Giovanni Pedrazzini, con altre personalità del territorio, sottoscrive una lettera rivolta ai Comuni affinché appoggino l’operatore di prossimità
La necessità della figura educativa dell’operatore regionale di prossimità in Malcantone trova l’appoggio di Giovanni Pedrazzini, decano della Facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana che ha sottoscritto una lettera di sostegno ai Comuni della regione. Un lettera firmata anche dal sindaco di Bioggio Eolo Alberti e da diverse autorità politiche locali, cantonali e federali. In sostanza ai Comuni viene chiesto “di valutare una partecipazione finanziaria”, il progetto Prometheus, avviato con successo nel Malcantone Ovest a sostegno della gioventù in difficoltà. Pedrazzini sottolinea inoltre che “in recenti studi commissionati dalla Confederazione, un giovane su tre ha problemi psichici, gli episodi di violenza anche per futili motivi sono in aumento e, non da ultimo, il consumo di psicofarmaci anche a scopo ricreativo insieme ad altre sostanze che creano dipendenza, ha raggiunto cifre molto preoccupanti”. Ma non bisogna dimenticare il senso di solitudine e di abbandono favorito dalle lunghe restrizioni della pandemia da Covid.
Pertanto, mediante un lavoro di strada, disegnato e strutturato secondo modelli già esistenti e che hanno dato ottimi risultati, giovani in difficoltà per varie ragioni hanno la possibilità d’incontrare, negli spazi/ambiti da loro frequentati, degli educatori/collaboratori, dei professionisti del settore e iniziare con loro una relazione di sostegno. Il lavoro di prossimità, evidenzia il decano, è uno degli strumenti più importanti e funzionali nell’ambito del lavoro sociale e permette di arrivare in realtà difficilmente raggiungibili altrimenti. Gli esempi in Ticino di servizi come questo sono ormai molti e mostrano tutta la loro efficacia nel rilevamento precoce di situazioni di vulnerabilità. La letteratura scientifica, in tutti gli ambiti, è concorde sul fatto che la prevenzione e l’intervento tempestivo sul disagio giovanile, permettano di arginarne le evoluzioni più preoccupanti (e i relativi costi finanziari). Purtroppo, malgrado la crescente necessità, il finanziamento di questi progetti non è ancora garantito istituzionalmente e la loro sopravvivenza dipende dal sostegno di enti pubblici (e privati) che ne riconoscono il valore per la società.
A sponsorizzare il progetto c’è anche Ilario Lodi, direttore Fondazione Pro Juventute Svizzera Regione Svizzera italiana, secondo cui “le esigenze educative, che con il nuovo millennio si sono sempre più fatte insistenti, necessitano la realizzazione di progetti e azioni educative all’altezza della nuova situazione venutasi a creare. Molte, in verità, sono le idee che hanno trovato forma; quella di un servizio regionale di prossimità, o di un’educativa da strada itinerante, è certamente tra le più interessanti e significative, e questo per vari motivi, tra i quali troviamo la presenza costante e continua a livello regionale di un professionista dell’educazione in un contesto fatto di giovani, la sua attenta e saggia gestione di situazioni potenzialmente delicate, la sua opera di prevenzione per proteggere i giovani e per contribuire ad aggiustare situazioni le quali, se lasciate andare senza un’intelligente gestione, molto facilmente potrebbero trasformarsi in problemi per l’intera collettività (che non sono risolvibili solo con interventi di tipo finanziario...)”.