Il bilancio abbastanza positivo di Mattias Schmidt (Astuti) dopo gli ultimi potenziamenti del servizio
Spesso nel mirino, sottoposto a impietosi confronti con città della Svizzera interna, il trasporto pubblico dell’area luganese negli ultimi anni ha conosciuto un potenziamento a tappe abbastanza importante. Che ha interessato sia le linee principali che quelle secondarie. Le prime hanno goduto di un netto miglioramento della frequenza: nelle ore di punta si arriva fino a 7 minuti e mezzo tra un bus e l’altro (risolvendo in buona parte il problema dei sovraffollamenti) mentre la sera e nei festivi si resta entro i 15 minuti (prima: ogni 30). Le seconde sono pure state riviste; l’ultimo ‘upgrade’ nella zona di Lugano ha particolarmente toccato le corse sul monte Brè e quelle che servono gli abitanti della collina tra Besso e Muzzano.
È presto per cercare il risultato di questi sforzi nelle cifre sui passeggeri trasportati, ancora troppo influenzate dalla pandemia del coronavirus. Tentiamo invece un bilancio qualitativo con Mattias Schmidt, luganese e membro di comitato dell’associazione dei passeggeri Astuti (sezione ticinese di Pro Bahn). «Il bilancio è sicuramente positivo» ci risponde, «anche se si tratta più che altro di una normalizzazione, nel senso che adesso abbiamo un servizio come già esisteva nel resto della Svizzera. Cioè si può partire il mattino presto o la sera tardi per raggiungere il centro città o tornare a casa. Oggi partendo col bus si può anche prendere il treno delle sei a Lugano per andare a Zurigo. E infatti i treni mattutini sono molto pieni anche da Bellinzona e oltre, e non solo fino a Bellinzona. C’è un nuovo pendolarismo verso la Svizzera interna, visto che con la nuova galleria di base si arriva a Zurigo in due ore».
Il salto di qualità da mezzo per studenti, pendolari e anziani a servizio universale in sostituzione dell’auto. Ci siamo? «Ovviamente, era importante che a Lugano i bus circolassero la sera ogni quarto d’ora. In questo modo si invoglia a prendere il mezzo pubblico, i passaggi ogni mezz’ora erano veramente troppo diradati. Detto questo, a Basilea conosco gente che si lamentava perché la sera il tram passava ogni dieci minuti invece che ogni sette minuti e mezzo...». La linea 3 di Lugano almeno nelle ore di punta è a livelli basilesi. «Certo quella è una linea molto frequentata. Da noi sul monte Brè c’è una corsa ogni mezz’ora nelle ore di punta e ogni ora nelle altre, che in futuro andrebbe migliorata ma per intanto va bene così. Calcoli che fra tutta la collina, da Castagnola a Brè vivono circa 6mila abitanti...». Frequenze a parte, il problema sembra il rispetto degli orari, specie nei momenti di forte traffico dove si vede talvolta un bus strapieno arrancare seguito a ruota da uno o due mezzi vuoti. Non si fa abbastanza per seguire in tempo reale la situazione? «So che a volte la Tpl tenta di fare girare diversamente i bus, o di mandare avanti quelli vuoti, però penso che sia un problema della città. In certe zone c’è troppo traffico e non ci sono le corsie preferenziali per i bus. Si parlava della linea 3, e dalla zona del Padiglione Conza al Centro il mezzo pubblico ci mette davvero troppo tempo. È colpa del traffico, una conseguenza anche del permesso di svolta a sinistra alle auto che arrivano dal lungolago. La città non ha il coraggio di decidere: potenziamo il trasporto pubblico ma poi lo mettiamo in difficoltà. Ci si è abituati anche a questo, ma non va bene. Forse è anche colpa delle Tpl che non fanno abbastanza pressione».
Sul dossier del tram-treno, compresa la soppressione della linea Flp verso la stazione, qual è il punto di vista di Mattia Schmidt? «Noi come associazione non abbiamo fatto ricorso anche perché non ne avevamo facoltà, ma pensiamo che la linea di collina andrebbe mantenuta. Dai calcoli che erano stati fatti da Marco Sailer non si guadagna molto tempo andando in stazione dalla futura galleria di base. Vero che si guadagnerebbero tre minuti, ma poi ci sarebbero 60 metri di dislivello da superare... L’attuale servizio Flp è ancora l’ideale, una linea di bus su quella tratta rimarrebbe intrappolata nel traffico. Ma temo che la frittata ormai sia fatta, non so se i ricorsi saranno accolti, vedremo. Per il resto devo dire che i nuovi mezzi li trovo fatti bene, e ho notato che gli ultimi esemplari arrivati sono allestiti con due sedili, corridoio e un sedile dall’altro lato, come a Zurigo, che è meglio perché il modulo da quattro sedili è troppo stretto. Trovo che ci sia sufficiente posto anche per carrozzelle, passeggini e quant’altro». In conclusione: cosa manca per avere un servizio pubblico competitivo? «Manca poco, in realtà. Il Malcantone è coperto fino a tarda notte, ad esempio, con gli ultimi potenziamenti siamo arrivati abbastanza lontano. In realtà sulle linee periferiche manca l’utenza. C’è un aumento di passeggeri sul Tilo, sulle linee urbane, ma adesso la gente deve cominciare a usare il mezzo pubblico anche fuori città. Io sono stato recentemente a Cademario, e lì hanno due linee di bus, quindi con passaggi praticamente ogni mezz’ora, e all’una del pomeriggio mi sono trovato da solo su un autopostale. Forse la gente non conosce ancora il servizio, può essere che manchi la comunicazione».