Luganese

Lugano: palazzina al posto di villa storica, è ricorso

La Stan formula opposizione alla domanda di costruzione inoltrata alla Città di Lugano per un terreno in zona Montarina: ‘Rovinerebbe il quartiere’

Questo, o un palazzo di cinque piani?
12 febbraio 2022
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Una palazzina di cinque piani al posto di una villa storica. Potrebbe succedere a Lugano, zona Montarina, dove sono già apparse le modine innescando una discussione a distanza fra il capogruppo dei Verdi nel legislativo cittadino Nicola Schönenberger e il municipale Filippo Lombardi. Ma l’ennesima costruzione di appartamenti al posto di una testimonianza storica del passato ha di fronte a sé un percorso in salita e a ostacoli, nonostante l’autorizzazione rilasciata dalla Città. La Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) ha infatti formulato regolare opposizione entro il termine stabilito, che scadeva ieri, 11 febbraio.

‘Esteticamente inadeguata’

L’avviso di pubblicazione della domanda di costruzione è del 24 gennaio scorsa e riguarda un’istanza formulata da una società immobiliare di Gravesano. L’intenzione è chiara: demolire l’edificio esistente in via Stabile 10 per costruirne uno a carattere residenziale. «Si tratta di una palazzina di cinque piani, rivestita di ceramica – spiega Benedetto Antonini della Stan –. Esteticamente sarebbe inadeguata, si inserirebbe male nel contesto e rovinerebbe il quartiere». Pertanto, appellandosi all’articolo 104 della Legge sullo sviluppo territoriale, «che dice che ogni costruzione deve inserirsi in modo ordinato e armonioso nel contesto e questo non è il caso», la Stan si è opposta. Anche perché l’edificio esistente non è uno qualsiasi, bensì una casa storica d’inizio Novecento. E neanche il contesto è di quelli interscambiabili: «Si trova tra il villino Lüthi e l’asilo, entrambi dell’architetto Americo Marazzi, che lì aveva concepito la sua ‘città-giardino’. Il villino Lüthi in particolare rappresentava il vertice di un triangolo, poi non ultimato, e sebbene quest’altra casa sia più recente sarebbe quindi un gran peccato demolirla».

Il precedente del villino Lüthi

E a proposito del villino Lüthi, Antonini ricorda la battaglia condotta (e vinta) per salvaguardarlo. «Siamo andati fino al Tribunale federale (Tf), che ci ha dato largamente ragione. Lì volevano fare una costruzione ancora più deturpante di questa, dall’aspetto veramente aggressivo. Tuttavia, il Tf dandoci ragione ha creato una giurisprudenza importante: ha detto che è vero che finché i Piani Regolatori (Pr) non integrano i beni già inseriti nell’Isos (Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere), questo vincolo non può essere imposto ai privati. Però ha anche stabilito che invece gli enti pubblici devono tenerne conto quando si tratta di decidere in materia di domande di costruzione e di demolizione e purtroppo i Comuni questo non lo fanno praticamente mai», sottolinea il vicepresidente della Stan, che aggiunge infine: «In questi frangenti d’integrazione dei Pr, i Municipi dovrebbero essere molto prudenti nel rilasciare domande di costruzione e di demolizione».

Lombardi: ‘Vogliamo proteggerlo anche noi’

La dichiarazione è rivolta all’esecutivo cittadino, che a giudizio di Antonini non avrebbe proprio dovuto rilasciare la licenza. “Non possiamo proibire all’istante di presentare la domanda – ha però dichiarato alcuni giorni fa a ‘Ticinonews’ il capodicastero della Pianificazione territoriale di Lugano Filippo Lombardi –, tuttavia abbiamo già comunicato all’istante la nostra volontà di proteggere l’edificio e pertanto da parte nostra giungerà la risposta adeguata”. «Quel che sottace Lombardi è che è il Municipio stesso ad aver tenuto fermi i Pr sin dagli anni Ottanta» puntualizza però Nicola Schönenberger. Proprio da un post su Facebook del consigliere comunale è partita infatti la discussione. «Ho scritto il post perché la questione è sempre la stessa – spiega –: Pr super vecchi, che permettono edificazioni colossali, in una Lugano che purtroppo non ha mai davvero tutelato bene il proprio patrimonio architettonico».

Schönenberger: ‘Municipio lento’

Schönenberger ricorda che «già nel 2007 il Cantone aveva dato un preavviso che consigliava di tutelare il quartiere di Montarina. Quindi abbiamo il Cantone che dice che bisogna proteggere, il Comune che dice che stanno preparando la variante per i beni culturali che contempla anche questo sedime, che però non è ancora in vigore. Il Consiglio comunale, inoltre, l’anno scorso ha accolto una mozione che chiede di integrare i beni Isos nel Pr. Ma intanto, passano gli anni. Sta lì l’inghippo dal mio punto di vista: il Municipio va avanti molto lentamente su questi temi. In particolare nelle ultime due legislature è stato fatto davvero poco su questo fronte. Dire che siamo vittime dei Pr vecchi è solo parte della verità: sono vecchi perché l’esecutivo è stato lento. La mia paura è che quando avremo i nuovi Pr non ci sarà più molto da proteggere».