Tre rinvii a giudizio per truffa e malversazioni compiute da un ex alto funzionario dell’istituto di credito. In aula pure due persone del ramo dei cambi
Era il dicembre del 2012 quando gli inquirenti disposero l’arresto di un alto funzionario della Banca Notenstein di Lugano, responsabile delle operazioni di cassa e della clientela attiva nel commercio delle banconote. Le manette scattarono anche ai polsi dell’amministratore di due società di cambio; e successivamente, di un altro professionista del ramo. A dieci anni dai fatti, l’inchiesta sulle malversazioni compiute all’allora istituto di credito, la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha firmato il rinvio a giudizio davanti alle Assise criminali di Lugano per il terzetto, accusato di una presunta truffa stimata in oltre 15 milioni di franchi. A tanto ammonta il danno riportato nell’atto d’accusa. L’ex bancario, sostanzialmente reo confesso, avrebbe falsificato la contabilità per nascondere l’esposizione delle due società verso la Notenstein, e permettere loro di continuare a operare. Ne ha dato notizia la Rsi. Un gigantesco "buco tappa buco", a cui si aggiungono poi gli addebiti mossi singolarmente. Come i raggiri legati all’oro, pari a circa 600mila franchi, che nell’ottobre scorso l’ex funzionario avrebbe compiuto a spese di tre persone. Il terzo imputato, che per il filone della Notenstein si professa innocente, dovrà invece rispondere anche di riciclaggio. Tra il 2008 e il 2009 avrebbe "ripulito", sempre attraverso operazioni di cambio, più di quattro milioni, provenienti da un vasto traffico di cocaina orchestrato sull’asse Brasile-Svizzera.