Luganese

Condannato per aver truffato tre anziane del Luganese

Pena parzialmente sospesa per un 27enne reo confesso. Tra i nove tentativi di ‘falso nipote’ messi in atto nel settembre 2022, sei sono stati sventati

Gli anziani sono stati raggiunti al telefono da persone ignote
(archivio Ti-Press)
8 febbraio 2023
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Tra il 5 e il 9 settembre dell’anno scorso ha sottratto contanti e gioielli per 154mila franchi a tre anziane del Luganese con la truffa del falso nipote. Altre sei truffe non gli sono per contro riuscite. La Corte delle Assise correzionali ha giudicato, con procedura di rito abbreviato, un 27enne polacco. Il giudice Marco Villa ha approvato l’accordo presentato in aula da accusa (il procuratore pubblico Roberto Ruggeri) e difesa (l’avvocato Mattia Bordignon) e ha condannato l’uomo a 24 mesi, di cui 18 sospesi per un periodo di prova di tre anni, per truffa per mestiere, guida senza autorizzazione e delitto contro la legge federale sulla promozione dello sport e dell’attività fisica. Al momento del fermo il 27enne è stato trovato in possesso di un flacone di ossandrolone, una sostanza dopante («era per mio uso privato»). La Corte ha inoltre ordinato un’espulsione di 8 anni e l’iscrizione nel sistema informatico di Schengen.

L’imputato ha riconosciuto i reati inseriti nell’atto d’accusa. Le sue vittime, tre donne nate tra il 1932 e il 1945, sono state raggiunte da una telefonata effettuata da una persona ignota. A due di loro, identificandosi rispettivamente come nipote e figlia, è stato fatto credere che la somma richiesta telefonicamente servisse per pagare "costose cure mediche concernenti una grave forma di Covid-19". Alla terza vittima è stato fatto credere che "il nipote fosse incorso in un incidente con ferimento" e che i soldi fossero necessari "per la pratica giudiziaria". Le altre truffe sono invece state smascherate già nel corso della telefonata, successivamente interrotta. La donna che ha permesso l’arresto del 27enne, resasi conto dell’inganno gli ha consegnato unicamente una busta vuota e ha allertato la polizia. Denaro e beni preziosi ricevuti – nell’atto d’accusa si parla di 95mila franchi in contanti, 15mila euro e gioielli per un valore di almeno 42’100 franchi – sono stati consegnati a terze persone a lui ignote in Italia.

Nell’approvare l’accordo, e quindi la condanna, il giudice Marco Villa ha definito «adeguata al ruolo e all’essere incensurato in Svizzera la parte di pena da espiare». Il 27enne ha dei precedenti nel suo Paese, dove ha scontato 4 anni di carcere. L’uomo ha dichiarato di voler tornare in Italia a lavorare. Su sollecitazione della Corte, le parti hanno trovato un accordo in merito all’iscrizione nel sistema Schengen. «Dal punto di vista giuridico si tratta di reati gravi contro l’ordine pubblico – ha commentato il giudice –. Almeno per la truffa non si può dire il contrario, considerate anche le vittime».