Caso rimborsi alla Kering: si prospetta uno scontro ad armi sguainate al Consiglio comunale stasera, martedì. Quattro le interpellanze sul tema
Sarà senz’altro una seduta accesa quella di stasera a Bioggio. Il Consiglio comunale (Cc), convocato straordinariamente, discuterà della decisione del sindaco Eolo Alberti (Lega) nel dicembre del 2022, di non comunicare al resto del Municipio l’obbligo di rimborsare al gruppo Kering gli acconti d’imposta incassati in eccesso. Quanto? Si stima, secondo nostre informazioni, tra il milione e mezzo e i due milioni di franchi. Una situazione che, oltre ad accuse incrociate, ha portato a un ricorso sul Preventivo 2023.
Contattato da ‘laRegione’, Alberti non nega le proprie colpe. «La verità è che non c’è un vero motivo per cui non l’ho comunicato ai miei colleghi. Non avevo di certo intenzione di tenere il moltiplicatore basso a fini elettorali». Moltiplicatore che verrà con tutta probabilità alzato nel corso dell’anno e votato durante il Consuntivo 2022, e indiscrezioni rivelano che l’aumento sarà di non meno del cinque percento. «In quel periodo ho avuto delle vicende familiari che mi hanno molto provato emotivamente, ma col senno di poi io stesso sono il primo a chiedermi perché non l’ho comunicato, dato che per me non sarebbe cambiato nulla farlo».
«Io non ho mai scaricato le colpe su nessuno – continua –, ma il capo contabile e gli altri collaboratori che ne erano a conoscenza avrebbero potuto comunicarlo senza che io potessi oppormi. In realtà io non sarei nemmeno stato tenuto a saperlo: gli unici che ne sarebbero dovuti essere a conoscenza erano il capo contabile e il capodicastero».
E mentre il sindaco sembra essere tutto sommato sereno riguardo alla serata, sul versante opposto si percepisce un forte malcontento. «C’è una crisi di fiducia all’interno del Municipio – afferma il municipale Patrick Bizzozzero (Centro) –. Al momento c’è uno scontro aperto, ma non abbiamo intenzione di chiedere le dimissioni del sindaco. Siamo molti arrabbiati e domani sera (stasera, ndr) ci sarà da litigare, ma dobbiamo ancora convivere in questa legislatura per un anno, quindi a un certo punto bisognerà sbollire gli animi e trovare un modus operandi per andare avanti». Ma la spada di Damocle costituita dalle dimissioni rimane, e se non sarà il Municipio a richiederle, voci di corridoio (non confermate), rivelano che la richiesta potrebbe venire da un consigliere comunale. «Le dimissioni sono fuori discussione – asserisce Alberti –. Non c’è alcuna rilevanza penale o comunque sanzionabile».
Anzi. Un’altra questione sollevata da Alberti stesso è la violazione del principio della collegialità da parte dei suoi colleghi di Municipio, dal momento che la notizia è stata fatta trapelare ai media, nonché la violazione del segreto d’ufficio. «Non mancherò di fare la mia segnalazione alla Sezione enti locali (Sel) – spiega –, e in questi giorni stiamo verificando che non vi sia stata anche una violazione del segreto fiscale. Con questa cosa di voler sempre uscire sui giornali per screditare non si è fatto altro che mettere in cattiva luce l’intero Comune». «Se c’è qualcuno che per primo ha violato la collegialità – replica Bizzozzero –, questi sono il sindaco e il capodicastero Finanze (Steve Ricci, ndr). Perché non condividere informazioni del genere con il resto del Municipio vuol dire celare delle informazioni vitali per il bene del Comune. Però ho l’impressione che si stia cercando di sviare l’attenzione dal vero problema, ossia la mancata informazione e il tentativo di raggirare il legislativo e l’esecutivo sulla questione».
Impressioni condivise anche da Franco Baroni (Sinistra Ecologisti Indipendenti, Sei): «Hanno avviato la macchina da guerra, preparando due interpellanze che sono tendenziose». Il riferimento del consigliere comunale è agli atti parlamentari firmati dal presidente della Commissione della gestione Riccardo Molteni e dal collega di gruppo Claudio Pagnamenta (entrambi Lega-Udc-Libertà e Trasparenza, come il sindaco). Interpellanze che più che sull’omissione di Alberti pongono l’accento da un lato sulle uscite sui giornali dei quattro municipali che si sono distanziati dall’operato del sindaco e dall’altro lato sulle presunte responsabilità interne all’amministrazione comunale nella vicenda. In particolare, su quelle dell’ex capo contabile.
«Mettono una cortina fumogena – osserva Baroni –, ponendo come capro espiatorio l’ex capo contabile che non c’è più e non può difendersi. Peraltro, ponendo domande sulle sue dimissioni violano la privacy, dato che ci si attende una risposta in una seduta pubblica. Tendono invece a minimizzare le mancanze del sindaco». Questi sono, viceversa, gli aspetti nella vicenda che più toccano il consigliere del gruppo Sei, come anche i firmatari (il gruppo del Centro, fra i quali l’ex sindaco Mauro Bernasconi) di un’altra interpellanza che verrà altrettanto discussa al Cc. «La cosa che mi fa rabbia è che abbia mentito alla Gestione (della quale Baroni è membro, ndr), dicendo che non sapeva niente. E non è vero, come dice, che si è scusato con la commissione. Purtroppo a causa di questa vicenda è scaduta notevolmente la credibilità del sindaco, di parte del Municipio e, viste le interpellanze, di parte del Cc».
Segnalazioni incrociate alla Sel a parte, a Bioggio l’aspetto più rilevante in questo momento è certamente il ricorso presentato da quattro commissari della Gestione al Preventivo 2023. «Abbiamo deciso di non ritirarlo, riteniamo che quella accaduta sia una mancanza importante e che quindi spetti all’autorità superiore esprimersi», precisa Baroni. Un atto che ha posto il Comune in uno stato di gestione provvisoria: finché il Consiglio di Stato non prenderà una decisione l’unica operazione finanziaria concessa sono i pagamenti di stipendio. Bloccati provvisoriamente gli investimenti. «La cosa peggiore è che anche quelli già votati, a causa dei rimborsi e dell’aumento di moltiplicatore, sono ora messi in dubbio. Per errori fatti da altri ci andrà di mezzo la popolazione».