Luganese

Pse, ‘Non si poteva rispettare la natura e i suoi tempi?’

Un’interrogazione dei Verdi di Lugano chiede lumi sulla distruzione di un biotopo durante i lavori preliminari al nuovo centro sportivo del Maglio

I lavori sono iniziati
(Ti-Press)
20 aprile 2022
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"Prima di procedere con il taglio degli alberi è stata effettuata una valutazione di cause ed effetti di tale processo sull’ecosistema dello stagno?". È questa una delle diverse domande che i Verdi Marisa Mengotti, Niccolò Castelli, Melitta Jalkanen e Deborah Meili hanno inoltrato al Municipio di Lugano. Il tema dell’interrogazione riguarda il biotopo situato in zona Maglio che, come denuncia il portale Naufraghi.ch, è stato distrutto durante i lavori preliminari per la creazione del nuovo Centro sportivo al Maglio (Csma) e del previsto autosilo da 80 posti. "Per anni non ha dato fastidio a nessuno, fino all’inizio dei lavori per il Csma. Evidentemente si è venuto a trovare nel posto sbagliato", denunciano i firmatari, che però riconoscono come lo stagno non sia inserito nell’inventario dei biotopi e delle zone palustri. "Tuttavia – prosegue il testo – secondo la legge tutte le zone umide sono ‘oggetti particolarmente degni di protezione’. Inoltre, se lo stagno in quanto tale non godeva di una protezione nazionale o cantonale, gli anfibi presenti nella pozza invece sì, poiché protetti a livello nazionale. Ma c’è di più: lo stagno in oggetto era tutelato a livello comunale poiché iscritto nel Piano regolatore intercomunale Piano della Stampa".

‘Le ovature degli anfibi sono andate distrutte’

Proprio la presenza di anfibi e la loro riproduzione sono al centro dell’interrogazione. "Le ovature sono infatti state inesorabilmente compromesse. Si è deciso di distruggere un habitat, proprio nel periodo della deposizione, ancora prima di aver predisposto un’alternativa". I firmatari chiedono quindi al Municipio "di riassumere le tappe che hanno portato all’eliminazione dello stagno in zona ‘al Maglio’. Chi ha preso la decisione dell’abbattimento degli alberi e chi ha stabilito i tempi dell’intervento?". Si chiede anche come mai non è stata considerata l’ipotesi di costruire il nuovo stagno prima di distruggere quello vecchio e se il periodo scelto era quello più adeguato.