Tempo di bilanci per il settore turistico: mentre si prevede il pienone per Capodanno, la vera sorpresa è stata sotto Natale per i pernottamenti
Un Natale sopra le aspettative, un pienone per il Capodanno e in generale un ritorno (o quasi) ai livelli pre-pandemici. Questo in estrema sintesi il bilancio per il turismo natalizio luganese, il più forte nel cantone considerato che nel Locarnese la maggior parte delle strutture ricettive sono chiuse in inverno. «Gli alberghi del centro cittadino hanno registrato un’occupazione del 50% o anche superiore nel periodo natalizio e questo è un dato migliore rispetto alla media degli anni pre-Covid – svela Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotellerie Suisse sezione Ticino –. Mentre da almeno una decina di anni a Capodanno siamo sempre pieni. E anche quest’anno il trend si conferma. Appena fuori dal centro ci sono ancora delle camere a disposizione, ma poche e mancano ancora un paio di giorni».
La vera sorpresa dunque è stata sotto Natale. Come ve lo spiegate? «Durante la pandemia c’è stato un re-innamoramento dei turisti confederati della nostra regione. È un periodo positivo, vediamo un maggior interesse alla destinazione, grazie alle attività che vengono svolte come il mercatino: sono attrattori che portano turismo. Ad attirare è anche l’animazione che viene organizzata per il veglione di San Silvestro, ma sono due clientele diverse. Per Natale sono soprattutto confederati, a Capodanno prevalentemente italiani. In tutti i casi si tratta di una clientela molto affezionata al Luganese, che torna generalmente di anno in anno».
«Abbiamo notato anche noi un bel movimento, sia a livello di mercatino che soprattutto di chalet gastronomici – conferma Roberto Badaracco, capodicastero Eventi della Città –. È stata la prima volta negli ultimi anni che abbiamo potuto organizzare la manifestazione in formato ‘normale’ ed è stato un bel successo. La grande maggioranza dei commercianti ha detto di essere stata soddisfatta». E proprio per il mercatino natalizio di Lugano c’è una bella novità: «Siamo stati inseriti nella lista dei 10 mercatini più belli della Svizzera. È una bella soddisfazione, perché ci sono tanti eventi di questo tipo nel nostro Paese, vuol dire che abbiamo lavorato bene e ci siamo ritagliati una visibilità importante. Sono tornati anche i bus turistici – osserva infine il vicesindaco –, non ancora ai livelli pre-pandemici ma è un ritorno importante soprattutto durante i fine settimana».
Le impressioni, infine, sono positive anche per GastroLugano. «Sì, certamente – conferma il presidente Michele Unternährer –. Finalmente abbiamo un anno ‘normale’, siamo contenti di poter festeggiare senza alcuna restrizione. Non sembra vero». Sebbene manchino ancora un paio di giorni alla notte più lunga dell’anno, ci sono già «diverse riservazioni» nei ristoranti della città, anche se poi dipende dalle categorie e dal target: di più in quelli di lusso, mentre quelli rivolti ai giovani di solito ricevono le prenotazioni all’ultimo. Rispetto agli albergatori, c’è comunque più prudenza nell’analizzare il periodo: «In generale ci sembra che la gente voglia uscire, però tendendo ancora a risparmiare. Un altro trend che notiamo ormai da alcuni anni e che si è molto rafforzato con la pandemia sono le persone che prenotano tramite app o siti specializzati. È capitato molto con i romandi durante le ultime estati e di riflesso alcuni esercenti chiedono la caparra per le riservazioni: si tratta di una clientela nuova che si conosce poco e quindi la si richiede per una questione di sicurezza».
A proposito di clientela nuova, non c’è il timore di perdere quella acquisita durante la pandemia a causa dei prezzi dei pernottamenti che erano saliti? «È vero che c’era stato un aumento, forse del 20% e in particolare durante il 2020-21 – replica Pianezzi –, ma è spiegabile con il fatto che durante la pandemia le nostre strutture erano talmente sotto pressione che venivano vendute anche le camere che in anni normali restavano vuote. Il prezzo medio quindi è cresciuto perché queste camere venivano vendute a prezzi più elevati, sono le regole della domanda e dell’offerta. I veri rincari potrebbero arrivare con il 2023: l’aumento dei costi fissi, energetici in particolare, è molto forte: si va dal 30% dei costi dell’elettricità in su. Sicuramente qualcuno dovrà adeguare i costi».