Riuscito il referendum contro la variante di piano regolatore. Lunedì la consegna delle firme in cancelleria. ‘Vogliamo si riveda un po’ tutto’
Ha avuto successo, secondo i suoi promotori, il referendum lanciato a inizio anno a Melide contro la variante di Piano regolatore, votata da un’ampia maggioranza nell’ultima seduta di Consiglio comunale del 2021, che prevede la possibilità di realizzare un nuovo porto galleggiante. «Al momento abbiamo raccolto oltre 200 firme, quando per la riuscita ne bastavano fra le 145 e le 150», spiega Olga Mattioli, prima firmataria del referendum. «Il numero preciso non lo sappiamo ancora, perché fino a domenica andremo avanti a raccogliere adesioni». Le firme verranno infatti consegnate lunedì pomeriggio alla cancelleria comunale. Un progetto definitivo sul porto galleggiante ancora non c’è, nonostante questo i promotori si sono mossi considerando sproporzionata la variante pianificatoria. Nel messaggio del Municipio ci sono comunque alcune proposte, l’ultima delle quali permette 120 attracchi galleggianti per un costo di circa 1,32 milioni di franchi. «Vogliamo che si riveda un po’ tutto. Ci sono delle zone un po’ scure su questo tema che non sono state spiegate. È mancata una serata pubblica d’informazione prima di mandare il messaggio in Consiglio comunale». Le idee dei referendisti sono comunque chiare: «Non vogliamo la realizzazione di un porto galleggiante lì. Siamo in contatto anche con l’associazione pescatori che in quella zona, un vero microcosmo acquatico, getta le proprie reti». A preoccupare Olga Mattioli e gli altri firmatari è anche il numero d’imbarcazioni che potrebbero trovare posto a Melide. «Così tante barche riunite lì non vanno bene, bisogna ripensare il tutto».
Il sindaco di Melide Angelo Geninazzi non si dice sorpreso della riuscita del referendum. «Sarà finalmente l’occasione per confrontarsi apertamente sul tema nei prossimi mesi e mettere in campo delle soluzioni possibili». Quello che si andrà a votare, sottolinea il sindaco, non è però il progetto del nuovo porto. «Siamo ancora allo stadio della variante di piano regolatore, che costituisce semplicemente la premessa per poter risolvere problemi che riguardano il porto da tempo. Se approvato, il nuovo piano regolatore darebbe il via alla discussione su un progetto nel quale, ad esempio, si potrebbe decidere quanti posti barca verranno davvero realizzati». A preoccupare le autorità in questo momento sono soprattutto le condizioni ambientali e logistiche dell’attuale porto, che da oltre cinquant’anni non subisce interventi di miglioria e ammodernamento. «La melma che si deposita sul fondale risulta molto inquinata ed è quindi complicato gestirla. Durante i lavori per la sua rimozione non è infatti possibile rigettarla nel lago, proprio per via del suo alto grado d’inquinamento». I livelli riscontrati negli ultimi rilievi risultano molto superiori al limite consentito: fino a sette volte oltre i parametri, con una forte presenza d’idrocarburi e zinco. L’operazione necessaria è quindi quella di estrarre la melma dal lago e smaltirla con apposite procedure, «un’operazione economicamente insostenibile se non fatta nell’ambito della revisione del porto, quest’ultima legata alla modifica del piano regolatore», spiega Geninazzi. A questa problematica si aggiunge il livello dell’acqua che, complice la melma e la siccità, risulta talvolta insufficiente per permettere il passaggio delle imbarcazioni. «In questo momento le barche non possono entrare e uscire dal porto, che risulta di fatto inagibile», conclude Geninazzi.