Pronto il messaggio del Consiglio di Stato. In cantiere opere di ristrutturazione e ammodernamento dell’impianto consortile
A Bioggio si è pronti a mettere mano all’impianto di depurazione delle acque. Il Consiglio di Stato (CdS) ha messo sul tavolo dei parlamentari il dossier, accompagnato da una richiesta di credito di oltre 6 milioni e mezzo. Intervento con il quale si vuole sussidiare i lavori di ristrutturazione e ammodernamento della struttura del Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni (Cdaled), restituendo un complesso al passo coi tempi.
L’impianto, come ricorda lo stesso governo cantonale, è entrato in servizio nel 1976, ed è già stato oggetto, a partire dai primi anni Novanta, di un potenziamento della linea di trattamento delle acque e poi, più recentemente, negli anni 2014-18, del rinnovo della linea di trattamento dei fanghi.
Le opere messe ora in cantiere risultano essere indispensabili, fa capire il CdS, "per poter garantire anche in futuro la depurazione delle acque secondo i disposti di legge, tenendo conto dello sviluppo demografico, artigianale e industriale e dell’assetto pianificatorio previsto per il comprensorio del consorzio".
Accanto al potenziamento delle strutture esistenti, verrà poi inserito, si annuncia, il nuovo stadio di eliminazione dei microinquinanti organici presenti nelle acque di scarico, come previsto dall’Ordinanza sulla protezione delle acque. Questo nuovo stadio di trattamento gode del diritto al sussidio federale nella misura del 75 per cento.
In buona sostanza, gli interventi previsti porteranno quindi "dei miglioramenti significativi a livello depurativo con una diminuzione complessiva dell’impatto delle attività umane sulla tratta terminale del fiume Vedeggio, sul lago di Lugano e in particolare sul Golfo di Agno, come pure a una maggior sicurezza in caso di inquinamento accidentale dei reflui causato da riversamenti di sostanze tossiche e/o infiammabili".