LaboratorioCarona invita a fare due passi in paese e a riflettere su spazi e paesaggi per valorizzare il territorio
Andare a passeggio per il ‘cuore’ di Carona per riappropriarsi di spazi e paesaggi. L'idea è venuta al laboratorioCarona (www.laboratoriocarona.ch) che domenica prossima, in collaborazione con mobilità pedonale Svizzera (www.janeswalk.ch), proporrà una passeggiata con discussione in comune attraverso l’antico borgo e il paesaggio che lo circonda. Un momento che si concluderà con un aperitivo all’Hotel villa Carona.
Situata sull’Arbostora, questa ‘cittadella’, ricordano i promotori, "nel Medioevo è stata un luogo speciale e importante, titolare di concessioni e diritti speciali". Dal Cinquecento, ma soprattutto nel Sei e Settecento i suoi abitanti furono, infatti, architetti e capomastri, edili e artisti operanti in mezzo mondo, e che a Carona hanno lasciato "molte testimonianze e un borgo di alta qualità". Poi, ripercorrono, dagli anni Venti del secolo scorso, Carona "incanta visionari che sognano progetti, e infine, l’industriale Giussani (anni ’60-70) che realizza una teleferica (allora da Melide a Carona) e costruisce la piscina e il parco San Grato". Il nucleo storico e i suoi dintorni vengono fatti oggetto, non a caso, a fine Novecento di studi e progetti pianificatori di architetti come Tita Carloni e Luigi Snozzi.
A questo punto l’Associazione si prefigge di accendere i riflettori su questi studi e continuare la riflessione, coinvolgendo innanzitutto chi nel paese ci abita, "stimolando la ricerca di interventi, non solo pianificatori, che valorizzino la vita degli abitanti e il soggiorno anche turistico a Carona". Ai suoi occhi, in effetti, "oggi l’ente pubblico sembra faticare nel mettere assieme tutti gli elementi del territorio pubblico mettendo in pratica delle soluzioni parziali come (tema attuale) la circonvallazione della strada Nodivra, altamente problematica dal profilo del paesaggio, senza peraltro pensare a una ricucitura del nucleo antico (strada principale), dove il traffico e posteggi selvaggi la fanno, per forza, da padroni".