I sindacato Vpod e Ocst denunciano la situazione ‘inaccettabile’. Partono due interpellanze in Gran Consiglio e in Consiglio comunale a Lugano
Non è stato riconosciuto il rincaro, per il 2022, nelle buste paga dei dipendenti del Museo d’arte della Svizzera italiana (Masi) che sono complessivamente poco meno di 50. Lo denunciano pubblicamente i sindacati Vpod e Ocst, firmatari del contratto collettivo di lavoro. Secondo le associazioni di categoria, il personale del Masi sarebbe l’unico personale di enti comunali e cantonali sussidiati che non aver ottenuto il carovita. Una situazione considerata "inaccettabile" da entrambi i sindacati.
Si starebbe andando verso una soluzione, ma intanto sono scattati gli atti parlamentari in Consiglio comunale a Lugano e in Gran Consiglio. A presentarli sotto forma di interpellenza, sono stati i deputati Raoul Ghisletta, Lorenzo Jelmini e Giulia Petralli che si sono attivati a per sensibilizzare il Cantone. Oltre a ciò, ci si è mossi anche a livello comunale: un’interpellanza firmata da Raoul Ghisletta, Lorenzo Beretta Piccoli, Danilo Baratti, Marisa Mengotti è stata fatta nel Consiglio comunale della Città di Lugano per sensibilizzare il Municipio.
A inquietare i due sindacati è "la situazione finanziaria della Fondazione Masi, che non consente alcun miglioramento del contratto collettivo di lavoro". Per questo motivo, la Vpod e l’Ocst hanno scritto al Consiglio d’amministrazione della Fondazione, chiedendo un incontro a breve termine per discutere della situazione generale e finanziaria. Si perché, entrambe le associazioni di categoria, ritengono "necessario valutare tempestivamente e in modo congiunto i prossimi passi, per trovare soluzioni alternative a quella della mancata compensazione del carovita".
La denuncia è stata resa pubblica dopo che lo scorso 10 febbraio, il Consiglio della Fondazione del Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano ha scritto ai sindacati la seguente comunicazione: "Pur condividendo il concetto dell’adeguamento salariale già applicato da Cantone e Città, allo stato attuale dei conti il Masi non dispone delle risorse finanziarie per riconoscerlo. Si adopererà tuttavia nei prossimi mesi, di concerto con gli Enti Fondatori (Cantone e Città di Lugano), per tentare di reperire le risorse al fine di permettergli di fare fronte a quanto in discorso. Pertanto, i salari rimangono per ora immutati e la questione verrà riesaminata entro fine settembre 2023 alla luce delle soluzioni che potranno essere trovate nel frattempo".