Luganese

Tram-Treno, a dividere è ancora la linea Flp di collina

Mentre i Comuni di Collina d’Oro, Muzzano e Sorengo hanno ritirato le opposizioni sul tema, Ata, Stan e Cittadini per il territorio le hanno mantenute

Il trenino non passerà, verosimilmente, più da Sorengo (come in foto)
(Ti-Press)
9 marzo 2023
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Sono una dozzina, sulle 115 di partenza, le opposizioni rimaste nei confronti della Rete del tram-treno del Luganese (Rttl), per la quale l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha approvato i piani. Fra questi ricorsi, ci sono ancora quelli delle associazioni ambientaliste e di tutela del territorio: la Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), l’Associazione traffico e ambiente (Ata) e i Cittadini per il territorio del Luganese (Ctl). A unire i tre enti sono perplessità in comune in particolare su un tema: la dismissione dell’attuale tracciato collinare della Flp, ossia la tratta fra Bioggio e Lugano passando per Muzzano e Sorengo.

I Comuni hanno ritirato le proprie opposizioni

Intanto, va detto che il paventato smantellamento della linea collinare della Flp non era piaciuto neanche ai Comuni interessati: Collina d’Oro, Muzzano e Sorengo. E infatti erano fra gli oppositori. Con loro tuttavia è stata trovata un’intesa e le opposizioni sono dunque state ritirate, ci spiega il capoprogetto del Piano di trasporti del Luganese Ivan Continati. Non così con le tre associazioni. E sebbene le loro opposizioni rientrino fra quelle che l’Uft ha respinto, è lecito ora domandarsi se continueranno a opporsi al progetto appellandosi al Tribunale amministrativo federale (Taf).

Andare al Taf? ‘Una decisione è prematura’

«La decisione dell’Uft ci è arrivata solo stamattina – risponde Benedetto Antonini, vicepresidente della Stan –. È prematuro esprimersi su un eventuale ricorso al Taf, dobbiamo discuterne nel Consiglio direttivo e confrontarci con gli altri (Ata e Ctl, ndr)». «Noi non abbiamo ancora ricevuto la decisione e finché non la leggo preferisco non esprimermi» taglia corto Bruno Storni, presidente della sezione Svizzera italiana dell’Ata, mentre il presidente dei Ctl Carlo Lepori sottolinea che «prima di prendere una decisione bisogna capire quali sono gli argomenti dell’Uft e perché respingono l’opposizione. In ogni caso bisognerà valutare bene prima di rivolgersi al Taf, perché bisognerà eventualmente contestare aspetti giuridico-formali e non di merito».

Le associazioni vogliono mantenere la linea Flp di collina

Troppo presto dunque sapere se la saga giuridica della Rttl proseguirà o meno. E questo senza tenere conto delle volontà dei privati. Indipendentemente dalla decisione che prenderanno, le tre associazioni restano tuttavia della loro idea quando si tocca il motivo dell’opposizione. «Non l’abbiamo ritirata perché non sono entrati in materia sulla nostra richiesta – precisa Storni –: mantenere la linea di collina. Non possiamo sostenere un progetto che prevede di togliere, invece di aggiungere, binari». «Il governo ha fatto uno studio che affermava la difficoltà di integrare la linea collinare con la Rttl – spiega Lepori –. Abbiamo chieste di almeno prendere in considerazione la nostra richiesta, che ricordo è contenuta in un emendamento approvato dal Gran Consiglio, e se ne fossero risultati dei problemi di fattibilità, avremmo ritirato l’opposizione. Ma la nostra proposta non è stata accettata. È stato fatto un tentativo di conciliazione, ma invano». Oltre a concordare con le osservazioni di Storni e Lepori, Antonini aggiunge «a titolo personale, che il progetto è un po’ al ribasso, perché non scarica sufficientemente le strade: bisognerebbe avere il coraggio di fare una linea a doppio binario da Ponte Tresa a Lugano. Purtroppo non ci siamo mai confrontati con il Dipartimento del territorio. Se accettassero di discutere con noi si potrebbe trovare un appianamento, ma non sembra esserci questa volontà...».

‘Deciderà il Gran Consiglio’

A dividere, insomma, questioni ideologiche a parte, è ancora la tratta collinare della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa. «In realtà – evidenzia però Continati –, un’eventuale dismissione della linea non dipende da questa procedura. Sono decisioni che devono ancora venir prese. Il progetto pubblicato, non prevede di toccare la linea collinare, che mantiene una sua concessione. C’è un messaggio governativo che dice che si potrà mantenere a determinate condizioni. Ci sono dei costi da sopportare e se il Gran Consiglio sarà disposto a farlo, bene. Altrimenti, c’è un’alternativa: un servizio di autobus sostitutivo e un percorso ciclopedonale al posto dell’attuale tracciato».