Il vicepresidente del Ps cantonale si trasferirà a Lugano dal mese di ottobre: ‘Il problema più grosso della politica locale è l’accentramento dei poteri’
Lascerà la carica di municipale di Massagno Adriano Venuti. Lo ha annunciato lui stesso lunedì sera durante la seduta comunicando il proprio cambio di domicilio, a partire dal prossimo 1° ottobre. Assieme alla sua compagna, andrà ad abitare a Lugano, nel quartiere di Breganzona, a pochi passi dal confine con Massagno. Il suo posto, nell’esecutivo massagnese dovrebbe venir preso da Elena Meier, risultata prima subentrante alle elezioni comunali del 18 aprile 2021. Adriano Venuti, vicepresidente del Partito socialista cantonale e presidente dell’Associazione svizzera degli inquilini - Sezione della Svizzera italiana, non intende però abbandonare la politica e rilascia una dichiarazione aperta nella risposta alla domanda specifica su una sua eventuale candidatura a Lugano alle prossime elezioni comunali.
Lei è in carica dalle elezioni comunali del 2012, qual è stato uno dei risultati più soddisfacenti e quale invece il principale rimpianto nel lavoro di municipale a Massagno?
Dieci anni rappresentano la metà della mia vita trascorsa a Massagno! Sicuramente la soddisfazione più grande è stata l’ottenimento del label Città dell’energia, anche se è stato un lavoro troppo lungo. Il rimpianto è forse piuttosto una preoccupazione, quella di non veder confermato questo label in occasione della prossima verifica, tra circa quattro anni. Non tanto perché io sarò altrove, ma perché la sua conferma richiede un lavoro che a mio parere, politicamente, è un po’ sottovalutato. In 10 anni, all’interno dell’amministrazione comunale, questo dossier è passato tra le mani di 4 o 5 funzionari differenti, tutte persone che si sono dedicate al lavoro con grande impegno ma non sufficientemente qualificate per occuparsene pienamente. Nei mesi scorsi, ho proposto di assumere una persona che possa dedicarsi a questo progetto in maniera determinante, spero che presto si trovi una soluzione.
Come valuta la politica massagnese? Quali aspetti sono lacunosi nel Comune?
La politica massagnese è certamente stimolante, ma anche molto faticosa, almeno per chi la vive da una posizione di minoranza. Il problema più grosso, a mio modo di vedere, è la mancanza di una reale condivisione delle responsabilità, o, per dirla meglio, l’accentramento dei "poteri". Il consociativismo e la collegialità dovrebbero partire proprio dal riconoscimento di pari legittimità di ogni rappresentante istituzionale, indipendentemente dallo schieramento politico a cui si appartiene. Purtroppo non è sempre così, ma probabilmente non solo a Massagno. Un esempio su tutti: alle ultime elezioni il nostro gruppo Ps, Verdi e indipendenti, si è nuovamente confermato come seconda forza politica del Comune, tanto da eleggere un secondo municipale. La logica e il buon senso avrebbero voluto che il posto di vicesindaco spettasse a noi, invece non è andata così...
Qual è l’argomento sul quale il Comune dovrebbe concentrarsi maggiormente?
Massagno sta perdendo identità, sta diventando un comune dormitorio, dove palazzi anonimi e imponenti stanno stravolgendo il paesaggio con un ritmo e una prepotenza impressionanti. La salvaguardia del territorio dovrebbe essere maggiormente considerata. Non è un caso che mia moglie e io ci trasferiamo. A Massagno non abbiamo trovato un alloggio confacente al nostro desiderio di vivere in un luogo tranquillo e a un prezzo abbordabile. Non sarà certo la presunta copertura della Trincea ferroviaria a ristabilire il giusto equilibrio tra gli spazi edificati e quelli verdi, è un progetto che probabilmente non vedremo mai realizzato perché troppo costoso.
Ritiene che Massagno debba orientarsi verso l’aggregazione con Lugano o sarebbe meglio che insistesse sulla strada delle collaborazioni?
In realtà io sono abbastanza scettico sulle aggregazioni fatte come finora, un po’ alla volta. Condivido la proposta fatta alcuni anni fa dal consigliere di Stato Manuele Bertoli di suddividere il cantone in cinque Comuni, ma anche sette possono andare bene. Il senso deve essere quello di una reale riorganizzazione del territorio in modo da poterlo gestire meglio e di segnare una reale rottura con il passato. Le collaborazioni non mi pare che stiano funzionando molto bene, sono anche troppo macchinose.
Il trasferimento implica una sua prossima partecipazione politica attiva nella sezione Ps di Lugano?
Gli statuti del Partito socialista prevedono che ogni iscritto faccia parte della sezione relativa al comune di domicilio. Quindi sì, sarò membro della sezione cittadina del partito. Vedremo quale sarà il mio coinvolgimento attivo, prima dovrò fare conoscenza con la nuova realtà... Ci tengo però a sottolineare che mi spiace molto lasciare la sezione di Massagno dove ho trovato un gruppo di amici affiatato e altamente competente, senza di loro il mio ruolo di municipale sarebbe stato molto più faticoso.
Sta già pensando di proporsi come uno dei candidati alle prossime elezioni comunali a Lugano?
Credo che ora sia troppo presto per pensare a questa eventualità. Ora mi fa piacere anche staccare un po’ e occuparmi della nostra nuova casa e della mia famiglia. E poi esiste pure un problema formale, essendo io un dipendente della Città, non posso assumere cariche istituzionali a Lugano. Intanto inizio a vedere come reagiranno al mio trasferimento lo "Zio Bill" e i "Cip e Ciop" di turno (alla domenica).