Tandem al museo e Caffè narrativo uniscono le forze in occasione della Giornata mondiale del racconto, il 20 marzo alla Fondazione Lindenberg
Superare la paura del contatto, promuovere l’inclusione e riportare le persone nei musei. Ne ha tanti di obiettivi nobili il progetto ‘con(tatto)’, frutto della collaborazione fra Tandem al museo (Tam) e Caffè narrativo, che andrà in scena domenica 20 marzo al Museo Villa Pia di Porza in occasione della Giornata mondiale del racconto. Ne abbiamo parlato con le due responsabili, rispettivamente Veronica Carmine e Valentina Pallucca Forte, e con Tiziana Lotti, curatrice della Fondazione d’arte Erich Lindenberg che ha sede nel museo.
«Con la pandemia c’è purtroppo stato un irrigidimento nei confronti degli incontri – osserva Carmine –. I luoghi di cultura ne hanno risentito molto. E quindi è nato Tam, un progetto nazionale con l’obiettivo di lavorare su due aspetti: da un lato le persone che socialmente non avevano più la capacità di entrare in relazione con gli altri per la paura del contatto e dall’altra parte aiutare i musei che hanno sofferto. Sono luoghi che hanno bisogno del pubblico per vivere». «Anche il nostro è un progetto recente, almeno per quanto riguarda il Ticino, dove è attivo da giugno 2021 – spiega Pallucca Forte –, invece nella Svizzera tedesca è attivo da parecchi anni. Sono delle ‘comunità temporanee’, dei gruppi di persone che di norma non si conoscono e si incontrano parlando di un tema stabilito in precedenza. C’è anche sempre una parte informale, più conviviale, durante la quale si beve un caffè assieme. Gli obiettivi sono promuovere l’inclusione sociale e stimolare una cultura del dialogo improntata al rispetto. Ogni anno il Percento culturale Migros (che finanzia entrambi i progetti, ndr) stabilisce il tema dell’anno, che nel 2022 è l’inclusione e in questo solco rientra il progetto ‘contatto’».
Di cosa si tratta dunque? La manifestazione dura due ore, dalle 14.30 alle 16.30: «Per la prima parte (il Tam, ndr) i partecipanti verranno suddivisi in piccoli gruppi, che sceglieranno un’opera e partendo da quella inventeranno delle storie, che verranno raccolte e pubblicate sul sito di ‘Musee Imaginaire Suisse’ (Mis). Poi c’è la parte del Caffè narrativo, si dialogherà su cosa rappresenta il contatto, su come questi sono cambiati durante la pandemia e rispetto al passato, sarà un momento di confronto e di scambio. Ci sarà una moderatrice, Lorenza Campana, che condurrà la discussione. Terminata anche questa parte ci sarà un momento informale, con degustazione di caffè offerto dalla Fondazione». All’evento parteciperanno anche persone non vedenti, grazie alla collaborazione con il centro diurno Casa Andreina di Lugano. «Una parte dell’esposizione è dedicata alle sculture e abbiamo pensato di far mettere una benda sugli occhi ai vedenti in modo da far provare loro le stesse sensazioni di chi non può vedere. L’artista (Veronica Branca-Masa, che sarà presente, ndr) ci ha concesso di poter, delicatamente e con dei guanti, toccare le opere».
Partire col Tam permette di rompere il ghiaccio, ed effettivamente capita anche a noi quando incontriamo le nostre interlocutrici: scegliamo una delle sculture dell’esposizione ‘Frammento infinito’ e attorno a questa creiamo una breve storia – intitolata ‘Un tuffo nell’immenso’ e pubblicata sul sito Mis –, che ha come protagonista una giovane e gioiosa balena. «L’idea di balena forse è stata suggerita dal fatto che il marmo è pesante – interviene Lotti –. L’artista opera in termini e modalità poetiche diversi rispetto a quelli della narrazione». «È vero, quelle dell’artista e del visitatore-narratore sono due intenzioni diverse, ma che possono completarsi – replica Carmine –. L’artista e il curatore aiutano ad aprire di più gli occhi su un’opera e perché no, in futuro, a stimolare una visita guidata al museo». E uno degli aspetti principali è effettivamente questo. «I germanofoni dicono ‘niederschwellig’: significa bassa soglia ed è uno dei nostri obiettivi, avvicinare ai musei persone che altrimenti non ci vanno regolarmente» chiarisce la responsabile di Tam. Un’opportunità anche per i musei: «Anche noi abbiamo sofferto delle chiusure – ammette Lotti –. Senza pubblico neanche l’arte vive, abbiamo bisogno di confrontarci costantemente per poter evolvere».
Il contatto con il pubblico quindi è fondamentale. Ma anche se si tratta di progetti che propongono di osservare le opere in maniera così alternativa? «Credo che chi apre le porte di un museo debba essere pronto ad accogliere qualsiasi tipo di gruppo: dal bambino all’artista, dal disabile all’esperto» secondo la curatrice di Villa Pia. «Io stessa sono curatrice del Museo di Val Verzasca e inizialmente ero scettica – svela Carmine –. Ma in realtà è una questione di prospettive. Andando dall’altra parte, dal pubblico, si capisce la vera missione di un museo e si accettano iniziative come questa. Frequentare il museo in questo modo conferisce libertà, la ‘sacralità’ che il museo ancora ha, alle volte ci blocca. Ci sono ancora dei timori nel pronunciarsi su un’opera, sia per non ‘offendere’ l’artista sia per poca conoscenza dell’arte. Invece noi riteniamo che si possa fare, l’importante è mantenere sempre rispetto verso l’opera e chi l’ha realizzata». E da lì, l’idea di ‘con(tatto)’: «La storia viene costruita dialogando, sono storie brevi e il loro senso è quello di lasciare un segno. Uscendo dal museo sicuramente ci si ricorderà di almeno un’opera, perché la si è fatta propria in un determinato momento».
Iniziative come questa sono già radicate in Svizzera tedesca, mentre in Ticino stanno prendendo piede. Sia Tam, sia i Caffè narrativi, stanno cercando volontari. «Cerchiamo delle guide – conferma Carmine –, persone della società civile che amano i luoghi di cultura. Non sostituiscono le guide museali, ma accompagnano le persone nelle istituzioni. È molto importante mettere al centro il visitatore e la sua possibilità di esprimersi». «Noi al momento abbiamo una decina di moderatori in Ticino – fa eco Pallucca Forte – e vorremmo ampliare questa rete». Un’unione di intenti che trova casa a Villa Pia, museo già avvezzo a iniziative particolari. «Collaboriamo già da qualche anno con il progetto Scintille – precisa la curatrice –, accogliamo persone affette dal morbo di Alzheimer alle quali si cercano di suscitare ricordi. Siamo quindi già vicini a tematiche sociali e all’idea di ampliare l’accessibilità del museo e dell’arte». Per ulteriori informazioni, consultare il sito: https://www.tim-tam.ch/it/eventi.