Croce Rossa Svizzera, sezione del Sottoceneri, presenta il progetto di integrazione socio-culturale che coinvolge i richiedenti l’asilo
“Non è mai il luogo o il cibo a rendere migliore un’esperienza, ma le persone con cui la condividi”. È questo il motto alla base di ‘Umamy’, il nuovo progetto di integrazione socio-culturale sviluppato dalla Croce Rossa Svizzera, sezione del Sottoceneri in collaborazione con la Sezione del Sostegno sociale del Dss. Il servizio di consegna di cibo etnico ha iniziato ufficialmente la sua attività a inizio settimana, dopo una sperimentazione interna di due mesi. «Si tratta di un progetto di integrazione culturale – spiega Debora Banchini Fersini, vicedirettrice e capo divisione della migrazione della sezione Sottoceneri di Croce Rossa Svizzera –. L’esperienza maturata con gli ospiti dei centri dimostra come la persona, anche se può incontrare difficoltà a inserirsi nella rete sociale del territorio, si motiva se chiamata a preparare pietanze del proprio Paese per offrirle o farle conoscere agli altri». Ecco quindi che il cibo diventa la lingua universale capace di unire i popoli.
In questa prima settimana di attività, le pietanze tipiche preparate sono state quelle dell’Afghanistan. La prossima toccherà alla Turchia. «Siamo partiti bene – ammette la vicedirettrice –. Il servizio deve comunque ancora farsi conoscere». Chiediamo a Debora Banchini Fersini qual è stata la genesi del progetto. «L’obiettivo è quello di creare un percorso di integrazione che unisca l’apprendimento della lingua italiana con la cucina, intesa come l’insieme di mestieri che ruotano nel campo della ristorazione», illustra. Attualmente nel progetto sono coinvolte una «ventina di persone divise in due gruppi che si alternano settimanalmente tra cucina e corsi specifici sul mestiere». I richiedenti l’asilo sono attivi come aiuto cuoco, lavapiatti, addetto agli imballaggi e, non da ultimo, nella redazione delle ricette con usi e costumi a esse legate.
Le pietanze vengono preparate nella cucina del Ristorante Ombrone di Cadro, con la supervisione di un cuoco professionista e di un esperto del settore che si occupa della formazione pratica. La proposta prevede due menù al giorno, di cui uno vegetariano. Il piatto è accompagnato dalla storia del piatto stesso, da alcune indicazioni sulla sua tradizione e dalla ricetta. Per gli amanti della cucina, ma non solo, ‘Umamy’ rappresenta quindi un’occasione imperdibile per entrare in contatto con le autentiche ricette etniche, per riscoprirne la storia, le tradizioni e sostenere l’integrazione di diverse culture. «Abbiamo lavorato a questo progetto per più di sei mesi – aggiunge ancora Debora Banchini Fersini –. Si tratta infatti di un lavoro che tocca molteplici aspetti che generano valore nelle persone e nella società: inserimento socio-professionale dei richiedenti l’asilo, studio e approfondimento della lingua italiana, valorizzazione di culture diverse e, non da ultimo, messa in relazione degli ospiti dei centri con i cittadini e con le aziende locali».
Come gustare, quindi, le pietanze preparate a Cadro? Le proposte culinarie possono essere ordinate, dal lunedì al venerdì, sia dalle aziende, che aderiscono tramite il sito, sia dai privati che possono ritirarle direttamente al ristorante Ombrone (previa ordinazione via email entro le 16 del giorno prima per pausa pranzo del giorno successivo). Il progetto tiene in considerazione anche gli aspetti ecosostenibili: oltre all’imballaggio, le consegne vengono effettuate grazie alla partecipazione di Saetta Verde. La consegna avviene quindi con i corrieri in bicicletta. Tutti i dettagli possono essere consultati sul sito www.umamy.ch. «Per il momento copriamo fino a Lugano centro – conclude la vicedirettrice –. In futuro potremo valutare un’estensione. L’auspicio è che questo nuovo progetto venga conosciuto il più possibile, che funzioni e che le persone che ci stanno mettendo molto entusiasmo e impegno vengano riconosciute e valorizzate da questo progetto».
‘Umamy’ è gestito dal servizio di integrazione e volontariato presso i centro di accoglienza della Croce Rossa Sottoceneri, riorganizzato nel 2021 secondo le linee direttive nell’ambito dell’integrazione emanate dalla Confederazione e dal Cantone per sostenere le persone migranti nella co-costruzione di un percorso di integrazione personalizzato. Il team è multidisciplinare e specialistico, composto da esperti in ambito della migrazione, job coach, collaboratori sociali, mediatori culturali, animatori e formatori certificati. Nel 2021 sono stati raggiunti traguardi significativi: il servizio ha collaborato attivamente con 50 aziende del territorio, ha organizzato 118 stage, ha ottenuto 25 posti di apprendistato e molteplici inserimenti professionali. Croce Rossa Svizzera è attiva nell’ambito della migrazione da oltre 30 anni e, su mandato cantonale, gestisce i centri di accoglienza di Paradiso (65 posti) e Cadro (180) e due foyer per minorenni non accompagnati (ragazzi dai 10 ai 20 anni) a Paradiso e a Castione (76 posti in totale).