Luganese

Mancata copertura assicurativa, condannato per abuso di targhe

Il giudice ha invece esentato il 45enne imprenditore portoghese dall'accusa di appropriazione indebita d'imposte alla fonte

La targa era stata revocata dall’autorità vodese
(Ti-Press/Archivio)
19 aprile 2023
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C‘è stato un abuso delle targhe su un mezzo pesante che ha circolato in un periodo in cui l'autorità vodese aveva deciso di ritirarle a causa della mancata copertura assicurativa. Stamattina, è stato pertanto condannato a una pena pecuniaria sospesa condizionalmente per due anni il titolare della ditta di trasporti, un 45enne portoghese residente nel Luganese. Siro Quadri, presidente della Corte della assise Correzionali di Lugano, ha invece esentato l'uomo dalla pena, per il reato di ripetuta appropriazione indebita d'imposte alla fonte, prospettatagli tramite decreto d'accusa dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti. Imposte alla fonte, che nel frattempo l'imputato ha provveduto a saldare.

Nessun danno economico

Nel corso del processo, riguardo all'accusa finanziaria, il giudice ha accertato che il credito ha attestato di aver ricevuto i soldi. Quindi, il danno economico, di fatto, non sussiste più e non c’è spazio per una condanna nei confronti dell'imprenditore che si è dimostrato capace e si è sempre prodigato per evitare il fallimento dell'impresa. Il discorso cambia, però, per la violazione della Legge sulla circolazione stradale. In questo caso, il reato si è compiuto, perché il veicolo ha circolato in un periodo di revoca delle targhe. Anche se, il giorno dopo aver ricevuto la comunicazione dalla polizia vodese l'uomo ha provveduto a pagare i 120 franchi dovuti di una fattura relativa a un resto di franchigia da versare.

Quella fattura era però stata saldata

L'imputato è stato condannato perché quel veicolo ha circolato per almeno una settimana prima di essere fermato dalla polizia. Il giudice non ha potuto tener conto del fatto che è stata l’assicurazione a ritardare, per settimane, la comunicazione del versamento effettuato alle autorità di polizia. Come ha messo in evidenza l'avvocato Stefano Camponovo, legale del 45enne, le targhe del veicolo e quella fattura scoperta erano state pagate. Per questo, dopo la corrispondenza tramite email con l'assicurazione, l'uomo si è sentito in regola. Questo però, come detto non gli ha evitato la condanna, come aveva proposto il procuratore pubblico Arturo Garzoni.