Luganese

Campione ci riprova: i gioielli di famiglia tornano all’asta

La vendita si terrà a inizio marzo. Il valore, invariato, a base d’asta dei cinque immobili supera i 21 milioni di euro

Il ricavato servirà per pagare i debiti
(archivio Ti-Press)
8 febbraio 2022
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Andate a vuoto, e non era la prima volta che succedeva in questi ultimi anni, le due aste previste lo scorso mese di gennaio, la giunta municipale del comune di Campione d’Italia, ha deciso di rimettere in vendita cinque gioielli di famiglia. Questo perché, per il Comune dell’enclave, non è venuta meno l’urgenza di mettere in cassaforte risorse finanziarie, per pagare i debiti contratti soprattutto con i dipendenti, per due anni lavoratori a costo zero, in quanto non retribuiti. Negli ultimi mesi il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi ha ripetuto che le somme recuperate con l’alienazione dei cinque gioielli di famiglia saranno destinate a cancellare i debiti, per consentire al comune di chiudere definitivamente un poco edificante periodo dell’enclave, portato al dissesto finanziario e alla chiusura del Casinò che da un paio di settimane ha riaperto i battenti. Su come stia andando l’attività nella casa da gioco non è dato sapere, anche perché comunicazioni saranno fatte trimestralmente.

Gli immobili che saranno messi all’asta a inizio marzo sono Villa Franchini, Villa Mimosa (che si voleva trasformare in un casa da gioco per la sola clientela cinese), la sede della polizia comunale (arrivata ad avere 22 agenti, mentre attualmente sono due, e due sono part-time, ndr), un’area del porto e un’area edificabile. La giunta municipale ha deciso di non modificare il valore a base d’asta dei cinque gioielli di famiglia. Insomma, nessun ribasso come si era ipotizzato: complessivamente il valore a basta d’asta dei cinque immobili supera i 21 milioni di euro.

Il gioiello più pregiato è l’area del porto, valutato oltre 12 milioni di euro. Villa Franchini si carica di un significato sociale molto importante. È di proprietà comunale a seguito di un lascito di Franco Franchini, ex sindaco dell’enclave e amico fraterno di Oscar Luigi Scalfaro, già capo dello Stato italiano, che nel testamento aveva posto una precisa condizione: quanto ricavato da un’eventuale vendita doveva essere destinato a favore della comunità campionese. Se la vendita di Villa Franchini andrà a buon fine, sarà riaperta la scuola materna, che continua a creare grossi problemi alle giovani famiglie dell’enclave.

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