostenuto che il voto favorevole a quelle disposizioni aveva lo scopo di “tutelare gli interessi del Comune e della cittadinanza”, ma la magistratura contabile è stata di diverso avviso.