Con la partenza del responsabile dell’Archivio storico, Pietro Montorfani, che dirigerà la Biblioteca Salita dei Frati, la Città diversifica i profili
La cultura cittadina si fa in quattro. Una dimissione e una riduzione di percentuale daranno luogo, nei prossimi mesi a Lugano, a quattro nuove figure all’interno della Divisione cultura. Con la partenza di Pietro Montorfani, da sei anni responsabile dell’Archivio storico, che andrà a dirigere dal 1° aprile la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano e la riduzione di percentuale di Damiano Robbiani, il quale prenderà il timone del Museo del Malcantone, la Città di Lugano ha indetto nuovi concorsi pubblici per la ricerca di un/a esperto/a di tradizioni culturali locali a metà tempo, di un/a storico/a al 60-80%, di un/a storico/a dell’arte a metà tempo e di un/a collaboratore/trice di sviluppo culturale.
Nuove pedine sulla scacchiera della cultura cittadina. Il capodicastero, Roberto Badaracco, spiega la genesi dei cambiamenti: «Una prima riorganizzazione era avvenuta nel 2020, dove avevamo suddiviso la Divisione cultura in vari ambiti: sviluppo culturale, patrimonio culturale e istituzioni culturali. I due tempi parziali di storico andranno per il patrimonio culturale, settore che ha la supervisione dell’Archivio storico e tutta la gestione del patrimonio culturale ad esso collegato (beni culturali, documentazione, di tutto quanto cioè abbiamo in dote e che di nuovo abbiamo ricevuto)».
Ma la novità – sottolinea il municipale – riguarda la ricerca dell’esperto/a di tradizioni culturali locali. «A questo ambito, abbiamo visto nel passato, non si è data l’importanza che merita. Con l’aggregazione dei vari ex Comuni e con la creazione dei quartieri, da una veloce analisi è emerso che c’è un patrimonio culturale molto esteso anche in tutti i rioni. Probabilmente, sia perché si è un po’ troppo Luganocentrici sia perché le competenze di prima della Divisione cultura e dell’Archivio storico erano più rivolte a quella che era la ‘vecchia Lugano’, non si è scandagliato abbastanza e non si è avuto un occhio sufficientemente attento nei confronti di tutto quanto riguarda il patrimonio etno-antropologico. Quindi: linguistica storica, tradizioni locali e orali presenti un po’ in tutti gli ex Comuni di Lugano. Gli ex quartieri possiedono un patrimonio molto importante – penso ad esempio a Carona, Sonvico con gli Amici del Torchio e altre associazioni attive in questo rione, o anche altri ambiti, ma la stessa Val Colla possiede beni che andrebbero ulteriormente valorizzati e soprattutto promossi. L’idea – prosegue il capodicastero – è di riuscire a trovare una persona che conosca bene questi temi e che possa in primo luogo studiare e approfondire tutte queste realtà presenti nei quartieri aggregati alla Città e quindi sviluppare dei programmi di valorizzazione. Questo è emerso non solo come obiettivo della Divisione Cultura ma anche come obiettivo strategico della Città, per salvaguardare le entità, le identità dei quartieri e per promuoverle in tutti i sensi. Questo ambito è tra l’altro molto sentito dalla popolazione, lo abbiamo avvertito attraverso le diverse associazioni che curano e promuovono questo patrimonio presente nei quartieri. Per questo, quindi, si potrebbe creare quella famosa rete culturale della quale si è tante volte parlato; conoscersi meglio, poter mettere in campo nuove risorse».
Roberto Badaracco guarda anche al futuro polo culturale che si svilupperà attorno alla Biblioteca Salita dei Frati: «Con Pietro Montorfani, uno storico di grande valore, potremo senz’altro guardare a proficue collaborazioni». La Divisione attività culturali di Lugano, diretta da Luigi di Corato, ricerca come detto anche un/a collaboratore/trice di sviluppo culturale che avrà fra l’altro il compito di mettere in rete più istituzioni. Si pensa, fra l’altro, alla futura e sempre più vicina – «allestiremo presto il messaggio municipale all’attenzione del Consiglio comunale», fa sapere il capodicastero Cultura, sport ed eventi – acquisizione da parte della Città di Lugano dello stabile di Besso degli studi radio per creare la Casa della musica, che ospiterà fra l’altro il Conservatorio della Svizzera italiana, la Fonoteca e l’Orchestra della Svizzera italiana (Osi). Ebbene, il/la futuro/a collaboratore/trice di sviluppo culturale dovrà incaricarsi anche di coordinare queste grandi realtà culturali, come appunto l’orizzonte che si aprirà nello stabile di via Canevascini che dal 1962 ospita la radio, tutti spazi destinati, come noto, a trasferirsi a Comano. Insomma, Lugano è alla ricerca di nuovi ‘attori’ e nuove competenze per proseguire nell’importante e costante impegno di valorizzazione del proprio vasto patrimonio culturale.