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Soragno, due anni dal mortale: ‘In sella Gabri è più vicino’

Il 20 novembre un raduno in moto per ricordare il 17enne morto in un incidente. Persistono nel vicinato le preoccupazioni sulla sicurezza della strada

Il tratto di strada all’indomani della tragica fatalità
(Ti-Press)
14 novembre 2022
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Erano circa le 13 del 14 novembre di due anni fa, quando una disgrazia ha colpito Davesco-Soragno. Andando a sbattere contro un cancello poco sotto alla propria abitazione, un giovanissimo centauro perdeva la vita. Si trattava del 17enne Gabriele Tallone, che con la sua scomparsa ha fasciato nel lutto la famiglia, gli amici e un’intera comunità. La sua scomparsa ha provocato grande commozione e un moto d’affetto sfociati in un raduno di motociclisti in onore del giovane. Raduno che si ripeterà il prossimo 20 novembre. Ne abbiamo parlato con il papà del giovane.

Un giro in ricordo del giovane

«Il primo anno il giro è stato organizzato in maniera spontanea – ricorda –, su iniziativa degli amici, vista l’enorme passione che Gabri aveva per i motori. Ho deciso di partecipare anche io e ormai siamo già arrivati alla terza parata. È un giro commemorativo per le strade della città. Finora ogni anno hanno partecipato oltre 100 motociclisti». Sul flyer che già gira sui social si fa riferimento all’orario (13.30) e a luogo (posteggio accanto alla rotonda in via Sonvico, vicino alla Resega) del ritrovo. La partenza è fissata per le 14 ma l’itinerario non è precisato. «Il tragitto preciso verrà spiegato sul momento – spiega Tallone –, ma a grandi linee posso dire che partendo da Cornaredo si passerà dal lungolago, si risalirà alla Stazione Ffs, si riscenderà nei pressi della pista da ghiaccio e poi si salirà a Davesco dov’è avvenuta la disgrazia e si riscenderà. In totale un’oretta o poco più». È possibile partecipare anche in scooter? «Il raduno è aperto a qualsiasi mezzo: motorini, persino bici elettriche, l’anno scorso c’erano persino un paio di automobili».

‘È un modo per sentirlo vicino’

«La parata è un momento per ricordare e onorare Gabri – spiega il padre – e la nostra idea è perpetuarla negli anni. Ha assunto un significato emotivo importante. La moto è una passione di famiglia. Io la guido da oltre trentacinque anni, ma dopo l’incidente ho molto riflettuto se continuare a salire in sella. Però quando guido una moto sento vicino Gabriele. La sua era una passione viscerale per i motori, gli brillavano gli occhi quando se ne parlava. Per questo partecipo. È un modo per sentirlo vicino». A sentire forte la presenza del ragazzo scomparso oltre alla famiglia sono anche i numerosi amici. A cominciare dai compagni di sport: il 17enne militava nei juniori dei Rangers Lugano, era il top scorer e aveva un futuro promettente. «Il suo gruppo di amici gioca ancora tutto lì e sono ragazzi che ho visto crescere e con i quali c’è un forte rapporto di affetto. Dopo l’accaduto, diversi di noi ci siamo fatti un tatuaggio uguale, in suo ricordo: un lupo che ulula, simbolo dei Rangers, una G rossa perché Gabriele aveva il casco rosso e due bastoni da hockey incrociati».

Il dibattito sulla sicurezza della strada

Il ricordo del ragazzo e della sua prematura scomparsa sono dunque molto vivi. Ad aver accompagnato il drammatico evento è stato però anche il malcontento del vicinato su quel tratto stradale. Una trentina di residenti, guidati dall’ex consigliere comunale leghista Daniele Casalini, pochi giorni dopo l’incidente avevano scritto al Comune chiedendo di effettuare degli interventi di messa in sicurezza. Nella lettera si ricordava la serie di incidenti verificatisi negli ultimi anni, individuando un colpevole: la velocità. "Va detto che il tratto di strada citato in epigrafe, sulla lunghezza di circa 300/400 metri, invita alla velocità da entrambe le parti di percorrenza – si leggeva –, velocità che molte volte non esitiamo a stimare attorno agli 80/100 chilometri all’ora, con frenate e stridolio di gomme all’altezza delle curve e semicurve. Considerato che causa prima del problema è l’eccessiva velocità e la mancata osservanza del limite di 50 chilometri all’ora, il tratto di strada sopra citato richiede un attento esame per l’attuazione di misure fisiche di rallentamento".

Chiesti interventi, ma non sono stati fatti

E in effetti, il gruppo di cittadini aveva chiesto delle misure ben precise: "Strisce pedonali di attraversamento in prossimità del negozio di generi alimentari, con relativi dossi, il possibile restringimento ottico di carreggiata in alcuni punti, la segnalazione con lampeggianti in prossimità di scuole e asilo, lo spostamento di 50 metri della fermata dell’Arl in direzione Cadro". Tuttavia, a due anni dal mortale, nessuno di questi interventi è stato fatto. Ma le istanze non sarebbero state messe in un cassetto, bensì ci sarebbe un motivo ben preciso: adeguamenti non sarebbero necessari. All’indomani dell’incidente e della segnalazione, infatti, il Comune non è rimasto con le mani in mano. Nella seconda parte di novembre 2020 sono infatti state fatte delle misurazioni sul tratto stradale interessato, per valutare sia il volume di transiti sia la velocità di percorrenza in entrambe le direzioni. Dai risultati è scaturito un rapporto, firmato a inizio 2021.

Dalle misurazioni: bassa percentuale di infrazioni

Secondo nostre informazioni, in dieci giorni il rapporto ha registrato oltre 25’000 passaggi in direzione di Pregassona e oltre 21’000 verso Cadro. Per i primi la velocità media era di 44 km/h e per i secondi di 41, su limite di 50. Inoltre, sono stati discussi i risultati dei controlli di velocità effettuati durante il lustro precedente al mortale. Controlli che vengono fatti regolarmente, almeno tre volte all’anno, e dai quali non sarebbero risultate velocità massime elevate (non oltre i 60 all’ora) e la percentuale di infrazioni risulterebbe piuttosto contenuta, tra il 2 e il 3% sul campione di auto (nell’ordine delle migliaia). Gli incidenti, durante i cinque anni monitorati, sarebbero stati 21. Globalmente, si tratterebbe di cifre non allarmanti e questo spiegherebbe il mancato intervento. Interventi che, ricordiamo, in ogni caso spetterebbero al Cantone dato che la strada in questione è cantonale. E il Cantone, sempre da nostre informazioni, è stato informato dal Comune delle preoccupazioni espresse dai cittadini in seguito all’incidente di due anni fa.

Una questione di percezione?

E sebbene le statistiche sembrerebbe suggerire che non vi sarebbe un’effettiva pericolosità della strada, ma che si tratterebbe più di una questione di percezione della sicurezza, le preoccupazioni del vicinato non sono rientrate. «Comprendiamo le statistiche, le medie e le riflessioni delle autorità – ci dicono alcuni residenti del quartiere –, ma sta di fatto che gli incidenti sono continuati. A inizio anno (il 30 gennaio scorso, ndr) un ragazzo si è schiantato contro il muro e ha rischiato la vita e in estate è successo ancora un incidente. E poi, bisogna tener conto anche della sicurezza di chi abita nella zona non solo di chi transita, negli ultimi vent’anni sono state costruite molte case. Restiamo dell’idea che si debba fare qualcosa».

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