Il Municipio di Lugano chiede di respingere l'ultima mozione: il legislativo si è già espresso e sulla protezione dei singoli edifici due varianti di Pr
"In seguito a quanto richiesto nel quadro della mozione numero 4136, il Municipio ha avviato uno studio pianificatorio relativo al quartiere Montarina che comprende anche i mappali 1025 e 1026 (villino Ganser e Casa Walty, ndr.). L'obiettivo principale dello studio è quello di comprendere in che modo tutelare meglio (rispetto all'attuale impostazione del Piano regolatore) le caratteristiche della ‘Città giardino’ e dunque in che modo colmare le lacune eventuali presentate dal Piano regolatore vigente". Parole dell'esecutivo cittadino messe nero su bianco nel preavviso all'ultima mozione presentata dai consiglieri comunali socialisti Tessa Prati, Mattea David, Raoul Ghisletta, Dario Petrini, Aurelio Sargenti e Carlo Zoppi e da Demis Fumasoli (Forum Alternativo).
Un preavviso nel quale la Città fatica a nascondere un certo nervosismo perché lo studio pianificatorio era stato deciso dal Consiglio comunale, già diverse sedute or sono e quindi è superflua l'ultima mozione, che chiede una rinnovata delimitazione della protezione del quartiere di Montarina. Non solo. Il Municipio bacchetta i firmatari dell'atto che hanno parlato di "studio pianificatorio PV 14", mentre il PV 14 non è uno studio, bensì "un Perimetro di Valorizzazione, ovvero un perimetro definito sul Piano regolatore vigente, per il quale valgono delle disposizioni specifiche (come citato nella mozione, un indice di occupazione del 30% e un indice del verde del 60%). L'obiettivo di questo perimetro è di preservare un'occupazione del suolo analoga a quella della ‘Città giardino’, concetto sul quale si è sviluppato il quartiere".
L'esecutivo chiede al Consiglio comunale di respingere la mozione, perché "la protezione dei singoli edifici ha già fatto oggetto di due specifiche varianti di Piano regolatore (una approvata dal Consiglio di Stato nel 2017 e una in formazione, avviata nel 2020). Non è pertanto opportuno avviare una nuova variante di Piano regolatore volta a istituire delle tutele ai sensi della Legge cantonale sui beni culturali (Lbc), con lo stesso obiettivo delle due varianti citate, a distanza di così poco tempo e soprattutto prima ancora che la variante in corso sia giunta a conclusione del suo iter procedurale". Nel preavviso, viene richiamata la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (Tram), sul ricorso della Stan contro la decisione del 21 ottobre 2020 del Consiglio di Stato che aveva respinto l'impugnativa presentata dall'insorgente avverso la risoluzione del 4 gennaio 2018 con cui il Municipio di Lugano aveva rilasciato la licenza edilizia per uno stabile d'appartamenti e una villa ai mappali sui mappali 1025 e 1026.
Tuttavia, il Tram ha annullato la contestata licenza edilizia e la decisione governativa che la conferma, "poiché il progetto non si inserisce correttamente nel paesaggio e non perché ritiene che i due edifici meritino una tutela ai sensi della legge cantonale sui beni culturali", scrive il Municipio che riconosce di aver trascurato i contenuti dell'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza nazionale (Isos) "ai fini della determinazione delle qualità dell'insediamento". Ripredendo un passaggio della sentenza, la Città scrive che "anche se i fondi in questione non fanno parte del comparto più pregevole di Montarina, non può essere ignorato che essi appartengano comunque al pianoro collocato subito a sud, pure appartenente al quartiere storico". In altre parole, secondo il Municipio, il Tram ha messo in discussione l'inserimento armonioso del progetto nel contesto di situazione: "lo stabile si impone in modo eccessivamente dominante rispetto alle vicine case mono o plurifamiliari con giardino".
Il Municipio di Lugano precisa che "tutelare il carattere del quartiere di Montarina, ovvero le caratteristiche della ‘Città giardino’ non equivale a tutelare tutti gli edifici quali beni culturali ai sensi della Lbc. Naturalmente gli oggetti meritevoli vanno tutelati quali beni culturali, come previsto dalla variante di Piano regolatore in corso, altri oggetti non hanno invece gli estremi per essere tutelati ai sensi della Lbc, ma vi sono altri strumenti per tutelare, se necessario, il carattere del quartiere. Questo verrà determinato dallo studio pianificatorio in corso".