Luganese

Lugano: ‘Al Conza attesa incredibile per il vaccino’

Lunghe code anche al freddo. ‘Tanti si sono presentati per la terza dose senza appuntamento’. Segnalata anche una carenza di personale sanitario

La macchina vaccinale si sta rimettendo in moto
(Archivio Ti-Press)
3 dicembre 2021
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«Abbiamo preso appuntamento tramite il portale e alle 8.40 ci siamo presentati puntuali. C’era una gran fila all’ingresso e abbiamo dovuto aspettare quasi un’ora prima di ricevere l’iniezione. Durante l’attesa abbiamo scoperto che molti si erano presentati senza un appuntamento, pensando di poter ricevere comunque la terza dose». La campagna vaccinale che riguarda la terza dose è entrata nel vivo, con il Cantone che ha aperto oggi le registrazioni a tutte le fasce della popolazione. Per rispondere alla necessità di effettuare numerose iniezioni è stato riaperto anche il centro vaccinale al padiglione Conza di Lugano. Durante la prima mattina non è però filato tutto liscio dal punto di vista organizzativo, come hanno segnalato alla nostra redazione numerosi utenti. Una situazione che ha sorpreso anche gli stessi militi della Protezione civile, come afferma una donna che era sul posto per accompagnare i genitori: «Già alle 9.15 la colonna era lunga e usciva dall’edificio. I responsabili sono stati bravi a montare un gazebo aggiuntivo per chi aspettava. Era però evidente come i loro effettivi fossero insufficienti, con un solo ragazzo a gestire l’afflusso di persone e quattro incaricati di sbrigare le procedure d’accettazione. Mi è dispiaciuto soprattutto perché molte persone in fila erano anziane, magari anche sole o con difficoltà a camminare, e stare fermi al freddo così a lungo non è il massimo. Fortunatamente non pioveva. Sono rimasta un po’ sorpresa, soprattutto perché sia per le vaccinazioni dei miei genitori che per la mia era filato tutto liscio».

‘Mancavano i sanitari per le iniezioni’

Per capire cosa non ha funzionato nella catena organizzativa ci siamo rivolti direttamente alla Protezione civile di Lugano, impegnata nell’amministrazione del centro. «Ci eravamo preparati a gestire un afflusso importante, visto che erano in programma circa 600 appuntamenti sull’arco di tutta la giornata. A complicare la situazione è stata una serie di circostanze sfavorevoli che si sono sovrapposte», racconta il comandante Aldo Facchini. «Molti si sono presentati senza appuntamento dopo aver letto i volantini e gli annunci del Cantone. Non ce lo aspettavamo». L’indicazione emanata dal Dipartimento sanità e socialità (Dss) indica però che la possibilità di presentarsi senza essersi annunciati, con la modalità denominata “walk-in”, è riservata a coloro che devono sottoporsi ancora alla prima o alla seconda dose. Un messaggio che evidentemente non è passato visto l’afflusso di persone, soprattutto anziani in attesa di ricevere il ‘booster’. «In più ci sono mancati alcuni collaboratori, non dell’amministrazione, ma i sanitari che poi inoculano il vaccino. Questo non ha permesso di far lavorare a pieno regime le 8 postazioni che avevamo preparato negli scorsi giorni», ammette Facchini. Ogni postazione è in grado di gestire una decina di pazienti all’ora. «La scorsa estate erano molti, e tanti di loro nel frattempo sono passati a fare altro e ora serve un nuovo reclutamento da parte del Cantone». A questo si aggiunge un problema nel portale che gestisce l’assegnazione degli appuntamenti. Sono state fissate vaccinazioni anche per giovedì, quando il centro non era ancora pronto. «Una ventina di persone si sono presentate ieri mentre stavamo montando, le abbiamo quindi rimandate al fine settimana e questo ha aumentato l’arrivo odierno di pazienti. In ogni caso riducendo la pausa dei collaboratori e chiedendo un po’ di pazienza siamo riusciti a gestire la situazione. Per domani ci aspettiamo lo stesso scenario, anche se chiediamo a chi non ha un appuntamento per la terza dose di non venire. C’è una buona disponibilità di appuntamenti liberi, usate quelli come fatto per le prime iniezioni».

‘Dobbiamo rimettere in moto la macchina’

Ma come spiegare la mancanza di effettivi completi tra i sanitari incaricati di somministrare il vaccino? A rispondere è il caposezione del militare e della Protezione civile Ryan Pedevilla: «Ci siamo attivati per rimettere in funzione la macchina, anche se avremmo preferito un po’ più di anticipo. Ad oggi sono 7 giorni che ho ricevuto la comunicazione che dobbiamo vaccinare 80mila persone in più. La nostra fortuna è che non è la prima volta che attiviamo il dispositivo, possiamo contare su un bacino di persone già formate e certificate». A queste si aggiungeranno, come successo già in primavera ed estate, anche gli studenti della Supsi e delle scuole professionali. «La collaborazione è stata riattivata lunedì. Ci daranno una mano soprattutto nei fine settimana. Il primo weekend l’adesione non è stata altissima ma ci contiamo per il futuro, con i maxi centri vaccinali che riapriranno in gennaio».

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