Luganese

Un’oggettoteca per salvare il pianeta e... spazio in casa

Massagno, il progetto Circular Lugano promuove un’economia circolare di noleggio di oggetti che altrimenti verrebbero acquistati e lasciati in cantina

Da sinistra Mirco De Savelli con il fratello Luca tra alcuni degli oggetti a noleggio
21 giugno 2022
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Aiutare il pianeta salvando spazio in casa? Provare oggetti e utensili senza doverli comprare? Circular Lugano è una soluzione su misura per tutti coloro che preferiscono non colmare di oggetti la propria casa e favorire un’economia circolare. L’oggettoteca di Massagno e startup correlata, create da Mirco De Savelli insieme al fratello Luca durante la crisi pandemica, ha l’obiettivo di promuovere il noleggio ed evitare quindi di acquistare oggetti che verrebbero usati solo in poche occasioni, per ridurre l’inquinamento e gli accumuli in casa.

Come è nata l’idea?

Tutto è nato come un esperimento – ci ha raccontato De Savelli –. L’idea è nata prendendo spunto da realtà già esistenti nel resto del mondo. Dopo qualche anno lontano da casa per motivi di studio, a causa della pandemia, ho fatto ritorno in Ticino. Da studente si vive con il minimo indispensabile, ma una volta rientrato mi sono reso conto di quanti oggetti invece possedevo in casa: avevamo la cantina colma di aggeggi accumulati nel tempo. Così con l’aiuto di mio fratello Luca abbiamo deciso di creare un sito web (www.circular-lugano.ch) su cui pubblicare tutti gli oggetti che sarebbero potuti tornare utili a qualcuno. All’inizio effettuavamo i noleggi su appuntamento direttamente a casa nostra. Dopo circa un anno di progetto pilota, i risultati incoraggianti mi hanno spinto a lasciare il lavoro per dedicarmi all’apertura di un’oggettoteca aperta tutti i giorni. C’è molto entusiasmo da parte della gente, infatti già diverse persone ci hanno supportato donandoci o prestandoci i loro oggetti. Ci siamo guardati intorno e abbiamo cercato di massimizzare le risorse che avevamo a nostra disposizione. L’obiettivo iniziale era semplicemente capire se ci fosse interesse da parte della gente a utilizzare qualcuno dei nostri oggetti. Abbiamo creato il sito web e pubblicato il materiale di cui disponevamo senza tante aspettative... Volevamo giusto vedere come andava. Quando la voce ha cominciato a spargersi sono arrivati i primi noleggi e donazioni di oggetti. Da lì a poco lo spazio non era più sufficiente e abbiamo dunque optato per un garage in affitto a Cadempino dal quale effettuavamo le consegne, ma anche lì dopo un po’ non c’era più spazio. Abbiamo quindi aperto un’oggettoteca a Massagno, in via San Gottardo, aperta tutti i giorni, che permette di non fissare ogni volta un appuntamento. La startup permette inoltre di vedere tutti gli oggetti e utensili a colpo d’occhio e noleggiare il necessario direttamente dal sito.

Per quale motivo avete creato una startup del genere?

Lo stile di vita attuale della nostra società comporta conseguenze a lungo termine insostenibili. Siamo abituati ad acquistare ciò che desideriamo, anche quando poi finisce in cantina, o peggio in discarica, dopo il primo utilizzo, sprecando così le preziose risorse utilizzate per creare quell’oggetto e vanificando i chili di CO2 emessi per produrlo. La motivazione principale è dovuta all’urgente necessità di trovare delle soluzioni concrete per ridurre l’inquinamento ambientale e lo spreco dei materiali nella nostra società. Gli ecocentri ticinesi sono stracolmi di oggetti ancora funzionanti ed è un vero peccato. Il pianeta non è più in grado di sostenere tali sprechi. Enti pubblici e privati investono capitali giganteschi per sviluppare tecnologie e rendere riutilizzabili materiali di scarto. Seppur ciò che fanno è fondamentale e necessario, ci sono soluzioni ad alto potenziale come le oggettoteche che sono facilmente implementabili anche a basso costo.

Che modello vi ha ispirati?

Ci siamo ispirati a dei progetti simili esistenti nel resto della Svizzera, in Italia, Europa, Stati Uniti e Australia, per poi adattarli alla realtà peculiare del Ticino. La più grande oggettoteca svizzera è La Manivelle che si trova a Ginevra. In Ticino abbiamo anche l’oggettoteca di Locarno (e di recente L’Isola degli oggetti ritrovati di Tesserete, ndr).

Quali le sfide più grandi?

La difficoltà principale che affrontiamo quotidianamente è far passare il messaggio che noleggiare è la scelta giusta dal punto di vista ambientale. Purtroppo manca la consapevolezza dell’impatto ambientale degli acquisti che effettuiamo. Ad esempio, per produrre un comune trapano avvitatore si emettono fino a 500 chili di CO2 e per un altoparlante Bluetooth anche oltre i 2’000 chili di CO2. Condividendo, anziché comprando, si può ridurre le emissioni di anidride carbonica causate dalla produzione di oggetti a uso saltuario fino anche al 90%. Se tutti ne tenessimo in conto, il cambiamento sarebbe grandissimo. L’ambizione è di contribuire a far si che il noleggio diventi la normalità per tutti. Ci vorranno anni, ma la nostra speranza è che aziende ed enti ci affianchino al più presto.

Intanto, il progetto, va evidenziato, viene finanziato dalle vendite degli abbonamenti ed è sostenuto da donatori e sponsor.