Luganese

Morcote allacciata all’impianto di depurazione del Pian Scairolo

Tra i progetti previsti dal Consorzio l’abbattimento di microinquinanti e l’utilizzo di energie alternative

(Ti-Press)
28 novembre 2022
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«Con questo allacciamento tutta l’Arbostora è ora collegata», ha sottolineato Sandro Casella, presidente del Consorzio depurazione acque Pian Scairolo (Cdpas), durante l’incontro coi media di oggi. Infatti anche il comune di Morcote è ora allacciato all’impianto che si occupa di ripulire le acque reflue che provengono inoltre dai comuni di Lugano, Collina d’Oro, Grancia, Melide e Vico Morcote. «Nei decenni sono stati moltissimi gli investimenti fatti sia a livello realizzativo sia a livello finanziario, si parla di decine di milioni di franchi», ha ricordato Casella. Dal 2017 si è cominciato a lavorare nell’ottica di permettere anche a Morcote di utilizzare l’impianto. Dopo varie verifiche è stata «dimostrata la bontà della scelta sotto tutti i profili, logistico, ambientale, naturalistico e finanziario».

Per permettere l’allacciamento «occorreva che Morcote, che disponeva di un piccolo ma vetusto depuratore che necessitava di notevoli opere di rinnovamento, dismettesse tutti i propri manufatti», ha riferito Casella. Inoltre è stato necessario convertire l’impianto facendolo diventare una stazione di pompaggio, poiché «le nostre canalizzazioni andavano per gravità nella direzione opposta», ha spiegato il sindaco di Morcote Giacomo Caratti. È stata inoltre posata nel lago una condotta di circa 3,5 chilometri. L’investimento necessario è stato di 3,5 milioni di franchi, ha ricordato Casella, sostenuti dal Comune di Morcote e dal Consorzio.

Troppi microinquinanti nell’impianto del Pian Scairolo

A livello ambientale, far conglobare le acque di Morcote all’impianto del Pian Scairolo permetterà di trattare i microinquinanti, ha evidenziato l’ingegnere Tiziano Mauri. Si tratta di un tipo di intervento che non era possibile in un piccolo impianto come quello di Morcote. Cosa si intende con microinquinanti in questo caso? Antonio Pessina, collaboratore scientifico dell’Ufficio protezione acque e approvvigionamento idrico, ci ha spiegato che si tratta di sostanze chimiche principalmente di origine domestica. Possono provenire da prodotti per la pulizia, per la cura del corpo, come pure dai medicamenti che le persone assumono. Si tratta di sostanze che andrebbero eliminate prima di raggiungere i corsi d’acqua. Le analisi hanno mostrato che nell’impianto del Pian Scairolo c’è una presenza eccessiva di microinquinanti e che dunque, secondo le direttive federali e cantonali, è necessario intervenire. Questa operazione verrà sovvenzionata in maniera importante dalla Confederazione e dal Cantone.

Si pensa a fonti energetiche alternative

Per quanto riguarda altre opere previste in futuro, Sandro Casella ha ricordato il ‘Progetto Hub energetico’. «Gli impianti di depurazione sono dei grandi utilizzatori di energia», ha sottolineato Tiziano Mauri. Per questo motivo è in corso uno studio di fattibilità, promosso dal Consorzio e dalle Aziende industriali di Lugano (Ail Sa), per l’utilizzo di fonti energetiche alternative, come per esempio l’uso di impianti fotovoltaici o il biogas.

Il laghetto di raccolta diventerà un biotopo

Nel programma del Consorzio è previsto inoltre il rifacimento del laghetto che raccoglie le acque depurate prima che vengano immesse nella roggia Scairolo e nel lago Ceresio. L’intervento è necessario «in quanto a oltre 50 anni dalla sua realizzazione, la tenuta stagna del laghetto è compromessa, generando forti infiltrazioni nella proprietà privata confinante», ha indicato il presidente del Cdaps. «Il laghetto, che ospiterà anfibi e insetti, verrà trasformato in una sorta di biotopo a disposizione delle numerose classi di allievi che annualmente chiedono di visitare l’impianto».

Le stazioni di pompaggio passeranno nelle mani del Consorzio

Per quanto riguarda la gestione e la manutenzione delle 19 stazioni di pompaggio comunali, è previsto che in futuro non sarà più una mansione di competenza dei Comuni, bensì del Consorzio. Per questo motivo sarà necessaria una nuova assunzione. In questo momento «si stanno perfezionando delle convenzioni con i Comuni interessati che determina l’onere di lavoro che ricadrà sul Consorzio, di riflesso i costi che verranno assunti dai singoli Comuni coinvolti», ha indicato Casella.

L’ultimo punto che riguarda i progetti futuri è quello dell’ampliamento del magazzino. Sono infatti necessari nuovi spazi per i materiali necessari alla gestione dell’impianto. «L’esigua disponibilità di spazi utili all’interno della proprietà consortile porta a valutare possibili alternative con la proprietà confinante», ha riferito Casella. Quest’ultima è «disposta a realizzare una struttura confacente alle necessità del Consorzio, assumendosi i costi realizzativi e affittando la superficie utile al Cdaps a un costo al metro quadrato precedentemente concordato».