Luganese

La difesa: l’accoltellatrice ‘chattava con un account fantasma’

In corso al Tpf l’arringa difensiva, che smonta i presunti contatti jihadisti: uno non esisterebbe e l’altro sarebbe un ragazzo interessato a foto di nudo

Oggi è la giornata di requisitoria e arringa
(Ti-Press)
1 settembre 2022
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Nessun contatto con terroristi islamici, ma il frutto delle problematiche mentali della 29enne. Colpo di scena al processo per il duplice accoltellamento della Manor di Lugano in corso al Tribunale penale federale di Bellinzona: Daniele Iuliucci, difensore dell’imputata, sta smontando uno dei principali elementi dei legami fra la donna e il jihadismo. «Agli atti non vi è la benché minima traccia di un solo contatto con jihadisti». Anzi, dei due uomini, siriani legati allo Stato Islamico, coi quali l’imputata ha dichiarato di aver interagito, uno sarebbe un giovane siriano senza alcun legame col terrorismo e un altro... un account inattivo da anni.

‘Un ragazzo più interessato alle foto di nudo’

«Grazie alla rogatoria inviata negli Stati Uniti, si è risalito alle conversazioni – ha spiegato Iuliucci durante l’arringa –, e si è dimostrato che aveva contatti solo con un ragazzo siriano che non è un terrorista ma era interessato più che altro a ricevere foto di nudo dell’imputata. Dei 2’500 messaggi scambiati, la maggioranza sono emoticon e immagini che nulla hanno a che vedere con il terrorismo. In nessuno di questi ha parlato del presunto attentato di Lugano né ha ricevuto alcuna benedizione. L’interlocutore oltretutto le ha detto di non avere nessuna simpatia per l’Isis, anzi dichiara chiaramente di non essere un terrorista. Questo fa capire quanto viva in un mondo di fantasia».

‘Una bugiarda, mitomane, delirante’

Ancora peggio con l’altro contatto, l’uomo del quale la 29enne ha detto di essersi innamorata e che ha cercato di raggiungere in Siria per sposarsi. «L’account Facebook di questa persona non è aggiornato dal 2016. L’imputata gli ha inviato solo quattordici messaggi nel 2019, senza alcun contenuto sensibile. E nessuna risposta da parte del medesimo. Con lui non c’è traccia di alcuna chiamata. In altre parole, conversava con un account inattivo: un fantasma. Era ossessionata da un personaggio di fantasia, diversi suoi account lo testimoniano. Sono allucinazioni, deliri schizofrenici». Per Iuliucci la sua assistita è dunque una «bugiarda, mitomane, delirante» e anche il presunto invio di denaro – i 18’000 franchi inviati in Siria, dichiarati dalla 29enne – sarebbe «un’enorme bugia: non c’è alcuna evidenza delle transazioni».

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