Luganese

Municipio Lugano: ‘Al Parco Saroli proporzionalità rispettata’

L’esecutivo ha fornito (alcune) risposte sui tafferugli dello scorso settembre, durante i quali la Polizia comunale ha usato proiettili di gomma

I proiettili raccolti dai giovani che hanno partecipato alla festa
3 dicembre 2021
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Il controverso intervento della Polizia comunale di Lugano, che interrompendo una festa al Parco Saroli lo scorso settembre si è ritrovata a utilizzare i proiettili di gomma contro i giovani, sarebbe stato conforme al principio di proporzionalità. Lo afferma il Municipio, rispondendo a un’interrogazione del consigliere comunale Raoul Ghisletta (Ps). Una risposta parziale – non a tutte le domande è stata data una replica –, la quale giustifica l’operato delle forze dell’ordine, che aveva fatto molto discutere.

Domande senza risposta

Il Municipio ricorda che gli agenti sono intervenuti sostanzialmente per riportare la quiete pubblica, compromessa dal forte rumore del party in corso. “Sul posto sono intervenuti due ufficiali della Polizia Città di Lugano i quali si sono preventivamente consultati anche con l’ufficiale di picchetto della Polizia cantonale” si legge nella risposta alla prima domanda. Domanda che tuttavia chiedeva ‘chi ha deciso l’intervento della polizia?’ e alla quale quindi non si risponde direttamente. Altrettanto senza risposta sono rimasti altri quesiti – significativi per giudicare l’effettiva proporzionalità – relativi a quanti agenti sono intervenuti, a che ora lo hanno fatto e quanti di questi erano dotati delle armi con proiettili di gomma e di che tipo erano queste armi. “Trattandosi di una domanda tattico/strategica rispettivamente di sicurezza non vengono rilasciate informazioni a riguardo”, la replica per tutti questi interrogativi.

Gli operatori sociali? ‘Non riconosciuti dai giovani’

In compenso l’esecutivo ha effettivamente riconfermato che i proiettili di gomma sono stati utilizzati – fatto più unico che raro in Ticino per casi simili, ricordiamo – ma “nel rispetto delle regole e delle direttive imposte dall’Istituto svizzero di polizia” e della già citata proporzionalità. Si ricorda infatti che i giovani partecipanti al ‘Salotto sonoro lampo’, questo il nome dell’evento non autorizzato, avrebbero avuto un “atteggiamento aggressivo sfociato dapprima in un pericoloso contatto fisico e in seguito anche nel lancio di sassi”. Si precisa comunque che l’utilizzo dei mezzi coercitivi è avvenuto solo dietro ordine del responsabile, e non su iniziative singole. Non sarebbero per contro mancati tentativi da parte delle autorità di “descalare la situazione molesta” con approcci più soft: richieste, intimazioni e dialogo in particolar modo con chi gestiva gli apparecchi musicali. A tal proposito, una curiosa osservazione sugli operatori sociali della Città. Ghisletta ha infatti chiesto come mai non sia stato richiesto l’intervento degli operatori di prossimità del Comune, servizio recentemente potenziato. “Non essendo stato autorizzato né preannunciato (sebbene dei flyer sulla serata girassero nei giorni precedenti, ndr) l’evento in questione, non è stato possibile preavvisare o coinvolgere alcun servizio” premette il Municipio, aggiungendo: “Va precisato che gli operatori sociali della Città sono figure generalmente non riconosciute dai giovani”, oltre che non formate per affrontate situazioni come quella in questione.

Né fermi, né sequestri, né controdenunce

In altre parole, sul servizio di prossimità verosimilmente c’è da lavorare. La risposta all’atto parlamentare si conclude evidenziando che nessun giovane è stato fermato (“considerata la tensione e al fine di indurre una descalazione della stessa”) e anzi sono state levate diverse contravvenzioni alle infrazioni contestate. Viceversa, nemmeno dalla controparte vi sarebbero state denunce nei confronti della polizia. Alla notte di alta tensione e alle polemiche, insomma, sarebbe seguito un periodo di distensione. Allo stesso modo le autorità sottolineano che nessun impianto musicale è stato sequestrato, ma che tuttavia il generatore di musica è stato allontanato per evitare che si continuasse a farlo suonare. L’oggetto in questione si trova ancora alla sede della Polcom ma al momento non è ancora stato reclamato da nessuno.

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