Ad inizio agosto approdano gli Europei giovanili. C’è chi critica alcuni interventi attuati nel verde per ricavarne il percorso di gara. Le reazioni
Cinque giorni di gara nel verde della Capriasca. Un su e giù di percorsi, curve e tracciati che porteranno nella regione, dal 2 al 6 agosto, i Campionati europei giovanili di mountain bike. L’evento, va premesso, è di tutto rispetto, non solo per il richiamo internazionale (750 i partecipanti, fra i 13 e i 17 anni) e il ritorno pubblicitario che ne conseguono. A gettare qualche ‘ombra’ sulla manifestazione è la posizione, quantomeno critica, di alcuni cittadini, preoccupati per gli interventi attuati in preparazione al clou della competizione, il 2 agosto, in quella che è, come hanno rimarcato accompagnandoci in un giro di ricognizione, «una zona boschiva e archeologica degna di protezione». A non andare giù a una parte dei residenti è la tempistica della recinzione dell’area di corsa («una decina di giorni ci paiono un po’ troppi, anche se giustificati dagli allenamenti e dai sopralluoghi degli atleti») e la necessità di off-limits, considerati i molti nastri tirati fra gli alberi, per chi ama frequentare i sentieri a piedi, con il proprio cane o con bambini al seguito.
«Non ci pare giusto – raccogliamo lo sfogo di alcuni di loro – che si debba arginare la libertà personale per privilegiare un appuntamento ciclistico che, seppur di spessore, va a ‘invadere’ un luogo abitato anche da caprioli e cinghiali, uccelli e piccola fauna in generale. Il bosco, è il nostro parere, non deve diventare... una palestra. Gli organizzatori hanno finito, infatti, per occupare tutta una collina!». Redde, con la sua torre, è considerata un punto fra i più sensibili sotto il profilo ambientale: «Gli interventi ci paiono alquanto invasivi. Si sono poste vere e proprie barriere per gli animali, con il pericolo di andare a inciampare o a rimanere feriti. Sono stati installati materassi, poste recinzioni, si sono ‘inventate’ per le bici nuove stradine, allargati cammini, decespugliato quanto considerato di intralcio e tagliato il sottobosco. Il problema, grave, è che poi con il passaggio dei rampichini il terreno si smuove, cede, si portano in superficie le radici delle piante provocando piccoli franamenti e smottamenti. Per poi lasciare tutto così una volta spenti i riflettori...».
I nastri posti nel bosco di Capriasca
Queste grosse manifestazioni deturpano, dunque, il paesaggio? A mostrare l’altra faccia della medaglia è il capodicastero attività culturali, eventi, sport e turismo, Matteo Besomi: «Abbiamo percepito, riscontrando proprio in questi giorni alcuni atti di vandalismo con lo strappo di nastri e interventi esterni, che c’è una certa avversità... – ammette il municipale di Capriasca –, magari, e non ho problemi a dirlo, anche con comprensibili ragioni. Posso capire che alcune persone siano infastidite da questi eventi, ma posso garantire che gli organizzatori stanno lavorando in modo serio nel rispetto del territorio e di quanto condiviso in fase di preparazione». Vale la pena, quindi, creare nuovi sentieri quando Lugano Region, peraltro, ha parlato di oltre 450 chilometri di percorsi per mountain bike segnalati, "la più alta densità di percorsi ufficiali di tutta la Svizzera"? «La volontà che ha animato i preparativi di questa importante gara sta nel desiderio di non andare a occupare i camminamenti ufficiali, così da lasciarli liberi per la gente che qui passeggia, corre, porta a spasso la famiglia o i cani. Va però evidenziato, ed è molto importante, il fatto che una volta concluso l’evento i promotori risistemano e riordinano tutto, mi sento di garantire che terminata la manifestazione tutto tornerà come prima. In generale, purtroppo, si tratta di un problema di convivenza. Lo notiamo anche sulla pista ciclopedonale (molto bella) che abbiamo, ovvero di accettazione, buon senso e rispetto. Ci tengo a porre l’accento su questa questione: c’è gente col cane educata, c’è gente che va in bici educata, gente che corre educata, gente che va a passeggio educata, e diversamente ci sono gli stessi profili maleducati e non rispettosi, da una parte e dall’altra. Posso capire che qualcuno possa essere contrario a questo tipo di manifestazione o da altre simili, come lo Scenic Trail, le corse in montagna o le corse d’orientamento, ma posso assicurare che una volta concluse tutto ritorna com’era e probabilmente anche più pulito di quello che è stato trovato. Non dimentichiamo che la nostra regione ha ampio risalto grazie a questo tipo di eventi e che da parte nostra vegliamo affinché tutto sia fatto con i giusti crismi, dal rispetto di tutto quello che ruota attorno alla manifestazione al risvolto ecologico, curando ad esempio la separazione dei rifiuti. Lo attesta anche il nostro impegno: il Municipio ha da poco deciso di vietare alle biciclette la percorrenza delle vie storiche di Bidogno e del Convento del Bigorio. Il bosco sono per viverlo, ma lo ripeto: nel rispetto delle diverse sensibilità e delle diverse peculiarità. C’è un dato di fatto, è difficile molte volte far andar d’accordo tutti, ma nulla esclude che questo obiettivo lo si possa raggiungere con l’aiuto e la comprensione di tutti. Io ci credo e ringrazio chi si attiverà in questo senso».
Anche Ivano Rovelli, responsabile degli Europei, risponde alle preoccupazioni dei cittadini: «Tutto quello che è stato fatto per la manifestazione, lo ribadisco, viene alla sua conclusione riportato a come era prima. Anche le tracce che abbiamo fatto su terreni rigorosamente privati a cui abbiamo chiesto il consenso. È dal 2006 che ce ne occupiamo e non ha mai reclamato nessuno, ciò significa che lasciamo tutto in ordine. Il fatto di allestire tutto su terreni privati ci permette di lasciare liberi i sentieri pubblici per chi li frequenta così da non disturbarli. Definire il tracciato giorni prima non solo permette i sopralluoghi delle squadre ma soprattutto permette di essere certi di indirizzare i ciclisti negli appositi percorsi. Purtroppo, lo confermo, tutti i giorni dobbiamo registrare nastri strappati, paletti divelti, cartelli dove ci scusiamo per i disagi che dobbiamo rifare quotidianamente. Servirebbe giusto una convivenza più gradita. Da parte nostra usiamo tutti gli accorgimenti quali la necessaria moto elettrica, nastri biodegradabili, la pulizia anche dei sentieri che non ci competono, ma già che siamo dentro... non per questo abbiamo costi importanti. La regione, e con essa i comuni, da Lugano a Capriasca, ne beneficiano sotto forma di ospitalità, molti gli alberghi anche ticinesi, i ristoranti e i negozi che ne registreranno la presenza. Al momento abbiamo già 170 camper piazzati con l’indotto sulla nostra economia locale senza dimenticare l’eco internazionale altissima. Quello che posso garantire è il rispetto del territorio avendo peraltro scelto un periodo in cui sappiamo di non creare problemi agli animali».