Nel Luganese, ma non solo, questi animali rischiano ogni anno di essere investiti. In loro aiuto diverse associazioni ‘che non sono semplici tassisti’
Zampettano qua e là per boschi e prati di tutto il Ticino, spingendosi a volte fino sui cigli delle strade trafficate (o sarebbe meglio dire, molto trafficate) del nostro cantone. Un pericolo che ogni anno causa la morte di centinaia di anfibi. Rospi, rane e tritoni che, con l’arrivo del primo caldo primaverile, si risvegliano mettendosi in viaggio verso stagni e corsi d’acqua. Un tragitto, magari anche di diversi chilometri, che può rivelarsi fatale. «Basta un muro che delimita la strada, bloccando così anche il percorso degli animali, e il sopraggiungere di un’automobile per creare una vera mattanza di anfibi», spiega Tiziano Maddalena, corrispondente per il Ticino dell’associazione Karch, che insieme al Wwf si occupa della tutela di questi piccoli animali.
In Ticino sono circa quaranta i tratti di strada ritenuti di conflitto tra anfibi e automobilisti, zone nelle quali ogni anno i volontari si attivano durante il periodo della migrazione per garantire un passaggio sicuro al maggior numero possibile di esemplari. «Tenere un inventario, condiviso anche con le autorità cantonali, permette di poter inserire barriere e passaggi quando si mette mano alla carreggiata per la manutenzione», prosegue Maddalena. L’associazione è attiva dagli anni ’90, quando è stato effettuato il primo intervento di salvataggio nella zona di Brusino. "I rospi comuni sono la specie più colpita dal traffico", si legge su un volantino pubblicato sul sito del comune di Vico-Morcote. "Si attivano tutti contemporaneamente spostandosi molto lentamente. Occorrono loro 15-20 minuti per attraversare una strada".
La situazione resta però in costante mutamento, con nuovi stagni che possono essere creati o formarsi naturalmente. «Difficilmente nei paraggi di un corso o specchio d’acqua non si trova almeno una strada. Ogni anno sono circa un centinaio i volontari che si attivano su tutto il territorio e vanno in cerca di anfibi da salvare», racconta il corrispondente di Karch. A breve partirà la campagna per la ricerca di volontari sul territorio, che dovranno essere pronti ad attivarsi quando comincerà la migrazione. «Dipende dalla meteo. Con la grande siccità di questo periodo gli animali non si muovono, aspettano la pioggia e una temperatura serale di 4-5 gradi sopra lo zero». Il periodo della migrazione varia quindi in base alla regione, «negli stagni di montagna può avvenire anche a luglio».
Compito dei volontari è anche censire il numero di esemplari che incontrano durante i loro interventi, che insieme ai controlli regolari svolti dalle associazioni, permette di monitorarli. «Posso dire che si osserva una certa tendenza a una diminuzione della popolazione. In ogni caso tutte le specie sono ancora rappresentate, con qualche unicum». Il riferimento è alla rana lataste, che si trova solo nel Mendrisiotto. Quello momò è infatti il distretto di riferimento per questi animali nel nostro cantone. «Ogni esemplare ha il suo ecosistema. Spostarlo, magari pensando di portarlo in un luogo più sicuro ma molto distante, potrebbe avere effetti nocivi sull’animale e sull’habitat in cui viene inserito», avverte Maddalena.
La buona volontà da parte dei volontari però non manca. Sono circa 12mila gli anfibi che ogni anno in Svizzera vengono portati da una parte all’altra della carreggiata. Il lavoro degli oltre cento volontari non si limita però a quello di semplici ‘tassisti’. Nelle prime settimane di febbraio vengono infatti allestite le ‘barriere per le rane’, delle installazioni in plastica che permettono d’indirizzare gli anfibi verso i secchi, poi utilizzati per il trasporto. «Negli anni la popolazione si è dimostrata sensibile a questo tema. Trovare volontari non è facile, come per tutte le altre associazioni. Notiamo però che c’è un buon interesse da parte delle generazioni più giovani». A essere coinvolte sono talvolta anche le classi delle scuole elementari, come ad esempio a Origlio. Ma quali sono i consigli da seguire se si trovano degli anfibi lungo la carreggiata? «La cosa più importante è la sicurezza. Non bisogna fermarsi in mezzo alla strada se si corre il rischio di causare qualche incidente. Meglio andare piano, specialmente se piove, visto che si tratta di animali piccoli e non sempre facilmente riconoscibili», argomenta il nostro interlocutore. «L’animale va poi raccolto e posizionato in un posto sicuro ma non troppo distante, meglio se in prossimità di un corso d’acqua».