Luganese

Lugano investe 4 milioni per l’ecocentro di Pregassona

La nuova struttura andrà a sostituire le due esistenti. In corso la procedura di espropriazione formale per due fondi

I due ecocentri esistenti dovranno lasciare il posto alle infrastrutture stradali di ordine superiore
(archivio Ti-Press)
14 ottobre 2022
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Il nuovo ecocentro Ruggì di Pregassona costerà 3,4 milioni di franchi. Oltre a questo credito, il Municipio di Lugano chiede al Consiglio comunale altri 600mila franchi per l’acquisizione dei mappali che ospiteranno la struttura. La nuova area, prevista dal Piano regolatore del Nuovo Quartiere Cornaredo (Nqc) e "di dimensione maggiore rispetto a quelli oggi in funzione", andrà a sostituire l’ecocentro oggi in funzione nelle adiacenze della sede della Divisione Spazi urbani e quello di Pregassona. Entrambi, spiega il Municipio, "dovranno lasciare il posto alle infrastrutture stradali di ordine superiore". Il miglioramento più importante "sta nella separazione netta tra l’utenza e le aree di lavoro per il trasbordo delle benne". Con la realizzazione dell’ecocentro e delle strutture a sostegno della sua attività, "si prevede di costruire la tettoia e il prefabbricato, in modo che questi elementi possano poi essere integrati completamente nello sviluppo futuro del progetto". Nel frattempo, "l’area residua verrebbe sistemata a verde, con la creazione di orti che potranno poi venir attribuiti, mediante contratti, ai cittadini interessati".

La seconda tappa

A piano finanziario il nuovo ecocentro è previsto nel corso del 2023. La domanda di costruzione che verrà presentata comprenderà anche due opere che saranno realizzate in un secondo momento. Nell’area è presente una masseria "che ben si presta per essere ristrutturata e riconvertita, tenuto conto che il fondo è stato acquistato". Il Municipio ritiene "opportuno riutilizzare lo stabile, che per volumetria e posizione risulterà certamente utile per le esigenze future". I contenuti previsti sono principalmente dei "laboratori di manutenzione di elementi di arredo, come per esempio le panchine, che potrebbero essere organizzati con i programmi occupazionali e con il CLab, atelier di riuso materiali per la creazione di nuovi elementi, che ben si associa all’attività dell’ecocentro". È stato inoltre progettato l’inserimento di un nuovo capannone che "andrebbe a sostituire dei depositi della Città che dovranno essere smantellati con il progetto fluviale del Cassarate o che ora sono in affitto con dei costi annuali rilevanti".

Oggetto di un progetto pilota

L’ecocentro Ruggì è stato selezionato per il progetto pilota Bim, il Building Information Modeling, un processo olistico di creazione e gestione delle informazioni relative a una costruzione. Basato su un modello intelligente, il Bim integra dati strutturali multidisciplinari per creare una rappresentazione digitale di un asset durante tutto il suo ciclo di vita, dalla pianificazione alla costruzione e messa in funzione. La struttura di Pregassona "rappresenta un caso di studio ideale: si tratta infatti di un’opera di piccole dimensioni e relativamente semplice, sulla quale sarà possibile attivare il gruppo di lavoro e seguirne tutte le fasi, che verranno sviluppate con la tecnologia Bim". Per il Municipio "sarà d’aiuto per capire il funzionamento e per implementare questa metodologia nell’amministrazione comunale".

Espropriazione formale dei fondi

Uno dei fondi che ospiterà l’ecocentro è già di proprietà comunale. Per altri due la Città ha dovuto avviare una procedura di espropriazione formale per complessivi 600mila franchi. "Le parti hanno discusso a lungo e le trattative hanno portato la proprietà ad avviare una procedura di espropriazione materiale – spiega ancora il Municipio –. Procedura che si è conclusa con una sentenza del Tribunale di espropriazione nella primavera del 2021, che ha respinto l’istanza ritenendo non adempiuti i presupposti per ammettere l’esistenza di un caso di espropriazione materiale". La proprietà in seguito non ha accettato l’offerta del Comune di cedere le particelle previo pagamento di un’indennità pari a quanto stabilito dalle perizie commissionate. Per il quarto fondo, una superficie interamente coperta da prato e attribuita a zona agricola, il valore stabilito dalla perizia ammonta a 6’200 franchi. Il Municipio precisa infine che "tutti i fondi rimarranno di proprietà del Comune di Lugano: l’Agenzia Nqc non assume infatti la proprietà dei fondi su cui vengono realizzate le opere d’interesse intercomunale". L’opera, espropri inclusi, sarà quindi interamente sostenuta dalla Città. "Se i Comuni limitrofi utilizzeranno l’ecocentro, come abitualmente questo avverrà sulla base di una convenzione e di una loro partecipazione ai costi di gestione".