Luganese

Lugano, ‘inaccettabile la variante per Villa Favorita’

Non piace la promenade, che invece di essere a lago si snoderebbe accanto alle strade esistenti a monte. Inoltrate a Palazzo civico le osservazioni

Ambito gioiellino
(Ti-Press)
24 maggio 2022
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La variante di Piano regolatore (Pr) formulata dal Municipio per il comparto di Villa Favorita è "inaccettabile". In concomitanza con la fine del periodo di pubblicazione, che scade oggi, arrivano a Palazzo civico le osservazioni, ampiamente preannunciate dalle critiche delle scorse settimane sulla proposta dell’esecutivo di Lugano. A non piacere, in particolare, è l’assenza di una passeggiata a lago così come previsto da una mozione del 2004 accettata poi dal Consiglio comunale (Cc) nel 2013. Due nel dettaglio le osservazioni delle quali abbiamo notizia: quelle dei Cittadini per il territorio del Luganese (Ctl) e quelle dell’avvocato Adriano Censi, ex consigliere comunale Plr nonché già presidente della Commissione cantonale dei beni culturali.

‘Mancato l’obiettivo della passeggiata lungo il lago’

Breve ma diretta la presa di posizione dell’associazione. La variante "non è accettabile perché l’obiettivo di realizzare una passeggiata lungo il lago da Lugano a Gandria è completamente mancato. Per questa ragione i Ctl chiedono che la variante di Pr venga riformulata". La proposta del Municipio, ricordiamo, prevede sì di mantenere il collegamento tra la Lanchetta di Cassarate e il Lido San Domenico, ma tramite via Cortivo e non lungo il Ceresio attraverso il parco di Villa Favorita, così come richiesto dalla mozione dell’ex consigliere comunale Martino Rossi (Ps) accolta dal Cc. I Ctl evidenziano pertanto l’interesse pubblico dietro all’approvazione del 2013, a sua volta forte di diverse basi legali: l’articolo 3 della Legge sulla pianificazione del territorio, l’articolo 79 della Legge sullo sviluppo territoriale, il Piano direttore cantonale e il Piano per l’agglomerato del Luganese di terza generazione.

Pericolo di grosse richieste d’indennizzo?

Conseguentemente, l’associazione chiede di rivedere la variante inserendo una passeggiata pedonale in riva al lago che dal cancello ovest di Villa Favorita porti alla scalinata degli Oleandri, lunga 850 metri e larga 3, aperta al pubblico nelle ore diurne. Da lì si dovrebbe poi costruire un nuovo percorso pedonale con partenza davanti a Villa degli Oleandri fino a Villa Heleneum. Per realizzare la tratta attraverso il parco di Villa Favorita sarebbe necessario un diritto di passo pubblico che "in mancanza di accordo con i proprietari (la famiglia Invernizzi, ndr) dovrebbe essere acquisito per via espropriativa". E proprio questo è uno dei tasti dolenti per la Città. Il direttore della Divisione pianificazione, ambiente e mobilità di Lugano Marco Hubeli ha dichiarato alla ‘Regione’, all’indomani della pubblicazione, che "l’inserimento di un percorso pubblico nel parco esporrebbe la Città a richieste d’indennizzo significative".

‘Il Comune allestisca una perizia’

Di diverso avviso i Ctl: "Il vincolo che si impone ai proprietari non sarebbe così gravoso da configurare un esproprio materiale (...). Inoltre si potrebbero eventualmente prevedere dei provvedimenti di sistemazione esterna (alberi, siepi, piantumazioni, cinta o quant’altro) per garantire una maggiore privacy e discrezione alla proprietà. L’indennità da corrispondere ai proprietari oltre a coprire i costi della servitù potrà comprendere in una certa misura anche indennità per disturbi e intromissione visiva nella privacy. Siamo fiduciosi che si potrà ottenere una soluzione soddisfacente per l’interesse pubblico e sostenibile finanziariamente per la Città. Anche perché in casi del genere il Cantone potrà finanziare con aliquote cospicue la realizzazione della passeggiata pedonale sulla riva del lago". Pertanto, i Ctl chiedono al Comune di allestire una perizia sull’alternativa e la sostenibilità finanziaria, sottolineando come "non c’è nessuna testimonianza, valutazione materiale o giuridica che sostenga o spieghi l’abdicazione dell’autorità alla rinuncia del fine perseguito (ossia della realizzazione della passeggiata a lago, ndr)".

Censi: ‘I proprietari sapevano del vincolo’

Di tenore ancor più incisivo le osservazioni di Censi sul tema. "Timori di espropriazione materiale sono infondati e le argomentazioni di paure in tal senso da parte della Città dimostrano la carente conoscenza della giurisprudenza in materia. Mantenendo dei vincoli rigidi di conservazione delle sole strutture esistenti non si fa altro che mantenere l’edificabilità attuale e non v’è pertanto nessuna ulteriore riduzione delle capacità edificatorie e quindi non è dato alcun elemento di espropriazione materiale. Peraltro sui vincoli oggi esistenti la richiesta di esproprio materiale sarebbe da tempo perenta". L’avvocato evidenzia inoltre che i proprietari attuali "sapevano o dovevano sapere dell’esistenza della mozione al momento dell’acquisto" – approvata l’anno precedente alla transazione – e quindi "erano ben coscienti dell’esistenza di un futuro vincolo, perché la mozione è un atto parlamentare vincolante per l’esecutivo". Pertanto "non possono certo sostenere che si tratti di vincoli inesistenti e non noti al momento dell’acquisto, così che nemmeno un eventuale richiamo alla buona fede può giovare loro".

La variante in consultazione prevede inoltre la tutela del parco e della maggioranza degli stabili del comparto. Aspetto, questo, che soddisfa i Ctl. Più critico invece Censi, che mette i puntini sulle i. L’avvocato chiede sostanzialmente di estendere la tutela stralciando la zona R2 e la zona R3A, in quanto sarebbero integralmente o parzialmente in contrasto con l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos). Stesso discorso per le normative di attuazione del Pr, che non solo non devono ammettere nuove costruzioni, ma nemmeno l’aumento delle volumetrie di quelle esistenti. Inoltre, a suo giudizio, la zona andrebbe vincolata in modo più chiaro oltre che rigido, in quanto non sarebbe corretto delegare la questione al Municipio, nell’ambito delle procedure per i Piani di quartiere: il rischio sarebbe una pianificazione snaturata a favore della speculazione edilizia.

Con ormai quasi vent’anni alle spalle, anche il futuro del dossier non appare dunque dei più semplici. La palla torna ora al Municipio che dovrà preparare un messaggio municipale tenendo conto o meno delle osservazioni. Spetterà poi al legislativo esprimersi e, viste le premesse, non sembrano una chimera eventuali vie legali qualora il Cc dovesse approvare un messaggio affine all’attuale variante.

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