Dal 2022, la città ha guadagnato sedici posizioni nel Global Financial Centres Index. L’economista Sergio Rossi: ‘La crisi di Credit Suisse può favorirla’
Nonostante la cura dimagrante degli ultimi anni, la piazza finanziaria di Lugano continua a distinguersi. Secondo l’ultimo report pubblicato dalla società inglese Z/Yen, che si basa su statistiche e valutazioni operate dalla City of London Corporation e dal Qatar Institute of Economics, la città sul Ceresio si trova al 56esimo posto nella classifica mondiale che include 120 centri finanziari. Sul podio ci sono New York, Londra e Singapore e nei piazzamenti attigui ci sono Lisbona (55esima) e Casablanca (57esima e prima in Africa), ma il dato più rilevante per la piazza è la crescita avuta negli ultimi semestri. Da quando è entrata nel marzo 2022 nel Global Financial Centres Index (Gfci), la più autorevole graduatoria della competitività dei centri finanziari mondiali, non smette di scalare la classifica. Nell’ultimo anno ha guadagnato 16 posizioni e nell’ultimo semestre è la città europea che ha aumentato più di tutti il suo punteggio.
Per il sindaco di Lugano, Michele Foletti, «è un ottimo risultato perché siamo piazzati vicino a Milano (50esima) che è la capitale economica dell’Italia. Siamo una piccola realtà, ma se degli operatori esterni al nostro mercato di riferimento ci hanno giudicato in questo modo, vuol dire che stiamo lavorando bene». Come ci spiega Mike Wardle, ideatore della classifica e Ceo di Z/Yen, «il Gfci combina due diverse serie di dati: in primo luogo, le valutazioni fornite ai centri finanziari dai professionisti del ramo, che completano un sondaggio dove chiediamo di identificare i centri che conoscono e poi di valutarli come luoghi in cui fare affari; la seconda misurazione è costituita invece da oltre 150 misure quantitative tratte da un’ampia varietà di dati tra cui l’ambiente imprenditoriale, le infrastrutture, il capitale umano, lo sviluppo del settore finanziario e la reputazione. Alla fine combiniamo i due dati con un algoritmo di apprendimento automatico e creiamo la nostra classifica che è giunta ormai alla 33esima edizione. Lugano nell’ultimo anno ha aumentato il suo punteggio soprattutto nel sondaggio, ma anche leggermente nelle valutazioni quantitative». Lo si nota soprattutto nell’ultima classifica, pubblicata sempre da Z/Yen, denominata Smart Centres Index, dove Lugano risulta la prima città al mondo nella sottocategoria “reputazione”.
Secondo Sergio Rossi, professore ordinario di macroeconomia ed economia monetaria nell’Università di Friburgo, «qualsiasi tipo di sondaggio ha una validità scientifica limitata in quanto si tratta di una sintesi di risposte soggettive, influenzate da un numero elevato di fattori, che dipendono ampiamente dalla percezione e dal sentimento di ciascuna persona interpellata. Indubbiamente, il Plan B della Città di Lugano ha contribuito a mettere in risalto questa piccola piazza finanziaria tra gli operatori del ramo nel mondo intero, grazie anche alla reputazione internazionale di cui beneficiava la Svizzera prima della crisi bancaria che ha coinvolto Credit Suisse».
Quanto successo recentemente a Credit Suisse avrà sicuramente un impatto sulla finanza luganese. Per il professore nativo di Bellinzona, però, non per forza quanto successo avrà conseguenze negative: «È assai verosimile che le piccole piazze finanziarie siano percepite come più affidabili e maggiormente ancorate al territorio locale, anziché orientate alle attività della finanza globale, altamente speculative e perciò molto più rischiose per l’insieme dei portatori di interesse. La piazza finanziaria di Lugano potrebbe fare breccia da questo episodio che ha rafforzato ulteriormente la svolta di molti patrimoni verso istituti bancari meno attivi sul piano globale. Il risparmiatore del ceto medio, ma anche numerose persone benestanti, si fidano oramai maggiormente delle istituzioni finanziarie di piccole o medie dimensioni, attive solo in alcuni rami della finanza di mercato, dove hanno sviluppato delle elevate competenze e dimostrato di saper gestire i patrimoni della loro clientela in modo cauto e ragionevole, senza promettere rendimenti che in fin dei conti si rivelano delle promesse da marinai. Inoltre, rispetto alle piazze di Ginevra e Zurigo, Lugano è forse maggiormente vista come meno puntigliosa nel rispetto delle regole che le banche si sono date, a seguito della crisi del 2008, per infondere maggiore fiducia ai propri clienti, anche se non rappresentano una garanzia di solidità».
Se si considera solo la classifica parziale riguardante il FinTech, nell’ultimo anno Lugano ha guadagnato nove posizioni piazzandosi al 70esimo rango mondiale. «Il Plan B – prosegue il sindaco – interessa molto all’estero. Nell’ambito degli addetti alla tecnologia blockchain e criptovalute, Lugano ha ottenuto una popolarità ampia, ma ricordiamoci che è un mondo ristretto e il valore totale delle criptovalute, rispetto a quello della moneta in circolazione, è comunque piccolo. Se riusciamo a intercettare una parte di questo mercato per una città piccola come la nostra è un ottimo risultato anche perché c’è ancora poca concorrenza». I primi risultati già si percepiscono in città: «il Plan B ha visto arrivare persone e aziende sia dalla Svizzera, anche da Zugo, che dall’estero. Qui hanno costatato che possono incontrare persone con gli stessi interessi e sviluppare nuovi progetti con più facilità».
Uno dei punti cruciali della classifica Gfci, è il capitale umano e Lugano vuole professionisti sempre più formati. Dopo il successo del Plan B Summer School 2022, che avrà un seguito nel 2023, «è stata annunciata anche la Spring School indirizzata al settore dei servizi e la risposta è stata buona – precisa Foletti – l’idea iniziale era organizzare un corso per 30 persone, invece l’entusiasmo è stato più grande del previsto e siamo già a 64 iscritti. Pian piano iniziamo a fornire competenze in vari settori e quando un’azienda verrà nel nostro territorio, non dovrà cercare esperti fuori dal Ticino». Un altro progetto a cui la Città tiene molto è anche il Lifestyle Tech Competence Center e di cui fanno parte quali soci aziende come Guess, Microsoft, Barilla e Lavazza. Il Municipio ha già previsto un investimento di 250’000 franchi annui per portarlo in via Peri 21, ritenendolo un proposito per accrescere maggiormente la diversificazione delle attività economiche svolte a Lugano. «Anche Moody’s – precisa il sindaco –, nel suo ultimo rating di Lugano, ha sottolineato l’economia forte e diversificata presente nella città».