Luganese

Campione, sul casinò l’ombra della prescrizione

Il ricorso della Procura di Como sarà discusso in febbraio a Milano, ma i tempi stringono

(Ti-Press)
11 dicembre 2022
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Sarà discusso il 13 febbraio del prossimo anno, davanti ai giudici della Corte d’Appello di Milano, il ricorso della Procura di Como alla sentenza del 16 giugno 2021 con cui il gup Andrea Giudici del Tribunale lariano aveva dichiarato il non luogo a procedere relativamente ad alcuni capi di imputazione, alleggerendo la posizione processuale di undici dei diciotto imputati del procedimento promosso dagli inquirenti lariani per chiarire se ci siano responsabilità da parte di due ex sindaci, dei loro vice e di funzionari comunali nel dissesto finanziario del Comune di Campione d’Italia, nonché del Cda (presidente, amministratore delegato e i tre componenti) e del collegio sindacale nella chiusura del Casinò. La sala da gioco, dopo essere stata dichiarata fallita il 26 luglio 2018, all’inizio di quest’anno ha ripreso l’attività. Il ricorso della Procura lariana risale al 21 luglio dello scorso anno.

Se i giudici dell’Appello dovessero accoglierlo, il fascicolo giudiziario dovrà essere integrato, con la conseguenza di allungare i tempi, contribuendo in questo modo a proiettare sulla causa l’ombra di una grande cesoia con la quale fare ‘zac’ sul processo. Insomma, un taglio netto sulla prosecuzione della causa, in quanto si profila il non luogo a procedere per la sopravvenuta prescrizione. Questo perché i reati contestati in parte sono già prescritti. Quelli che ancora non lo sono lo saranno entro giugno del prossimo anno. Potrebbe rimanere in piedi l’accusa di corruzione a carico di due ex dirigenti comunali. Le accuse per il troncone Comune sono di abuso d’ufficio e falsità ideologica in atto pubblico, mentre quelle per il Casinò sono di falso in bilancio e false comunicazioni sociali. L’ipotesi di bancarotta per gli amministratori della casa da gioco avanzata dopo il fallimento dichiarato nell’estate 2018 dai giudici del Tribunale civile di Como, stoppato dai giudici dell’Appello di Milano e annullato dalla Corte di Cassazione, è stata rimossa dal processo penale. Nei giorni scorsi il Comune di Campione d’Italia ha confermato la decisione di costituirsi parte civile. Anche l’attuale gestione del Casinò, che agli imputati chiede un risarcimento di 131 milioni, si è costituita parte civile.