La direzione politica dei liberali-radicali cittadini si incontrerà settimana prossima per discutere della proposta del vicesindaco. Tiepido il presidente
Porta aperta all’idea, ma non a breve termine. A titolo esclusivamente personale, lo sottolinea, il presidente della sezione luganese del Partito liberale-radicale (Plr) Paolo Morel è tiepido nei confronti della proposta del vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco: aprire a una discussione che possa portare a un’alleanza, e dunque a una lista unica, per il Municipio fra Plr e Centro alle prossime elezioni comunali fra meno di un anno. Una proposta che non è certamente passata inosservata – «ho ricevuto una quarantina di messaggi stamattina», ci svela Morel – e che gli abbiamo chiesto di commentare.
«Premetto che la posizione di Badaracco è personale e assolutamente legittima. E peraltro lancia delle riflessioni che ritengo positive e che condivido, come ad esempio il fatto che il Plr faccia fatica a connotarsi con un profilo programmatico. Proprio perché come liberali-radicali avendo una posizione di centro, spesso è difficile, e lo capisco, far capire alla popolazione chi siamo e perché bisogna votarci. Questo è un aspetto sul quale dobbiamo sicuramente lavorare». Ciò detto, «la direzione politica (della quale fanno parte, oltre a Morel e al vicesindaco, anche la municipale Karin Valenzano Rossi e il capogruppo Rupen Nacaroglu, ndr) si incontrerà settimana prossima per discutere di quest’aspetto».
«In linea di principio – aggiunge il presidente – non sono contrario a valutare delle alleanze, ma le stesse devono avere dei riscontri da un punto di vista delle persone, che devono avere affinità, e soprattutto sui temi. Queste ultime elezioni cantonali ci hanno insegnato che le alleanze non necessariamente fanno guadagnare tutti i partiti coinvolti. E sono, personalmente ribadisco, convinto che un anno sia troppo poco tempo per farlo. Oltretutto è un anno elettorale, con le federali in mezzo. Si potrebbe iniziare una riflessione più seria dal 15 aprile 2024 (all’indomani delle comunali, ndr). Inoltre, come detto dal presidente cantonale, riconosco anche che l’elettorato liberale-radicale ha ancora delle grosse reticenze in merito a un’alleanza con il Centro».
L’impressione è che queste reticenze provengano effettivamente più dal Plr che dal Centro. Come mai secondo lei? Perché siete in una posizione ancora di forza maggiore? «È un aspetto che non abbiamo analizzato, ma questa è una possibile ragione. Certo, la politica si sta polarizzando in maniera significativa. Per la sinistra e per la destra è più facile parlare all’elettorato, perché Lega e Udc da una parte e Ps e Verdi dall’altra non hanno il trascorso dei nostri due partiti. Abbiamo una storia diversa. Mi capita spesso di parlare con persone della mia generazione (classe 1968, ndr) o più giovani che mi dicono ‘questa (l’alleanza fra Plr e Centro, ndr) è una strada che dobbiamo percorrere’, ma bisogna tener conto del fatto che una buona parte del nostro elettorato non è giovane e ha un approccio diverso. E questo potrebbe essere un problema. Per questo ritengo che un’intesa di questo tipo vada coltivata in più tempo».