Proposta l'idea di consultare gli abitanti prima di decidere che fare del ‘Sombrero’. La riqualifica suscita l'interesse dell'assemblea di quartiere.
Bisogna capire, al più presto, cosa fare della fontana di Tita Carloni, (denominata ‘Sombrero’, ndr). In ogni caso, andrà trasferita altrove. Dal profilo idraulico, il manufatto e i suoi servizi sotterranei necessitano di una ristrutturazione, ma avrebbe poco senso investire i circa 300mila franchi, che ci vorrebbero, se in futuro, tra cinque o dieci anni, si dovrà spostarla. Karin Valenzano Rossi, direttrice del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano (Dsu), sabato mattina nell’assemblea del quartiere Molino Nuovo, riunita nella scuola elementare della Gerra, ha proposto l’idea di sottoporre a tutti i fuochi un sondaggio sul destino del ‘Sombrero’, nell’ambito della riqualifica del comparto.
Il destino della fontana non è dunque ancora scritto, anche se tre dei quattro gruppi che hanno partecipato al mandato di studio in parallelo, sulla carta, non la prevedono più. Il suo mantenimento dipenderà anche dalla soluzione che verrà adottata per l’autosilo sotterraneo, in sostituzione dei posteggi in superficie della piazza, e dalla forma che assumerà l’edificio definito ‘Attivatore’, come luogo pubblico rivolto alle associazioni e ai residenti del quartiere, disegnato sul lato ovest della piazza quale separazione dalla via Trevano. La creazione delle rampe d’accesso al parcheggio sotterraneo potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo alla conservazione del ‘Sombrero’ nello stesso luogo in cui sorge oggi. D’altra parte, la fontana di Carloni risalente al 1954 non è stata riconosciuta quale bene culturale cantonale (né comunale) meritevole di tutela.
Più o meno lo stesso discorso, sabato, è stato ventilato rispetto alla Pensilina disegnata da Mario Botta: la struttura ha fatto il suo tempo, si potrebbe eventualmente spostare altrove, ma dovrà lasciare lo snodo dei trasporti pubblici lungo Corso Pestalozzi, perché lì arriverà il Tram-treno. La municipale Valenzano Rossi ha reso noto che l’autorità cittadina ha provveduto, nel frattempo, a informare il famoso architetto ticinese. Tornando alla fontana, la titolare del Dsu, in merito al sondaggio, non vorrebbe creare troppe aspettative. Però auspica la partecipazione della popolazione e vorrebbe che la Città possa offrire uno spazio pubblico di qualità, anche durante gli anni che ci vorranno per giungere alla concretizzazione della riqualifica del comparto. Siamo infatti ancora nella fase di pianificazione, mentre il concorso di progettazione della piazza è rimasto nel cassetto per motivi finanziari e perché non è stato ritenuto prioritario.
I contenuti che verranno inseriti nel comparto restano da definire. La titolare del Dicastero immobili Cristina Zanini Barzaghi, durante l’assemblea di sabato, ha pure lanciato un’idea che potrebbe fare breccia. Nulla impedisce di prevedere un autosilo ridimensionato (sotto la piazza) rispetto alle previsioni, convincendo i proprietari privati del comparto oggetto di riqualifica, a realizzare posteggi e destinarne una parte all’uso pubblico. Zanini Barzaghi ha spiegato che la Città ha adottato la stessa soluzione per l’autosilo di Pambio-Noranco. Questo scenario, assieme all’edificazione di un ‘Attivatore’ non troppo grande, magari in parte aperto, potrebbe ragionevolmente lasciare lo spazio al mantenimento della fontana, la cui eliminazione comporterebbe comunque un costo non ancora stimato.
Insomma, ha fatto discutere parecchio l'assemblea il tema della riqualifica del comparto, oggetto di una mozione risalente al 2017. Da segnalare anche il rapporto della Commissione della Pianificazione del territorio, risalente a un anno e mezzo dopo, che aveva ‘sposato’ l’idea di proporre una variante di Piano regolatore richiesta dai mozionanti per valorizzare le peculiarità della piazza. Il rapporto non aveva accolto, invece, la proposta di eliminare la fontana, preferendo affidare la questione agli specialisti. In seguito, l’esecutivo ha ottenuto i risultati del mandato di studio in parallelo. Sabato mattina diversi cittadini presenti all’assemblea di quartiere sono intervenuti, formulando domande alle due rappresentanti del Municipio. La procedura è tuttavia lunga e siamo a livello di preparazione degli atti della variante di Piano regolatore. Una variante che dovrà ottenere il preavviso dell’autorità cantonale prima di essere sottoposta al voto del Consiglio comunale di Lugano. Dopodiché, la versione approvata dovrà essere pubblicata e bisognerà attendere i termini per la presentazione di eventuali ricorsi.
L’assemblea di sabato ha apprezzato il lavori dell’autorità politica e della commissione di quartiere, che vuole proporre progetti ed eventi rivolti alla fascia adolescenziale, ritenuta fragile e bisognosa di un punto di riferimento, e per migliorare la socialità coinvolgendo le numerose etnie del quartiere. Malgrado lo scetticismo iniziale, Svetlana Rossi, la presidente della Commissione, ha definito meravigliosa l’esperienza della Straordinaria sullo sterrato della Gerra, dove sono stati organizzati con successo diversi appuntamenti del Caffé di quartiere. Un’esperienza che ha mostrato il bisogno di un posto, che offra eventi e spettacoli, per riunire le persone. La presidente ha ribadito la richiesta all’autorità cittadina di spostare qualche evento anche al di fuori dei ‘confini’ del centro e ha annunciato l’intenzione di organizzare una festa da tenere una volta all’anno.