Luganese

Lugano, una trentina di edifici in più da tutelare

È in pubblicazione all’albo la variante di Piano regolatore beni culturali 2. Aumentano le costruzioni storiche ritenute meritevoli di salvaguardia

Una parte degli esterni del Gran Hotel Villa Castagnola
(Ti-Press/Archivio)
24 gennaio 2023
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Passo in avanti nella tutela del patrimonio storico e architettonico di Lugano. La procedura di consolidamento, per una parte degli edifici considerati meritevoli di tutela è, però, ancora in corso. All’albo comunale, da oggi è in pubblicazione, fino al 22 febbraio, la variante di Piano regolatore beni culturali 2, sezioni di Castagnola e di Lugano. Una pubblicazione dalla quale emerge un aumento delle costruzioni che l’autorità politica vuole proteggere. In totale sono 131 e, rispetto alla lista votata dal Consiglio comunale oltre dieci anni fa, se ne sono aggiunti una trentina, 33 per la precisione.

’Salvato’ il rione Madonnetta

Tra gli oggetti aggiunti, ce ne sono alcuni per i quali, negli anni scorsi il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) aveva accolto l’opposizione, rimandando l’incarto alla Città e chiedendo di sostanziare maggiormente la ragioni per la tutela. Nel frattempo, la Città ha fatto i compiti e ha inserito le case popolari del rione Madonnetta in via Marco da Carona a Molino Nuovo, dopo che il ricorso presentato dalla Cassa pensioni dei dipendenti di Lugano (che un paio di anni or sono li aveva ceduti a un fondo d’investimento del Canton Zugo assieme a dei terreni adiacenti) è stato respinto anche in seconda istanza. Tra questi, sono stati ritenuti degni di salvaguardia, la ‘vecchia’ sottocentrale Ail di Gemmo a Breganzona, il Grand Hotel Villa Castagnola, Villa Miramonte in via Mazzini 10, e gli edifici situati in viale Stefano Franscini 15 e in via Soldino 24 e 26.

Approfonditi una sessantina di oggetti

Ma Lugano ne avrebbe tutelati anche altri. Inizialmente, «erano una sessantina di oggetti individuati dalla Città per un approfondimento, in vista di un’eventuale tutela quale bene culturale locale. Al termine delle valutazioni – ci spiega l’architetto Andrea Felicioni della Divisione Pianificazione ambiente e mobilità della Città di Lugano – sono stati una trentina di quelli presi in considerazione, perché ritenuti meritevoli di salvaguardia». In sostanza e in estrema sintesi, «l frutto di questo lavoro è confluito nella variante di Piano regolatore beni culturali 2, ora è in pubblicazione all’albo. Durante questo periodo, chiunque si può esprimere, in particolare i diretti interessati, sia proprietari di un fondo oggetto di tutela sia i possessori di un edificio non ritenuto degno di tutela ai sensi della Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali entrata in vigore nel maggio 1997.

Il ‘pacchetto’ comprende Castagnola

La variante 2 contiene un nuovo pacchetto che riguarda le sezioni di Castagnola e Lugano, (nuclei esclusi). In altre parole, la città prima delle tre fasi aggregative (2004, 2008 e 2013) e dopo il 1972 quando venne formalizzata la fusione con Castagnola e Brè. Il documento esclude la sezione di Brè, perché questa è già oggetto di una revisione pianificatoria totale. "La necessità di conservare il patrimonio culturale nasce dalla volontà di trasmettere alle generazioni future la testimonianza concreta della nostra cultura e della storia del nostro territorio, identificando sul territorio gli elementi portatori di un certo fattore identitario. Patrimonio che va protetto attraverso lo strumento del piano regolatore", si legge nel documento.

Il Cantone suggeriva 22 beni

Per proteggere i beni immobili degni di tutela il Comune di Lugano, negli anni scorsi aveva elaborato una prima variante pianificatoria per le Sezioni di Lugano e Castagnola, denominata "Variante beni culturali 1", volta a vincolare quali beni culturali locali una serie di oggetti. Tale variante è stata approvata il 12 aprile 2017 dal Cantone ed è cresciuta in giudicato, ad eccezione di alcuni oggetti per i quali il Tribunale amministrativo cantonale (con decisioni di seconda istanza del 18 dicembre 2019) ha retrocesso gli atti al Comune affinché proceda a motivare le sue scelte nell’ambito di una nuova variante. Oltre a queste decisioni, il Dipartimento del territorio aveva suggerito la tutela di altri 22 edifici. Sono inoltre stati inseriti alcuni edifici inclusi nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos).

Oggetti entrati nella lista

Ecco gli edifici inseriti nella variante su proposta del Dipartimento del territorio, che si era espresso in merito alla variante pianificatoria beni culturali 1: Villa Angiolinetta, in via Bossi 10; Palazzina Ambrosetti, in via Bossi 17; la Casa parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore, Casa Adele Colombo; gli edifici in via Rodari 5, 7, 22, 24 (Villino Marazzi) e quelli in via Pocobelli 2 e 4. Inseriti pure i tre oggetti in via Clemente Maraini 3, 5 e 11 (ex albergo Bristol); il tempietto Washington sul lungolago di Lugano; l’edificio in via Cortivallo 6; quello in via Bossi 6; Villa Linda in via san Gottardo 7 e quello in via Stabile 10. Nella lista pure: Villa Gujoni, in via Ciseri 3; gli edifici in via Borromini 12 e 21; la palazzina in via Berna 5; Villa Sassa (ex villa Luvini, in via Tesserete 10) e l’edificio in via Cassarinetta 10. Inseriti anche il cimitero di Castagnola; l’edificio in via delle Scuole 2 e quello in via Castagnola 23. La città ha inoltre inserito alcuni oggetti segnalati nell’Inventario Isos, tra i quali quelli in via Simen 12 e in via Trevano 17.

Perimetri di valorizzazione stralciati

Nell’ambito della variante beni culturali 1, sono stati definiti dei "perimetri di valorizzazione" comunale (Pv) che mirano a dare valore urbanistico al comparto in cui sono inseriti uno o più beni culturali di interesse locale. Nella variante in pubblicazione, l’autorità cittadina ha stralciato il Pv4 e il Pv13. Rispetto al Pv4, si legge nel documento, i fondi inclusi sono già tutti integrati all’interno del perimetro di rispetto cantonale istituito per la "protezione" del settore che circonda Villa La Belgique, bene culturale posto sotto tutela cantonale. In merito al Pv13, che in sostanza riguarda l’ex sottocentrale di Gemmo, il Tram aveva accolto parzialmente il ricorso presentato dalle Ail Sa, retrocedendo gli atti alla Città e chiedendo l’elaborazione di una variante.

Da segnalare inoltre che gli ex Comuni aggregatisi con Lugano dopo il 2004 hanno tutti identificato e tutelato sul loro territorio una serie di oggetti meritevoli di protezione a livello locale. Non solo. Al di là di quella in pubblicazione, sono allo studio altre varianti che prevedono la tutela di ulteriori oggetti, in particolare nei comparti della sezione di Brè, della stazione Ffs di Lugano, della sezione di Barbengo, della sezione di Cadro e del comparto di Villa Favorita. Sono peraltro in corso approfondimenti, che potrebbero evidenziare l’opportunità di nuove tutele (come per l’ex deposito Arl di via La Santa a Viganello).